C’è una svolta nel caso della donna di origini peruviane trovata morta a Firenze nella giornata di ieri, 24 giugno 2024: dopo un lungo interrogatorio il nipote di 17 anni avrebbe confessato di averla uccisa, venendo tratto in arresto. Era stato lui a dare l’allarme, parlando di un misterioso ladro fuggito subito dopo il delitto.
Fermato il nipote 17enne della donna trovata morta a Firenze: avrebbe confessato di aver ucciso la nonna
A darne notizia è La Nazione, secondo cui il ragazzo, che conviveva con la nonna da circa quattro anni dopo essere arrivato a Firenze per studiare dal Perù, avrebbe confessato al termine di un lungo interrogatorio. Ieri, 24 giugno, era stato portato in caserma per essere ascoltato come persona informata sui fatti.
Era stato lui, infatti, a dare l’allarme, raccontando ai carabinieri di essere rincasato attorno alle cinque del mattino e di essersi imbattuto in un ladro e nel corpo senza vita della nonna 65enne, di nome Maria Teresa Flores Chavez. Dalle prime ricostruzioni è emerso che l’avrebbe strangolata: sul suo collo, infatti, erano presenti segni di violenza.
“Mi sono svegliato perché ho sentito sbattere ovunque, sentivo gridare, il ragazzo, che non conosco, ha bussato più volte alla mia porta chiedendo aiuto, dicendo di chiamare la polizia”, aveva raccontato un vicino di casa sempre a La Nazione, spiegando di non avergli aperto per paura. Il giovane aveva appena ucciso l’anziana e stava tentando di depistare le indagini.
Chi era Maria Teresa Flores Chavez, la vittima
Di origini peruviane, la 65enne, infermeria presso due strutture sociosanitarie di Careggio, viveva insieme al secondo marito, che al momento dei fatti era fuori casa, e al nipote, fatto arrivare in Italia all’età di 13 anni per motivi di studio.
Una vicina di casa, parlando con i giornalisti di alcuni quotidiani locali, l’ha definita “una persona tranquilla, molto riservata, una grande lavoratrice“. Nelle prossime ore bisognerà capire il motivo della tragedia che l’ha coinvolta: riuscire a chiarire perché il nipote le si sia scagliato contro con tale violenza, non lasciandole scampo.
I casi di Pescara e Fano, in Abruzzo e nelle Marche
Mentre gli inquirenti indagano per ricostruire l’esatta dinamica del delitto che ha strappato alla vita la 65enne, sono stati trasferiti in due strutture per Minori, a Pescara, i due 16enni fermati con l’accusa di omicidio perché sospettati di aver ucciso il coetaneo Thomas Christopher Luciani, trovato senza vita lo scorso 23 giugno all’interno del parco Baden Powell.
Ad incastrarli, oltre ai filmati di alcune telecamere di videosorveglianza, ci sarebbe la testimonianza di un ragazzo che era con loro al momento dei fatti, colui che avrebbe dato l’allarme, permettendo il ritrovamento del corpo della vittima tra le sterpaglie nei pressi di un sottopasso ferroviario.
A Fano intanto è stato arrestato il figlio 49enne dei due coniugi trovati morti in casa sempre ieri, 24 giugno. Era stato lui a mettersi in contatto con le forze dell’ordine, denunciando il ritrovamento dei cadaveri martoriati dei genitori nella loro stanza da letto: l’ipotesi è che la madre sia morta per strangolamento, il padre dopo essere stato colpito con un oggetto contundente, forse un martello.
Il motivo? Probabilmente economico: sembra che non volessero accordare all’uomo – ora accusato di omicidio volontario plurimo aggravato dalla crudeltà – l’ennesimo prestito, dopo aver perso la casa (venduta all’asta) per coprire i suoi debiti. Si chiamavano Giuseppe Ricci e Luisa Marconi e avevano, rispettivamente, 75 e 70 anni.