“E’ finita, Paul Pogba non esiste più”. E’ con queste dichiarazioni che il centrocampista francese, campione del mondo nel 2018 e squalificato con sentenza dello scorso febbraio, fino al 2027 per doping, annuncia la sua decisione di chiudere con il calcio in una videointervista, poi rilanciata dal The Guardian Nigeria. Dichiarazioni forti e che lanciano un grido d’allarme. L’ex Juventus sta vivendo un momento di forte crisi e ora dovrà trovare il modo di reinventarsi. Per commentare le parole forti con cui Pogba si ritira dal calcio, mister Massimo Carrera, che lo ha allenato al suo arrivo in bianconero nel 2012, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Dichiarazioni shock, Pogba si ritira: Carrera a Tag24
“È finita, sono morto, Paul Pogba non esiste più. Già non so più chi sono. Il calcio era la mia vita, e la mia passione. Ma ora sembra che mi sono perso”. Sono dichiarazioni e frasi forti quelle rilasciate dal calciatore al The Guardian Nigeria. Un’intervista che sa tanto di addio al calcio, e che al tempo stesso racconta di un ragazzo disperato. Sono passati ormai mesi dalla squalifica per doping, ma il periodo più buio per il centrocampista francese non è ancora stato archiviato. Era appena tornato in campo, dopo un lungo infortunio, quando all’inizio dello scorso anno era risultato positivo al test. Una sentenza, quella di 4 anni di squalifica, che per lui sa di condanna. Per commentare le parole di Pogba, che si ritira dal calcio, mister Massimo Carrera, che lo ha allenato al suo arrivo in bianconero nel 2012, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Con un’intervista shock, Pogba ha dato l’addio al calcio. Vuole commentare, visto che lei ha avuto modo di allenarlo?
“C’è poco da dire. Si tratta di una situazione delicata e per quel che mi ruguarda è davvero molto il rammarico per un calciatore che aveva dimostrato di avere un talento incredibile. Purtroppo se ha preso questa decisione è perchè non ha più le motivazioni giuste per continuare a lottare. E’ davvero un peccato”.
Parliamo di un talento cristallino, costretto a fermarsi all’età di 31 anni. Quanto può essere difficile questa decisione?
“Purtroppo arriva da anni lontano dal campo. Prima è stato costretto a fermarsi a causa degli infortuni che ne hanno condizionato la carriera, e poi lo scorso anno è arrivata la mazzata del doping. Questa sua decisione non può che dipendere da tutto ciò che è successo. E’ un peccato perchè ribadisco che parliamo di un grande talento e di uno che avrebbe potuto dare ancora tanto al calcio”.
Pogba ha rilasciato dichiarazioni forti, ha detto di essere morto e che gli è stato tolto tutto. In situazioni simili, così delicate, avrà necessità di un aiuto psicologico e motivazionale?
“Sicuramente un supporto potrebbe essere d’aiuto, ma dipende sempre dal soggetto. Qui si entra nella sfera personale. Ogni individuo reagisce in maniera diversa di fronte alle difficoltà e quello che va bene per uno, non sempre va bene per tutti”.
L’esperienza alla Juventus
Lei mister, ha conosciuto Pogba al suo arrivo in Italia quando era giovanissimo. Che tipo era? Lei ha compreso da subito il suo talento?
“E’ bastato qualche allenamento per renderci conto che si trattava di un grandissimo giocatore, giovane e talentuoso. Aveva già doti fisiche e tecniche straordinarie. Faceva gol, rubava palla ed era sempre molto dipsonibile. Aveva tutte le carte in regola per poter arrivare e aveva la fame giusta per farcela”.
E a livello caratteriale?
“Lui sapeva bene dove voleva arrivare ed ha fatto di tutto per riuscire a raggiungere il suo obiettivo. Era un professionista serio. Poi nella vita privata non lo so, ma sul campo era l’altleta perfetto. Purtroppo però è arrivata questa squalifica e non si poteva far niente di diverso per cambiare le sorti di Pogba”.