Al termine di diverse ore di camera di consiglio i giudici della Corte d’Assise d’Appello di Venezia hanno ridotto da 24 a 20 anni la pena per Valentina Boscaro, già condannata in primo grado per l’omicidio del fidanzato Mattia Caruso, consumatosi ad Abano Terme nel settembre del 2022.

Ridotta a 20 anni la pena per Valentina Boscaro, già condannata per l’omicidio del fidanzato Mattia Caruso

In aula, al momento della lettura della sentenza, erano presenti, oltre ai familiari della vittima, rappresentati dalle avvocate Francesca Betto e Anna Desiderio, anche l’imputata e i suoi legali, Alberto Berardi e Renzo Fogliata. “Non sono soddisfatto”, ha dichiarato il primo all’uscita dal tribunale, anticipando che, una volta lette le motivazioni dei giudici, insieme al collega farà sicuramente ricorso in Cassazione.

Lo riporta Padova Oggi, secondo cui le parti civili avrebbero invece accolto di buon grado la notizia: nonostante il lieve abbassamento di pena – conseguente al riconoscimento di alcune attenuanti generiche alla giovane -, la “Corte d’Assise d’Appello ha di fatti accolto la tesi accusatoria”, secondo la quale Boscaro uccise volontariamente il fidanzato Mattia Caruso. I fatti risalgono alla notte tra il 25 e il 26 settembre del 2022.

I due avevano cenato a casa di lei, in zona Montà, a Padova, per poi dirigersi in auto verso un locale di Sant’Antonio, tra Montegrotto e Torreglia; più tardi, dopo aver bevuto qualche bicchiere, erano usciti: Mattia si era seduto al posto di guida, anche se non avrebbe potuto (perché gli era stata ritirata la patente), Valentina sul lato del passeggero.

All’altezza di Abano Terme un passante li aveva notati fermi a un parcheggio: Mattia riverso a terra, in una pozza di sangue; Valentina inginocchiata al suo fianco. Era subito partito l’allarme: la ragazza, ancora sotto shock, aveva puntato il dito contro un “aggressore misterioso”. La confessione era arrivata quattro giorni dopo: messa alle strette, la 31enne aveva raccontato di aver colpito la vittima con un coltello al culmine di una lite.

La versione dei fatti dell’imputata

Stando alla sua versione dei fatti, avrebbe agito per difendersi, perché Mattia, in più occasioni, l’aveva picchiata e minacciata. Sembra che nel 2021 fosse rimasta incinta: in aula, quando è stata esaminata, ha dichiarato di aver abortito perché non voleva avere figli dal fidanzato violento.

I giudici, però, non le hanno creduto. Nelle motivazioni della sentenza con cui in primo grado l’hanno condannata a 24 anni di reclusione l’hanno definita “bugiarda” e “manipolatrice”. Secondo loro, in pratica, avrebbe mentito. Infangando, perdipiù, la memoria del fidanzato morto.

Stessa conclusione a cui sembrerebbero essere arrivati anche in secondo grado. La pena è scesa però di 4 anni.

La questione della reclusione

Boscaro, che prima della condanna era agli arresti domiciliari, è reclusa, al momento, nel carcere di Montorio Veronese, dove si trovano, tra gli altri, anche Filippo Turetta e Benno Neumair. Il primo finirà a processo dal prossimo luglio per l’omicidio della fidanzata Giulia Cecchettin, consumatosi a Vigonovo lo scorso 11 novembre. Secondo la Procura premeditò tutto, seguendo un dettagliatissimo elenco che da poco è stato reso pubblico.

Il secondo, ex body builder, è stato condannato sia in primo che in secondo grado all’ergastolo per aver ucciso i genitori Peter e Laura con una corda d’arrampicata nella casa in cui vivevano a Bolzano, gettandone i corpi nelle acque del fiume Adige. In un primo momento come Boscaro tentò di depistare le indagini; poi, messo alle strette, confessò.