“Si cerca di eliminare leghisti storici e rappresentativi. Solo così Salvini potrebbe rimanere segretario”

L’ex segretario della Lega lombarda, Paolo Grimoldi, fedelissimo di Umberto Bossi – tra le voci più critiche del partito nei confronti linea dell’attuale segretario nazionale Matteo Salvini – commenta con queste parole la decisione del Consiglio Federale della Lega di formalizzare la richiesta della sua espulsione dal partito.

La decisione è arrivata oggi – 25 giugno 2024 – nel corso della riunione del massimo organo esecutivo del partito, convocata a Roma nel pomeriggio. Tutti i membri del consiglio federale si sono espressi a favore.

Lega, il Consiglio chiede l’espulsione di Grimoldi e Michieletto. Nessun provvedimento per Bossi

Oltre all’ex parlamentare è stata richiesta l’espulsione anche del consigliere regionale del Veneto, Gabriele Michieletto. Adesso dovrà esprimersi il Consiglio di disciplina e garanzia.

I provvedimenti di oggi non arrivano come un fulmine al ciel sereno dal momento che, nei giorni immediatamente successivi alle Elezioni Europee dell’8 e 9 giugno, il leader della Lega, Matteo Salvini, aveva annunciato provvedimenti disciplinari contro alcuni esponenti del partito per le posizioni di aperta critica assunte nei confronti della linea ufficiale.

Nessun provvedimento disciplinare, invece, è stato assunto nei confronti del fondatore della Lega Umberto Bossi. Nel corso della riunione, iniziata poco dopo le 13,00 a Montecitorio e durata circa tre ore, non sarebbe stata affrontata, infatti, la questione del presunto voto in dissenso del Senatur alle ultime Elezioni europee.

Grimoldi: “Si cerca di eliminare leghisti storici. Solo così Salvini rimane segretario”

Era toccato a Paolo Grimoldi comunicare la decisione del Senatùr di non votare il partito da lui fondato alle Elezioni Europee, bensì Marco Reguzzoni, candidato indipendente di Forza Italia, in dissenso con la linea politica del partito.

Oggi il Consiglio federale della Lega ha deciso di formalizzare la sua espulsione sulla base di

 “segnalazioni emerse su indicazione dei territori per tutelare lo straordinario e generoso impegno di migliaia di militanti che per troppo tempo hanno assistito a polemiche strumentali, inutili e dannose contro la Lega”.

Si legge in una nota diffusa subito dopo la conclusione del vertice federale.

Una ricostruzione che, però, è contestata da Paolo Grimoldi che, intervistato in esclusiva da Tag24.it, ha dichiarato:

“Non è vero che arriva dai territori come è stato diramato. Il congresso in Lombardia per esempio non viene fatto svolgere da nove anni. Il direttivo regionale non ha formalizzato alcuna richiesta, neppure si è mai riunito.”

e poi ha aggiunto:

“Semplicemente si cerca di eliminare i leghisti storici rappresentativi solo così forse Salvini potrebbe rimanere segretario. Una reazione scomposta alla debacle elettorale delle europee e delle amministrative”.

Si opporrà alla decisione? L’ex deputato della Lega non ha ancora deciso a riguardo.

“Vedremo, non so. La Salvini premier mi pare politicamente che sia il passato”.

Ha concluso Grimoldi.

Coordinamento Nord: “La Lega ha paura del confronto. Braccia aperte per Grimoldi”

Il coordinamento Nord composto dal Partito Popolare del Nord, Grande Nord, Repubblicani, Forza Nord, Alleanza per l’autonomia ha diffuso in serata una nota a sostegno di Grimoldi, in cui critica apertamente la Lega e il segretario Matteo Salvini.

“Non ci sorprende l’espulsione di Grimoldi. Da un lato Salvini non controlla più il partito, dall’altro è lo stile degli ultimi nove anni in cui non sono stati fatti congressi. La Lega oggi è un partito completamente diverso dal movimento federalista delle origini, e crediamo che tutti ormai se ne rendano conto”.

Scrivono i responsabili del Coordinamento Nord e poi concludo:

“Grimoldi ha avuto il coraggio di dirlo e di chiedere inutilmente conto, ne ha ricavato insulti e l’espulsione senza neppure essere ascoltato, ma la Lega ha paura del confronto. Per Grimoldi e chi vorrà seguirlo abbiamo braccia aperte. Ci stiamo coordinando per unire chi crede ancora nel federalismo, nell’autonomia e nella libertà. Anche di espressione.”