“Afrodite viaggia leggera” è un omaggio al primo amore dell’umanità. Furono i greci a chiamarla Afrodite, ma è anche conosciuta come Venere di Milo, signora della forza e della gioia, è il sogno universale dell’umanità. Spesso contesa da principi, nobili, o altri signori, rappresenta la bellezza continuamente contrapposta alla guerra: dopotutto per accaparrarsi un bottino bisogna combattere, l’essere umano lo sa bene.

“Afrodite viaggia leggera. Sulle rotte dell’amore”, Ponte alle Grazie: che libro è?

“E’ un lungo racconto d’amore e d’avventure, nasce dal desiderio fare un tuffo indietro, anzi a fondo, nelle profondità del tempo e negli abissi del cuore umano da cui a un certo punto, nei primordi della storia del mondo euromediterraneo, è emersa l’immagine della bellezza e dell’amore come la conosciamo tradizionalmente: la dea Afrodite, o Venere, se preferiamo il nome latino. Ho cominciato così un viaggio per mare, partendo dal Mediterraneo orientale, seguendo le rotte dei commerci nel mondo antico – ha spiegato Francesca Sensini – ad ogni approdo ho scelto un’avventura, un amore, un’impresa guerresca, un inganno, una favola, di cui la dea è protagonista, regista, complice o semplice spettatrice benevola.  Sono stata in Georgia, a Cipro, Lesbo, Citera, sull’acropoli di Corinto, nei boschi dell’Arcadia, in Calabria, in Epiro, a Ischia, sulle rotte del primo amore dell’umanità, che ha di fatto le fattezze della dea.

Al Louvre di Parigi è una delle opere più ricercate

“Quando pensiamo a lei, solitamente, pensiamo subito alla statua della Venere di Milo: ho raccontato anche la storia del suo ritrovamento in una piccola isola delle Cicladi, da dove è partita per arrivare nelle sontuose sale del Louvre di Parigi, dove è tra le opere più ricercate e ammirate (oltre che riprodotte, fino a diventare un’icona della cultura pop). Anzi, è lei che ha raccontato questa storia in prima persona – ha aggiunto Sensini, durante l’intervista in esclusiva per TAG24 – Afrodite rappresenta la bellezza femminile così come, ad un certo punto della storia del Mediterraneo antico, la fantasia umana l’ha immaginata, dandole una forma che poi è diventata canonica per noi, quasi un cliché, arrivando fino a noi soprattutto attraverso la statuaria, che ha meglio resistito allo scorrere dei secoli. Parliamo sempre di pochi resti sopravvissuti a un naufragio.”

Femminilità e aspetto guerriero

“È importante dire però che la cosiddetta femminilità – parola abbastanza vischiosa che preferisco sempre contestualizzare storicamente e chiarire – incarnata da Afrodite comprende un aspetto guerriero. Originariamente Afrodite era rappresentata anche in una versione armata di spada; abbiamo resti di sculture che la rappresentano così, anche se sono poco note al grande pubblico. Nella mentalità antica – semplifico brutalmente per ragioni di spazio e mi scuso – l’amore e il conflitto sono riconosciuti come due principi regolatori della vita del cosmo: aggregano e disgregano gli elementi così come gli esseri viventi. L’amore tra gli esseri viventi – umani o di altre specie – non si dà senza una forma di contesa e di conflitto – ha sottolineato la scrittrice – le storie della dea lo raccontano per immagini e io ho provato a riscriverne alcune, ad inventare altre a partire da spunti storici, mitici, archeologici.”

Il viaggio è parte della sua indole, è una dea marina. L’acqua è il suo elemento

“Afrodite è arrivata nel Mediterraneo sulle navi fenicie che, salpando dalle coste dell’attuale Medio Oriente, approdavano in Grecia, scambiando mercanzie ma anche storie, lingue, tecniche, miti e divinità. Afrodite è una dea orientale, non greca in origine. Il viaggio è proprio della sua indole; uno dei suoi appellativi è “marina”. È leggera perché non ha bisogno di nulla, anche se è desiderosa di esperienze; perché incarna una passione avventata, a volte irriflessa, spensierata nelle sue forme migliori, più gioiose. E poi la immaginiamo nuda – ha detto Francesca – senza bagagli da cui estrarre vestiti, coperture, camuffamenti pensanti. È un’eterna bagnante di primavera-estate.”

