Sfugge al controllo dei genitori durante un picnic nel verde, cade in un canale di scolo e muore annegata: è il tragico destino toccato a una bimba di appena 3 anni di origini camerunensi a Padova. A riportarlo sono i quotidiani locali, che citano anche le parole che il primo cittadino di Ponte San Nicolò, Gabriele De Boni, ha rilasciato ai giornalisti dopo aver appreso la notizia.

Sfugge al controllo dei genitori e cade in un canale: bimba di 3 anni muore annegata a Padova

I fatti risalgono al pomeriggio di ieri, 23 giugno. Stando a quanto ricostruito finora, la bambina – che aveva compiuto 3 anni il 10 giugno scorso – si sarebbe allontanata per un istante dai familiari, che insieme ad alcuni loro connazionali si erano dati appuntamento in località Roncajette, nel Padovano, per un picnic nel verde, quando, all’improvviso, sarebbe caduta all’interno di un canale di scolo.

All’arrivo dei soccorsi, allertati dagli adulti presenti alla festa, la piccola – già in gravi condizioni – sarebbe stata trasportata d’urgenza in elisoccorso all’ospedale pediatrico di Padova, dove però i medici non avrebbero potuto far altro che constatarne il decesso. “Sono stato informato appena accaduto”, ha detto il sindaco di Ponte San Nicolò, Gabriele De Boni, ai giornalisti.

Lo stesso ha poi parlato di “una tragedia, un fatale incidente“. “Conosciamo alcune delle famiglie, sono persone perfettamente integrate e stimati professionisti, sappiamo che hanno scelto Ponte San Nicolò come luogo di ritrovo perché vivono lo spirito di accoglienza e rispetto della nostra comunità – ha aggiunto -. Non posso che esprimere il nostro cordoglio e condividere la profonda tristezza che questa tragedia ci lascia”. Lo riporta Padova Oggi.

La storia dei due fratellini morti annegati a Manfredonia

La vicenda della bimba di 3 anni farà tornare alla mente di molti quella dei due fratellini di 6 e 7 anni che lo scorso 11 luglio sono stati trovati morti all’interno di una vasca d’irrigazione di proprietà di un’azienda agricola tra Manfredonia e Zapponeta, in provincia di Foggia.

Si chiamavano Daniel e Stefan ed erano di origini romene: qualche giorno prima del ritrovamento dei loro corpi si erano allontanati dalla casa di famiglia per uscire a giocare e, improvvisamente, erano scomparsi nel nulla. A dare l’allarme erano stati i genitori. Poi era arrivata la tragica notizia.

Una delle ipotesi è che stessero cercando sollievo dal caldo e che si siano quindi immersi nella vasca, non adeguatamente protetta, annegando. L’altra è che uno dei due sia scivolato al suo interno, venendo aiutato dal secondo, che l’avrebbe in poco tempo raggiunto in acqua.

In molti, dopo aver saputo ciò che era successo loro, avevano ripensato a Ciccio e Tore, i fratelli di Gravina di Puglia morti nella “casa delle cento stanze”. Era il 2006. I due, di 11 e 13 anni, erano usciti per andare a giocare, non facendo più ritorno a casa.

Le lunghe indagini che hanno riguardato la loro storia sono arrivate alla conclusione che caddero nella cisterna in cui furono ritrovati solo diversi anni dopo, nel 2008, giocando. I familiari però sono convinti che dietro la loro scomparsa si celi altro: che qualcuno, in particolare, fosse a conoscenza dell’accaduto e non abbia fatto nulla per aiutarli.

Per questo, nel corso degli anni, hanno più volte chiesto alla Procura di riaprire il caso, l’ultima di recente. “Abbiamo nuove prove”, ci aveva detto l’avvocato Giovanni Ladisi, che li assiste. Il loro obiettivo? Arrivare alla verità, a qualunque costo.