La partita delle nomine per i ‘top jobs’ nell’Ue agita la politica europea, con Antonio Tajani che mette alcuni ‘paletti’ per il Ppe. A margine del Consiglio dei ministri degli Esteri dell’Unione che si è svolto oggi, 24 giugno 2024, il vicepremier italiano ha reclamato il ruolo centrale che spetta ai popolari, chiedendo ai socialisti di “rispettare i patti“, in rispetto del voto espresso dagli elettori alle Europee.

Nomine Ue, Tajani dal Consiglio Esteri: “Non si può ridurre il Ppe ai margini”

Pur mantenendo il necessario equilibrio, doveroso di fronte a situazioni così cruciali e ancora in bilico come quella delle nomine per i vertici europei, Antonio Tajani ha ribadito alcune delle posizioni già espresse nelle scorse settimane. In particolare, il segretario di Forza Italia ha precisato la centralità del Partito Popolare Europeo, emersa dalle urne alle ultime Europee e, quindi, determinante per i nuovi assetti dell’Ue.

Da qui, dunque, la conferma di Ursula von der Leyen come candidata del Ppe per un secondo mandato alla presidenza della Commissione, e quella di Roberta Metsola per la guida del Parlamento europeo. Per le altre cariche la discussione è aperta ma, avverte Tajani rivolgendosi ai socialisti, purché venga rispettato il risultato elettorale che ha visto vincere il Ppe.

“Mi auguro che il Partito socialista rispetti i patti. Non può pensare di avere tutto lo spazio che vuole. Non si può pensare di ridurre il Partito popolare ai margini perché si vogliono occupare tante posti”.

Il vicepremier sull’Ucraina ribadisce: “Contrarissimi a inviare truppe italiane”

Più incerta la nomina per l’Alto rappresentante degli Affari Esteri, dopo che il nome della premier estone Kaja Kallas è stato messo in stand by per i timori che le sue posizioni possano nuocere alla diplomazia internazionale, dopo il suo inserimento nella lista dei ricercati russi.

Tuttavia Tajani sottolinea come il ruolo debba guardare agli equilibri a Sud del continente europeo – con le tensioni legate ai flussi migratori – non solo a Est – dove imperversa la guerra in Ucraina. Deve, dunque, essere ricoperto da una personalità decisa a rispettare le posizioni sull’immigrazione espresse dagli elettori europei.

Proprio sull’Ucraina, inoltre, il vicepremier italiano torna a ribadire la posizione dell’Italia, totalmente contraria a un’escalation del conflitto:

“Inviare truppe in Ucraina mi sembra un errore e noi siamo contrarissimi a inviare truppe italiane a combattere in Ucraina. Noi non siamo in guerra con la Russia. Un conto è aiutare l’Ucraina, un conto è mandare soldati italiani ed europei a combattere contro i russi”. 

Tajani dà, infine, sfoggio di un notevole ‘equilibrismo dialettico’ (oltre che politico) quando gli viene posta una domanda sulle elezioni in Francia e la possibile vittoria del Rassemblement National di Marine Le Pen. Pur ammettendo di augurarsi un successo delle “forze europeiste“, il vicepremier italiano aggiunge:

“Noi rispettiamo sempre il voto dei cittadini e lo stesso faremo con la Francia. Le nostre posizioni, dico come Ppe, sono distanti da quelle della signora Le Pen ma se ci saranno dei ministri in caso di vittoria di quello schieramento noi parleremo con quei ministri perché rispettiamo la volontà popolare”.