Un incontro cordiale che sa tanto di alleanza europea. Giorgia Meloni e Viktor Orbàn si sono incontrati oggi 24 giugno 2024 a Roma: a Palazzo Chigi i due premier hanno discusso in vista della presidenza ungherese del Consiglio dell’Unione europea.
Sul tavolo però anche il rifiuto di Orbàn di allearsi con il PPE, ma anche il contrasto al declino demografico (“La denatalità è un problema che colpisce tutto il continente”, ha detto Meloni) e ai trafficanti di migranti.
Giorgia Meloni vede Viktor Orbàn: “L’Ungheria è un prezioso alleato”. Dai Balcani al Piano Mattei: di cosa si è discusso
Tanti i temi sul tavolo nell’incontro avvenuto oggi 24 giugno 2024 a Palazzo Chigi, Roma, fra la premier italiana Giorgia Meloni ed il suo omologo ungherese Viktor Orbàn. Dopo le Europee c’è tanto interesse nel capire come si vuole posizionare l’Italia e sembra che Meloni abbia scelto di appoggiarsi al partito ungherese di Fidesz.
Meloni ed Orbàn ostentano complicità e condivisione di valori e la conferenza finale è tutto un congratularsi con l’altro per ciò che sta facendo sia nei confini nazionali sia nelle istituzioni europee. Il punto più importante però è proprio questo e la premier italiana coglie l’occasione per ripetere alcuni dei temi che reputa più cari.
Uno fra i tanti, forse il più importante, è la gestione dei flussi migratori. Le difficoltà che l’UE sta avendo nel coinvolgere nell’integrazione europea i paesi di quell’area non solo li ha esposti alle mire geopolitiche russe e cinesi, ma rischiano anche di favorire quelle tratte di migranti che faticosamente l’Italia sta cercando di fermare firmando accordi con i paesi del Mediterraneo (Tunisia, Libia, ecc.) o anche con l’Albania.
A tal proposito, c’è comunità d’intenti fra Orbàn e Meloni e la premier afferma:
C’è una perfetta sintonia fra Italia e Ungheria sui Balcani occidentali, sull’allargamento dell’Ue nei loro confronti che mi piace definire riunificazione. Va consolidato il nuovo approccio europeo che si è sviluppato in questi mesi, anche su impulso dell’Italia, e che si basa su alcuni pilastri, ovvero la difesa dei confini esterni, la lotta ai trafficanti e l’impegno a costruire un nuovo modello di cooperazione e di partenariato con i paesi di origine.
A proposito di nuovi modelli di cooperazione e partenariato, qui rientra anche il Piano Mattei. Nonostante le difficoltà nel farlo partire, il governo italiano ne decanta le ricadute positive e sfrutta ogni occasione per lodarlo agli occhi altrui. Orbàn si dice d’accordo col Piano Mattei, ma per il premier ungherese l’urgenza è nell’attivarlo per contrastare una possibile ondata di giovani del continente africano:
Noi calcoliamo che nei prossimi 20 anni la popolazione africana crescerà di 750 milioni. E se non ci sarà sviluppo del continente, saremo oggetto di una forte ondata di migrazione, non contenibile. Per questo appoggiamo le iniziative per lo sviluppo economico dell’Africa.
Orbàn attacca l’Ecr: “Ci sono partiti anti-unghersi, non faremo alleanze con loro”
Naturalmente l’incontro di oggi è stato anche il momento per fare il punto sulla scelta di chi andrà a guidare il Parlamento europeo. I numeri premiano ancora il PPE, ma le quotazioni di von der Leyen sembrano in discesa: un problema per Meloni, che cerca di apparire indispensabile agli occhi degli altri partiti europei ma non vuole tagliare i ponti con i partiti dell’estrema destra.
Orbàn, dal canto suo, ha nella conferenza stampa dopo l’incontro con la premier indicato chiaramente che non farà entrare il suo partito nel gruppo dell’Ecr:
Non abbiamo parlato di questioni di partito perché abbiamo già chiuso lunedì a Bruxelles dove abbiamo chiarito che noi seguiamo la politica nazionale e non possiamo fare parte di una famiglia politica dove c’è un partito rumeno che è anti-ungherese. Ma ci impegniamo a rafforzare i partiti di destra europei anche se non siamo nello stesso gruppo.
Un fatto che costituisce attrito, infatti, è la presenza di quegli eurodeputati rumeni che in un partito di estrema destra come AUR si fa vanto di considerare parti dell’Ungheria come facenti parte di una più “grande Romania“.
Infine, un passaggio viene dedicato anche al conflitto fra Russia ed Ucraina. Orbàn nei mesi passati ha fatto pesare spesso il proprio assenso per tante misure a favore degli ucraini e contro i russi, compresa la scelta di Mark Rutte come nuovo segretario della NATO. Meloni sottolinea comunque la buona disponibilità del premier ungherese nell’ottica della sicurezza europea:
Sappiamo molto bene che le nostre posizioni non sempre sono coincidenti, e per questo voglio dire che apprezzo molto la posizione che l’Ungheria ha mostrato sinora sia in ambito europeo che in ambito Nato, consentendo agli Stati membri e agli alleati di assumere decisioni molto importanti anche quando non era d’accordo.