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Bitcoin

Mt. Gox, a luglio inizieranno i rimborsi per gli ex clienti dell’exchange crollato nel 2014

Sembra ormai tutto pronto per l’inizio dei rimborsi da parte del curatore fallimentare di Mt. Gox, il più grande exchange di Bitcoin crollato nel 2014, al culmine di una serie di attacchi da parte di pirati informatici che ne trafugarono gran parte delle risorse detenute.

Stando alle dichiarazioni rilasciate al proposito, i rimborsi ai clienti danneggiati dal crac di Mt. Gox inizieranno a essere distribuiti nel prossimo mese di luglio. I rimborsi saranno effettuati in Bitcoin e Bitcoin Cash e potrebbero andare ad aumentare la pressione di vendita su entrambi i mercati. Le conseguenze di questo avviso hanno peraltro provocato un nuovo smottamento di BTC, al momento quotato poco più di 61.100 dollari.

Mt. Gox: a luglio inizia la campagna dei rimborsi

Il defunto exchange di Bitcoin Mt. Gox ha dichiarato che inizierà a distribuire i beni rubati ai clienti in un hack del 2014 nella prima settimana di luglio. Un annuncio atteso da un gran numero di investitori rimasti coinvolti negli eventi di dieci anni fa. Anche perché le scadenze al proposito sono state continuamente rimandate, mettendo in fibrillazione i diretti interessati.

Questa la dichiarazione rilasciata per l’occasione da Nobuaki Kobayashi, incaricato di sovrintendere alle procedure fallimentari di Mt. Gox, sul sito web dell’ex scambio: “Il fiduciario per la riabilitazione si sta preparando a effettuare rimborsi in Bitcoin e Bitcoin Cash nell’ambito del piano di riabilitazione”.

Lo stesso Kobayashi ha poi affermato: “I rimborsi saranno effettuati dall’inizio di luglio 2024”. Inoltre, ha aggiunto che saranno necessarie una due diligence e alcune misure di sicurezza prima che i pagamenti possano essere realmente effettuati.

La pressione sul mercato crypto è destinata ad aumentare

Se gli ex clienti di Mt. Gox saranno prevedibilmente sollevati dall’annuncio in questione, la stessa cosa non può dirsi per tutti gli altri trader. Secondo la stragrande maggioranza degli analisti, infatti, i rimborsi sono destinati ad aumentare la pressione di vendita sui mercati.

Una previsione fondata sul fatto che i primi investitori riceveranno asset ad un valore molto più alto rispetto a quelli inseriti prima del 2013, rendendoli propensi a vendere almeno una parte delle loro partecipazioni, per poter rientrare dopo un lunghissimo periodo di attesa.

La vicenda di Mt. Gox non è mai stata effettivamente chiarita. Quello che era il più grande exchange di criptovalute a livello globale, è infatti crollato al culmine di una serie di attacchi di cui in molti hanno dubitato. L’unica cosa certa è la dimensione epocale dell’attacco. Nel corso dello stesso, infatti, furono trafugati circa 740mila Bitcoin. Il cui valore, ai prezzi attuali, sarebbe intorno ai 15 miliardi di dollari.

Uno sviluppo ampiamente prevedibile

Nel passato mese di aprile, K33 Research aveva pubblicato un rapporto sulla questione, secondo il quale l’exchange fallito si apprestava a distribuire 142mila BTC. Un valore pari a circa 9,5 miliardi di dollari, cui andavano aggiunti 143 Bitcoin Cash, a loro volta pari a circa 73 milioni di dollari.

Il mercato guarda con molto nervosismo agli eventi in questione. Il timore è che possa avvenire un vero e proprio sell-off da parte degli utenti rimborsati. Il prezzo del Bitcoin è infatti iniziato a scendere nei momenti successivi al rilascio della dichiarazione di Kobayashi. A mostrarlo con tutta chiarezza i dati di CoinGecko.

Uno sviluppo che, del resto, era stato ampiamente previsto. Nel passato mese di aprile, infatti, Vetle Lunde e Anders Helset avevano affermato al proposito: “Le monete di Mt. Gox potrebbero diventare un importante contributore negativo ai prezzi nel corso delle prossime settimane”. La speranza è che ad esse non si vadano ad aggiungere le ulteriori vendite dei minatori, messi a loro volta in difficoltà dal dimezzamento delle ricompense. Ove ciò avvenisse, la marcia all’indietro di Bitcoin sarebbe inevitabile.

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Dario Marchetti

Sono laureato in Lettere e Filosofia con una tesi sul confine orientale d'Italia alla fine della Prima Guerra Mondiale. Scrivo per il web dal 2010, sui più svariati settori, tra cui tecnologia, criptovalute, motori ed economia.

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