“È finita, sono morto, Paul Pogba non esiste più”, queste le parole shock di Paul Pogba a margine di un’intervista che ha scosso l’ambiente calcistico e che pone seria preoccupazione sullo stato mentale del giocatore della Juventus.
L’intervista shock di Paul Pogba
Paul Pogba è tornato a parlare del suo futuro in un’intervista shock in cui si apre ad ammissioni forti e dure riguardo la squalifica e quanto accaduto nell’ultimo anno: il centrocampista non usa mezzi termini sul suo stato mentale attuale.
Nell’intervista rilasciata al The Guardian Nigeria Pogba ammette di non aver superato il periodo buio. Il centrocampista si considera ormai finito e al termine della sua carriera calcistica visti i diversi anni ancora da affrontare per la squalifica ricevuta:
“È finita, sono morto, Paul Pogba non esiste più. Già non so più chi sono. Il calcio era la mia vita, e la mia passione. Ma ora sembra che mi sono perso. Tutto ciò che ho costruito nella mia carriera professionistica mi è stato tolto. Tutto ciò che ho costruito nella mia carriera professionistica mi è stato tolto”.
Parole forti che non possono essere equivoche e che lanciano un grido di allarme per il giocatore, bisognoso di una certa assistenza affinché viva il suo periodo di crisi e riesca a superarlo continuando a lavorare non soltanto sul suo corpo ma anche sulla sua mente.
La squalifica per doping e la fine della sua carriera
Nemmeno il tempo di iniziare a carburare in questa stagione che Pogba si è dovuto fermare bruscamente a causa di un test antidoping che lo ha condannato. Il francese, dopo la prima annata sfortunata, aveva iniziato a guadagnare minutaggio a inizio campionato.
Prima con il Bologna, poi con l’Udinese per un totale di 54 minuti di gioco: minuti che non hanno avuto modo di crescere vista la squalifica prontamente arrivata alla terza giornata di Serie A poi confermata il 1° marzo.
Il centrocampista è risultato positivo al test antidoping del 30 agosto, proprio al suo esordio stagionale con la maglietta bianconera: la sostanza che ha causato la positività in questione è stata il testosterone, vietato nel calcio professionale. Positività poi confermata alle contro analisi richieste dal giocatore e messe in pratica il 6 ottobre. Intanto, il 12 settembre il francese era stato sospeso in attesa del verdetto finale.
“Il denaro cambia le persone. Può distruggere una famiglia. Può creare una guerra. A volte pensavo da solo: ‘Non voglio più avere soldi. Semplicemente non voglio più giocare. Voglio solo stare con persone normali, così mi ameranno per quello che sono, non per la fama, non per i soldi.’ A volte è dura”.
Ha poi proseguito nella stessa intervista, dimostrando di aver avuto già in precedenza periodi di scoraggiamento ma con ancora tanta voglia di fare e di mettersi in gioco per tornare in campo con continuità nonostante la consapevolezza di aver stravolto la sua vita negli ultimi anni.
Un allontanamento dal campo, dunque, che durerà 4 anni e che lo vedrà scontare fino al 2026 in maglia bianconera: la Juventus, infatti, non ha voluto rompere i rapporti con il giocatore visto l’ottimo rapporto che incorre tra le parti ma non ha alcuna intenzione di rinnovargli il contratto.
Il centrocampista al momento della firma con la Juventus percepiva circa 9 milioni di euro netti all’anno ma con la squalifica percepirà fino alla fine una cifra nettamente ridimensionata, intorno ai 2mila euro a stagione.
A meno di colpi di scena Pogba tornerà in campo all’età di 34 anni: quasi al termine della sua carriera, uno scenario che pesa nella mente del calciatore che sa di aver raggiunto il capolinea con ogni probabilità.