Com’è strutturato il libro?

“Il libro si compone di storie legate a luoghi diversi. Si possono leggere anche sovvertendo l’ordine dell’indice che, idealmente, comincia con le vicende più orientali per approdare a occidente, sulle spiagge italiane: bisogna lasciarsi cullare dal rollio di una nave, dal rumore della risacca. La meraviglia è la timoniera sulle rotte dei miti antichi, secondo me.”

Uno dei pezzi marmorei più preziosi del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, l’ ‘Afrodite di Capua’

Il filo rosso che lega la narrazione

“Il filo rosso è Afrodite e tutta la costellazione di significati che porta con sé, come unico, lievissimo e invisibile bagaglio. Si parte dall’isola di Milo, dove è Afrodite stessa che racconta il ritrovamento della sua statua senza braccia e del suo arrivo a Parigi e si arriva fino a Ischia, dove racconto la storia d’amore tra personaggio d’invenzione intorno a un oggetto, che è un po’ come l’oggetto magico della fiaba: la cosiddetta coppa di Nestore, su cui è incisa un’iscrizione in versi che uno dei più antichi esempi di scrittura alfabetica greca che conosciamo. E vi si nomina la dea Afrodite.”

Quali altre dee ruotano intorno ad Afrodite?

“Questo particolare mi ha sempre affascinato e ho deciso di inventare una storia intorno a questo straordinario reperto. Nel mezzo c’è tutto il bacino del Mediterraneo, dove ho scelto approdi e suggestioni a me cari, studiando le testimonianze antiche, scomponendole, ricomponendole in un mosaico originale, fatto di molti tasselli di pure invenzione – ha spiegato Francesca Sensini – ci sono Saffo che racconta i suoi amori, Medea e Giasone, la giovane cacciatrice Atalanta, l’uomo mortale più amato da Afrodite, il bellissimo Adone… Le voci sono molte, di donne, uomini, eroi, divinità. È una storia corale.”

Ecco perché è la storia di un sogno

“Più che la storia di una dea è la storia un grande sogno, di una grande ossessione, direi, che nasce con l’umanità stessa, che emerge, come Afrodite, da un abisso profondissimo: l’amore, il piacere e la gioia dell’eros e della vita. A questo grande sogno collettivo e alle forme che ha preso nel mito e nella storia greca mi sono ispirata: ho selezionato alcune figure, alcuni luoghi, alcuni momenti e ho provato a colmare le lacune, a dar loro vita qui ed ora, in mezzo a noi, perché parlano di noi, di quello che siamo, che desideriamo.”

Com’è rappresentato Eros?

“Afrodite si accompagna solitamente a Eros, spesso rappresentato come un bambinello paffuto armato di arco e frecce, a volte anche come un giovanissimo adolescente, anche egli armato. Possono comparire accanto alla dea anche divinità molto meno graziose, come il grottesco Priapo, che rappresenta la potenza sessuale maschile e, genericamente, la fertilità, o qualche esemplare di Sileno o Satiro, creature ibride dei boschi, mezzo umane e mezzo equine (o caprine), incarnazione della forza vitale della natura e degli istinti.”

Il seguito

Afrodite ha poi il suo seguito di colombe, passeri, cigni, delfini, ma anche di animali feroci, con lei mansuetissimi, come lupi, orsi, pantere e leoni – si è congedata la Sensini – quest’ultimo aspetto rimanda a quella che solitamente viene chiamata La Signora degli animali, un’antichissima divinità femminile mediterranea conosciuta soprattutto attraverso l’arte minoica.”