Al via la seconda giornata dei ballottaggi per le elezioni comunali 2024. Le urne resteranno aperte fino alle 15 di oggi – lunedì 24 giugno 2024 – negli oltre 100 comuni italiani interessati. Sorvegliati speciali i 14 comuni capoluogo arrivati al secondo turno: Firenze, Bari, Lecce, Perugia, Avellino, Potenza, Caltanissetta, Cremona, Campobasso, Rovigo, Urbino, Verbania, Vercelli e Vibo Valentia.
Occhi puntati anche sull’astensionismo che ieri ha fatto registrare un trend negativo, in linea con quello del primo turno, quando il dato complessivo dell’affluenza si è fermato al 49,69%.
Ieri sera, alla chiusura della prima giornata di votazioni alle 23,00 l’affluenza è stata del 37%. Il dato delle ore 19 era stato del 27,89%, quello delle 12 dell’11,98%, confermando quindi una tendenza in calo rispetto al primo turno, quando però si votava anche il sabato e non il lunedì.
Ballottaggi elezioni comunali 2024: i dati dell’affluenza
In attesa dell’arrivo dei nuovi risultati relativi all’affluenza attesi per le 12 di oggi, il dato più importante da rilevare riguarda l’alto astensionismo registrato ieri in tutte le regioni, comprese quelle in cui si vota per i comuni capoluogo. Ieri, domenica 23 giugno, si è recata alle urne solo il 37% degli elettori.
Le regioni che hanno fatto registrare l’affluenza più alta sono state l’Umbria con il 46,53% e le Marche con il 44,31%. Quelle dove le urne sono state disertate maggiormente sono state la Puglia con il 32.38% e la Liguria con il 31,56%.
Secondo turno amministrative 2024: alle 15 al via lo spoglio e le prime proiezioni
Prevista per le 15,00 la chiusura delle urne e l’inizio dello spoglio delle sezioni con le prime proiezioni. Fari accesi su Firenze, Perugia, Lecce, Bari e Potenza, dove la lotta tra i candidati di centrosinistra e quelli di centrodestra è particolarmente accesa. I ballottaggi chiuderanno la lunga maratona elettorale iniziata a febbraio con le Elezioni regionali in Sardegna. Dopo la pausa estiva, però, si ritornerà alle urne in autunno per le Elezioni regionali in Umbria e in Emilia Romagna, prima della tornata elettorale per le regioni nel 2025, una battaglia che si preannuncia già agguerritissima.