Il caso Salis, se ha avuto un merito, è quello di aver riportato il tema delle case popolari e, più in generale, del mercato immobiliare al centro dell’attenzione generale. Del resto, se non ci si occupa di mercato immobiliare, presto o tardi, sarà il mercato immobiliare ad occuparsi di ognuno di noi. In soldoni, volendo concentrarci su Roma: secondo i dati dell’Osservatorio del mercato immobiliare, in media, si spendono 947 euro per l’affitto. Una cifra che tante persone non possono permettersi e per questo sperano di avere una mano dalle istituzioni. Ad oggi, sono circa 16.000 i romani in lista di attesa per avere un alloggio pubblico. Ogni anno, svela a Tag24.it l’Unione Inquilini Roma, per capire la portata del fenomeno, ne vengono accontentati solo un centinaio, quando si sa che, statisticamente, in realtà, si liberano un migliaio di appartamenti.

Case popolari a Roma, Lanciano (Unione Inquilini): “Sedicimila famiglie in graduatoria”

A parlare con Tag24.it della situazione del mercato immobiliare romano è l’avvocato Guido Lanciano, da oltre quarant’anni immerso in questa realtà essendo segretario dell’Unione Inquilini di Roma. “Io, da questo punto di vista, sono nato nel 1978: l’anno dell’equo canone. All’epoca, frequentavo la facoltà di giurisprudenza alla Sapienza e del tema della casa mi appassionai grazie al professor Stefano Rodotà”.

D Un padrino di tutto rispetto…

R “All’epoca già ci parlava di beni comuni”.

D Ora si vola più bassi: si parla del “semplice” diritto alla casa.

R “Semplice non è. Cominciamo a chiarire che ci sono due aspetti: il mercato immobiliare privato e quello delle case popolari”.

Lanciano: “Perché è così difficile trovare casa a Roma” Il caso B&B

D Perché in entrambi i casi è così difficile trovare casa a Roma?

R “Questa è la domanda delle mille pistole. Ma qualche idea, se non si ha la possibilità di spendere tremila euro di fitto al mese, ce l’ho”.

D Qual è la prima?

R “Cominciamo con il mercato immobiliare privato. Qui è sempre più difficile avere un prezzo equo e soprattutto accessibile per via della trasformazione di tantissimi appartamenti in Bed & Breakfast”.

D L’affare del secolo (per i proprietari).

R “Tutti pensano di fare un sacco di soldi con i turisti. E tolgono case per le famiglie normali e gli studenti”.

D E’ notizia di questi giorni che anche Barcellona sta mettendo dei paletti ai B&b.

R “Io non prenderei in considerazione Barcellona: è un altro mondo dal punto di vista normativo. Qui in Italia, per recuperare un pò di normalità nel mercato immobiliare privato, servirebbe fare solo una cosa”.

D Quale?

R “Una cosa semplice: mettere la regola che chiunque faccia affitti brevi, sotto ai 30 giorni, debba essere un imprenditore”.

D Debba avere la Partita Iva.

R “Proprio così. Basterebbe questo per eliminare il 60% dei B&b. Perché non solo con la Partita Iva devi pagare le tasse, ma anche mettere a posto chi lavora con te: dagli addetti alle pulizie a chi magari accoglie i turisti. Invece, buona parte dei B&b, oggi, è tutto a nero”.

Case popolari, quante ne sono a Roma e quante non sono abitate

D Per quanto riguarda il mercato immobiliare pubblico le cose non vanno meglio...

R “Gli enti hanno difficoltà a gestirlo per vari motivi. A Milano, c’è la situazione più eclatante da questo punto di vista: ci sono 12.000 appartamenti pubblici dichiarati inagibili perché dovrebbero essere ristrutturati. Una follia, perché potrebbero essere dati ad altrettante famiglie”.

D A Roma, invece?

R “Secondo gli ultimi dati che ci ha fornito l’assessore al patrimonio casa di Roma, Tobia Zevi, ci dovrebbero essere al massimo 400 appartamenti in questa condizione: del Comune o dell’Ater, l’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale gestita dalla Regione, ma inagibili”.

D Che problema hanno il Comune e l’Ater?

R “Innanzitutto quello che non sanno, o non vogliono sapere, quando un assegnatario se ne va. Perché muore o perché abbandona l’alloggio”.

