Proseguono le indagini sul terribile omicidio di Thomas Christopher Luciani, 17enne di Rosciano, in provincia di Pescara, ucciso da due coetanei presumibilmente per debiti legati all’abuso da sostanze stupefacenti lo scorso 23 giugno.
Un debito che gli è costata cara la vita, 250 euro per l’acquisto di hashish, cifra che ha spinto i due potenziali assassini, entrambi adolescenti, a commettere un efferato delitto. Il ragazzo è stato portato nei pressi del parco Baden Powell, dedicato al celebre leader degli Scout, ed è stato accoltellato in un’area senza video sorveglianza con ben 25 coltellate.
A pochi giorni dalle indagini delle forze dell’ordine, spunta un testimone, presumibilmente chiave in questa drammatica vicenda: attualmente sono stati fermati due dei potenziali aggressori.
Omicidio Thomas Christopher Luciani, un testimone: “Colpito con fendenti mentre si lamentava al suolo”
Uno dei due ragazzi fermati, figlio di un carabiniere locale e difeso dall’avvocato Marco Di Giulio, avrebbe raccontato agli inquirenti di aver assistito all’omicidio di Thomas Christopher Luciani ma di non aver mai colpito il 16enne (che a suo dire neanche conosceva). Lo riporta il Centro.
“Christopher faceva versi quasi di morte e loro gli dicevano di stare zitto. Lui a terra, con una gamba accavallata sull’altra, ripiegato per terra, esposto ai colpi sul fianco destro” racconta uno dei testimoni della brutale aggressione nei confronti del 16enne, presente con gli amici alla stazione di Pescara intorno alle 16:30 del pomeriggio.
“Thomas aveva un debito tra i 250/300 euro e si trovava nei pressi della stazione, è lì che lo abbiamo incontrato”. Dalla dichiarazione emerge un forte stato di aggressività da parte dell’indiziato M. che indispettito per non aver ricevuto il denaro spettato, ha costretto il 16enne a seguirlo in un parchetto di via Raffaello Sanzio, in un punto appartato. Ha chiesto agli amici di andar via e aveva già tra le mani il coltello utilizzato per l’omicidio.
Il testimone: “Ho visto Christopher steso a terra, accoltellato che si lamentava”
L’interrogatorio prosegue e il ragazzo spiega agli inquirenti di aver visto Christopher stremato a terra mentre perdeva sangue. In quel momento ha compreso che il 16enne era stato accoltellato: Ad un certo punto anche C. “ha preso dalle mani di M. il coltello con il quale ha anche lui colpito più volte Christopher che continuava a lamentarsi emettendo un verso come di morte. lo sono rimasto attonito e non ho avuto la forza di reagire” .
Abbandonato al suolo come una busta sul marciapiede, l’adolescente è morto tra atroci dolori mentre il gruppo di presunti killer è andato a divertirsi al mare, come fosse una normale giornata di estate: “Siamo andati a mare a fare il bagno, nella spiaggia dello stabilimento Croce del Sud e M. si è disfatto del coltello che aveva avvolto in un calzino di C. sporco di sangue, lanciandolo dietro agli scogli che fronteggiano la spiaggia, lato mare aperto”
E conclude: “Io ero davvero frastornato e ho capito che non era qualcosa che potessi tenere per me e quindi ho parlato dapprima con mio fratello e poi con i miei genitori e, insieme a mio padre, mi sono recato in questura per denunciare il fatto”
Si rammenta che gli indiziati sono innocenti fino alla conclusione delle indagini e del relativo processo giudiziario.