Fossimo in un’aula di tribunale, quello del procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, sulla separazione delle carriere sarebbe un giudizio senza appello. Il provvedimento, previsto dal Guardasigilli Nordio come parte dell’annunciata riforma della Giustizia, è considerato letteralmente “inutile“ da Gratteri, in quanto andrebbe a riguardare solo una percentuale minima dei magistrati.
Ma l’attacco del procuratore all’operato del governo diventa ancora più impietoso quando parla del contrasto alla mafia, sul quale l’esecutivo starebbe facendo “cose inutili“.
Separazione delle Carriere, Gratteri: “Solo 0,2% dei magistrati cambia funzione ogni anno e per loro si stravolge la Costituzione?”
Non accenna a calare la tensione tra politica e magistratura, un braccio di ferro che va avanti da almeno 35 anni.
Nuovo motivo del contendere, negli ultimi tempi, è la riforma della Giustizia annunciata dal ministro Carlo Nordio e già approvata dal Consiglio dei Ministri, pronta dunque per la discussione in Parlamento.
A scagliarsi contro di essa è oggi, 23 giugno 2024, il procuratore di Napoli Nicola Gratteri che, in particolare, se la prende con il discusso provvedimento relativo alla separazione delle carriere. L’idea di distinguere il percorso professionale di giudici e pubblici ministeri è considerata senza mezzi termini “inutile” da Gratteri, che fa appello ai numeri relativi al tema per sostenere il proprio affondo:
“Ogni anno su 100 magistrati solo lo 0,2% cambia funzione, e allora solo per lo 0,2% dobbiamo cambiare la Costituzione fatta sul sangue di milioni di italiani?“
Ospite di ‘Trame, Festival dei libri sulle mafie’, in corso a Lamezia Terme (Catanzaro), il giudizio del procuratore partenopeo verso l’esecutivo diventa ancora più netto quando affronta il tema della lotta alla criminalità organizzata:
“Il governo sta facendo cose inutili sul fronte della lotta alla mafia. La mia preoccupazione non è il contrasto alle mafie, non sono i processi di mafia. I legislatori, pensando di fare la faccia brutta, alzano sempre il massimo delle pene, ma dovrebbero alzare il minimo, altrimenti non cambia nulla”.
Attacco a Nordio sulle intercettazioni: “Dice che costano troppo, ma non è vero”
Altro aspetto che alimenta i contrasti tra politica e magistratura è quello relativo alle intercettazioni. Da sempre giudicate uno strumento ricattatorio nelle mani dei giudici e privo di forme di controllo, è al centro della riforma Nordio che prevede una stretta dovuta anche ai costi ritenuti eccessivi. Tesi respinta con fermezza da Gratteri:
“Il ministro Nordio dice che le intercettazioni costano troppo. Le intercettazioni costano 170 milioni di euro l’anno per tutte le procure d’Italia messe assieme. Una cifra che nel bilancio di un ministero non è nulla“.
A rendere più propriamente politico l’intervento del procuratore è, infine, la bocciatura espressa nei confronti dell’autonomia differenziata. La misura varata dal governo va nella direzione opposta a quella che il Paese dovrebbe seguire, secondo Gratteri. Una spaccatura che dovrebbe, invece, essere sostituita da una nuova unità per l’Italia, soprattutto sul versante della sanità pubblica.