D Si distraggono?

R “In passato qualcuno è stato pizzicato. Ma, da ciò che mi risulta, ora, sono molto più attenti rispetto al passato”.

D Meno male.

R “C’è da dire anche che hanno poco personale: tre il Comune, altrettanti l’Ater. A fronte di un patrimonio pubblico di 65.000 appartamenti”.

D Quanti se ne liberano all’anno?

“Circa mille”.

D E di questi quanti ne vengono occupati illegalmente al mese?

“Un centinaio”.

D In generale, allora: dei 65.000 appartamenti di Comune e Ater, quanti ne sono sfitti?

R “Circa 600 sono vuoti”.

D E come si fa a tenere una contabilità degli appartamenti occupati?

R “Non è facile anche perché, nel 2020, la Regione ha fatto una sanatoria per chi era entrato prima del 2014”.

D E quante domande sono arrivate?

R “Circa 6000. Ad oggi, credo che gli alloggi occupati abusivamente a Roma siano un migliaio. Ma pensi che crescono di un centinaio al mese. Ogni mese, ci sono tra le ottanta e le cento occupazioni”.

Chi occupa e come fa ad occupare

D La Salis dice che “occupare è logorante”.

R “Le occupazioni, di solito, sono eterodirette. Non è che uno prende e va a occupare”.

D Come si fa allora?

R “Si chiede qual è il bar di riferimento per incontrare la persona giusta”.

D Mi sta dicendo che si prende un caffè con la malavita organizzata?

R “Esatto. Tant’è che poi vai a vedere e ti capita un immobile con venti appartamenti, quindici con lo stesso cognome…”

D Tutto un programma.

R “Detto questo, ci sono occupazioni e occupazioni. C’è anche quella ‘normale’, del nipote: muore la nonna, non viene comunicato all’Ater, e lui prende il suo posto nella casa. E questo di generazione in generazione: sono le occupazioni più difficili da scoprire. Anche se, in realtà, se volessero, le beccherebbero comunque…”

D Come?

R “Incrociando i dati con le piattaforme informatiche dei vari enti”.

D E invece?

R “Una volta, anni fa, chiesi al Comando della polizia municipale: “Ma voi fate i controlli sulle residenze per vedere se una persona abita ancora in un determinato appartamento?” Mi risposero che c’era un problema di privacy…”

D Ahi! Il povero Rodotà: nemmeno a farlo apposta, il suo professore fu il primo Garante della Privacy…

R “Se il Comune non può fare il documento di residenza…”

D La situazione è cambiata?

R “Da quando l’Anagrafe invia regolarmente i nominativi dei morti nelle case popolari all’Ater e al Comune. Ma non mi chieda che fine faccia quest’elenco…”.

L’Osservatorio sull’emergenza abitativa

D Da marzo scorso la giunta Gualtieri ha annunciato l’istituzione dell’Osservatorio sull’emergenza abitativa. A che punto siamo?

R “Stanno ancora preparando il tavolo”.

D Quando non si sa cosa fare, in Italia, si fa un tavolo…

R “Si perde tempo invece di andare a vedere, banalmente, chi abita negli appartamenti”.

D Quante Salis ci saranno a Roma?

R “Anche noi, come Unione Inquilini, abbiamo occupato in passato. Ma dipende uno da quale spirito è mosso”.

D In che senso?

R “Noi ci siamo mossi, negli anni Novanta, per sottolineare dei problemi politici e sociali: affinché un immobile del centro ad uso abitativo non diventasse l’ennesimo albergo, ad esempio. Io penso che se un’occupazione serve per denunciare la cosiddetta gentrificazione, la cacciata dal centro dei romani a vantaggio esclusivo di società, uffici e alberghi, è una cosa: un’altra, invece, se chi occupa lo fa a scopo personale”.

D Insomma, ci sono occupazioni e occupazioni.

R “Se lo si fa per una causa giusta, per me vanno bene. Ai tempi di Affittopoli, del cosiddetto scandalo di chi pagava trenta euro di affitto a piazza Navona, io andavo in giro a dire che per me era giusto. Perché se tu cacci una famiglia da lì, snaturi la città, la privi dei suoi abitanti”.

D Roma a chi abita Roma.

R “Il mio sogno è rivedere le mutande stese a via del Corso”.