Sono state ore interminabili quelle di giovedì 20 giugno 2024, che hanno impegnato i vigili del fuoco nelle operazioni per domare il maxi incendio scoppiato nella zona della Magliana, a Roma: scattato questa mattina, 23 giugno 2024, l’allarme diossina. Sulla questione, Daniele Catalano (Lega), consigliere al Municipio XI, ha rilasciato un commento ai giornalisti di TAG24.
Terribile incendio alla Magliana: l’Arpa lancia l’allarme diossina. Catalano: “È una situazione allo sbando”
Per molti residenti della zona è sembrato un nuovo 2022, quando la zona intorno all’argine del Tevere ha preso fuoco a causa delle temperature roventi dei mesi estivi e delle sterpaglie e rifiuti abbandonati nell’area.
A richiamare alla memoria quei tragici momenti, proprio il presidente del Municipio XI, Gianluca Lanzi, che ha definito l’episodio di questi giorni “un disastro annunciato“:
Un disastro annunciato. Non posso definire diversamente quanto è accaduto oggi a via Asciano, dove è divampato un grande incendio. Come nell’estate del 2022, l’area sull’argine del Tevere, di competenza della Regione Lazio, è stata completamente avvolta dalle fiamme alimentate dalla vegetazione e da tutti i materiali e i rifiuti lì depositati dagli accampamenti abusivi.
Sulla stessa linea di pensiero anche il consigliere del Municipio XI, Daniele Catalano, che ha TAG24 ha dichiarato:
“È una situazione che si protrae da tantissimo tempo e che, purtroppo, non non sembra aver mai una via d’uscita. C’è un problema generale caratterizzato dalla stessa presenza di campi nomadi non autorizzati, che magari, per raccogliere rame, o a volte involontariamente danno vita a roghi. Stavolta, l’incendio che è divampato, è veramente da condannare. Anche per tutto lo spreco di forze dell’ordine, di protezione civile, che ancora oggi tengono d’occhio la situazione.
Però, purtroppo a via Asciano, sotto il cavalcavia del viadotto della Magliana, spesso si fanno fuochi, la situazione è allo sbando più totale. Mi sembra evidente che parliamo comunque di una situazione da tenere molto sotto controllo anche dal punto di vista ambientale e sanitario. L’Arpa ha diramato l’allarme per la dispersione nell’aria di molta diossina, quindi, che fa male alle persone, oltre che gli animali e tutto il resto“.
Allarme diossina: la colonna di fumo nero e denso visibile a km
Il rogo è scoppiato intorno alle 13 di questo giovedì 20 giugno 2024 e ha richiesto l’intervento di vigili del fuoco e protezione civile, che hanno combattuto per l’intera giornata contro le fiamme, mentre le forze di polizia hanno aiutato i cittadini ad evacuare e messo in sicurezza la zona.
Nonostante il terribile incendio sia ormai spento, i controlli e i rilevameti effettuati dall’Arpa Lazio hanno messo in allarme la popolazione per l’eccessiva quantità di diossina nell’aria, resa irrespirabile e tossica. Secondo i dati, infatti, il livello della sostanza tossica dell’aria sarebbe di circa 126 volte superiore alla media.
Catalano, però, sottolinea che poco o nulla è stato fatto per arginare la questione incendi nella zona, ormai, quasi, abbandonata a se stessa. A farne le spese, infatti, sono poi i cittadini, costretti a vivere fra sterpaglie e degrado:
“Dal punto di vista di Roma Capitale, credo non si stia facendo nulla. Abbiamo un campo autorizzato sul nostro municipio che è quello dove i nomadi che vogliono continuare a vivere secondo le loro tradizioni dovrebbero stare. Il problema è che, poi, ci sono una serie di questioni culturali, per cui gruppi dominanti di fatto cacciano dal campo autorizzato le minoranze. Queste, a loro volta, creano campi abusivi. Però sono trent’anni che avviene questa roba. Sono trent’anni che Roma Capitale spende un milione di euro per progetti di integrazione culturale.
Purtroppo, non non è cambiato nulla, cioè si continua a chiudere gli occhi. Si continua a non intervenire in modo risolutivo. E, quindi, si vengono a determinare situazioni di questo genere. Chi ne risente sono i cittadini. È chiaro, poi, che se si libera una moltitudine di diossine – come rilevato dall’Arpa – è un problema da non sottovalutare assolutamente. Chiaramente. Capisco che sgomberare ha dei costi, però, ci sono delle situazioni assolutamente critiche sotto il viadotto della Magliana, sotto il ponte di via Portuense, su via Newton. Ormai sono diventate delle città abusive., all’interno di aree protette. Le soluzioni che sono state avanzate negli anni non hanno mai conosciuto concretezza. È un tema nazionale, questa è la verità“.
La situazione, comunque, rimarrà sotto stretta osservazione per i prossimi giorni. L’incendio ha colpito una vasta area del viadotto della Magliana, in via Asciano, arrivando vicino a un insediamento abusivo e bruciando diversi cumuli di rifiuti e plastica.
Nella giornata di venerdì, 21 giugno, a Gravina in Puglia, una giovane 30enne è morta, dopo essere rimasta intrappolata nell’incendio esploso nella sua abitazione, circa dieci giorni fa. La ragazza, Rosy Varvara, è deceduta in ospedale, dopo una lenta agonia.