Vietati gli affitti brevi a Barcellona dal 2028. Misura shock presa dal sindaco della città di Barcellona che ha annunciato di voler interrompere le licenze per tutte le strutture ricettive turistiche per pochi giorni. Ciò significa che entro la fine del 2028 nel capoluogo della Catalogna non ci saranno più B&b, affittacamere o appartamenti in locazione per breve termine.

Rimarranno attivi solo i sistemi più tradizionali di soggiorno vale a dire gli hotel. Si stima che questa drastica decisione colpirà oltre 10mila gestori che attualmente lavorano esclusivamente nel settore turistico con la formula di affitto breve per le loro strutture.

Vietati gli affitti brevi a Barcellona dal 2028: perché si è giunti a questa misura

Il sindaco di Barcellona Jaume Collboni ha spiegato che la decisione, seppur drastica, appare doverosa per calmierare il prezzo del mercato immobiliare. Le compravendite e soprattutto la richiesta di locazione hanno raggiunto infatti una condizione tale da non essere più sostenibile per gli abitanti della città.

Solo nel corso dell’ultimo decennio il costo dell’affitto è aumentato di circa il 70% mentre la vendita del 38%. Una speculazione motivata anche dal turismo e la conversione di proprietà immobiliari a strutture ricettive quali affittacamere o appartamenti con locazione a breve termine.

Per i proprietari la soluzione di affitto per poche giornate a clienti diversi risulta molto più remunerativa che una locazione mensile su lungo periodo.

Ecco allora che oltre ad alzare il prezzo medio immobiliare questo fenomeno comporta anche l’uscita di tantissimi appartamenti dal mercato tradizionale.

Negli ultimi anni questo meccanismo ha prodotto l’abbandono di molti cittadini dalla città di Barcellona per spostarsi in zone più economiche.

Il sindaco della città, appartenente al partito socialista, si è visto dunque costretto a mettere in campo una contromisura per arginare le difficoltà dei propri cittadini.

Cosa cambia per i turisti

L’eliminazione degli affitti brevi a Barcellona non avverrà dall’oggi al domani. Pertanto chi ha già organizzato una vacanza nei prossimi mesi nel capoluogo della Catalogna non deve temere alcuna ripercussione.

I cambiamenti arriveranno nel corso dei prossimi anni. Se il voto della giunta comunale esprimerà parere favorevole, le attuali 10.101 licenze attive in questo settore scadranno solo entro novembre del 2028. Ma da questo momento in avanti non verranno più rinnovate, obbligando i proprietari a cessare la propria attività turistica.

Da fine 2028 quindi a Barcellona non sarà più possibile soggiornare per un breve periodo se non usufruendo degli hotel.

Ad essere ancora più precisi Barcellona ha già vietato la registrazione di nuovi appartamenti adibiti alla locazione turistica fin dal 2014 e da quel momento in avanti ha dovuto combattere aspramente la pratica di affitto irregolare con la chiusura di circa 9.500 strutture turistiche prive di licenza fino ad ora.

Ma tutto ciò non è bastato a limitare l’aumento selvaggio dei prezzi immobiliari. Ecco allora che il sindaco Jaume Collboni ha pensato che, con la cessazione delle licenze turistiche, gli oltre 10 mila appartamenti oggi destinati al settore turistico torneranno a disposizione dei cittadini che vivono costantemente in città. 

Questo porterà dunque ad una maggior offerta sul mercato immobiliare e di conseguenza una limitazione alle richieste economiche.

La reazione dei proprietari

La drastica misura è stata accolta in maniera contrastante sia da sostenitori dell’amministrazione di Barcellona sia dall’opposizione. Isabel Rodríguez, Ministra spagnola per le Politiche territoriali, si è detta favorevole all’eliminazione degli affitti brevi perché può permettere al prezzo immobiliare di tornare ad essere maggiormente accessibile.

I gestori delle strutture ricettive e le associazioni di categoria hanno invece annunciato battaglia per difendere i propri diritti.

Pur consapevole delle difficoltà del mercato immobiliare di Barcellona, l’associazione dei locatori Apartur ha spiegato che il non rinnovare le licenze per gli affitti brevi turistici non arginerà il problema ma anzi produrrà ancor più disagi con la proliferazione dell’offerta illegale.

Oltretutto le strutture ricettive ad affitto breve costituiscono il 40% della possibilità per una turistica di visitare la città. La loro cancellazione potrebbe causare pesanti ricadute su tutto il settore turistico di Barcellona.

Dall’altro lato, l’Unione degli inquilini, che tutela i diritti dei cittadini in affitto di lungo periodo, si dice preoccupata che un eventuale cambio di schieramento politico nell’amministrazione di Barcellona possa far arenare il progetto.