Con la riforma fiscale è stato introdotto il concordato preventivo, che consente al contribuente di accordarsi con il Fisco sul reddito da dichiarare nei prossimi due anni. Come viene calcolato il reddito? Scopriamolo.

Tra le novità introdotte con la riforma fiscale c’è il concordato preventivo, che rappresenta una grande novità nel panorama tributario italiano. Grazie a questo istituto giuridico il lavoratore autonomo ha la possibilità di trovare un’intesa con l’amministrazione tributaria sul reddito che deve dichiarare nei due anni successivi. Sulla base di un’intesa preventiva il lavoratore autonomo saprà quante imposte dovrà versare al Fisco sul reddito prodotto. Una domanda sorge ai contribuenti: come viene calcolato il reddito dall’Agenzia delle Entrate? Facciamo chiarezza in questa guida.

Concordato preventivo: come viene calcolato il reddito? 

Una novità introdotta dalla riforma fiscale 2024 è rappresentata dal concordato preventivo: si tratta di un istituto giuridico che si sostanzia in un’intesa preventiva siglata tra contribuente ed Agenzia delle Entrate attraverso la quale il lavoratore sa a quanto ammontano le imposte da versare al Fisco. Imprenditori, professionisti e titolari di Partita Iva hanno la possibilità di aderire o meno al concordato preventivo biennale. Se non aderisse il contribuente potrebbe essere oggetto di maggiori controlli da parte dell’amministrazione fiscale e delle Fiamme Gialle. Il Tesoro ha approvato un provvedimento che contiene la metodologia di computo del reddito, il cui livello è associabile alla massima affidabilità. La proposta prende spunto dagli indici ISA storici per poi proporre un livello di reddito che tiene conto del massimo grado di affidabilità fiscale. L’Agenzia delle Entrate non avrà occhio di riguardo per nessun contribuente.

Il concordato preventivo è una misura introdotta dall’esecutivo italiano per semplificare la fiscalità e per promuovere una maggiore cooperazione tra contribuenti e amministrazione fiscale. Si tratta di un’intesa fiscale che permette ai contribuenti di definire in anticipo i debiti tributari per un periodo di 24 mesi. Tale misura è rivolta a professionisti ed alle Piccole e Medie Imprese, offrendo un framework di certezza che semplifica la gestione aziendale e la pianificazione finanziaria. L’amministrazione fiscale, sulla base delle informazioni e dei dati inviati al contribuente, comunica il livello di reddito che dovrebbe essere oggetto di dichiarazione. L’intesa preventiva concerne due esercizi di imposta e dovrà essere definita entro il 15 di ottobre 2024. Gli effetti dell’accordo raggiunto saranno per il 2024 e per il 2025. Per le Partite Iva Forfettarie il Concordato Preventivo avrà effetto solo per il corrente anno.

Concordato preventivo: la proposta di reddito da parte del Fisco

La proposta di concordato preventivo viene elaborata seguendo una determinata metodologia: l’elaborazione avviene in coerenza con la capacità contributiva del lavoratore e in coerenza con le informazioni ed i dati dichiarati dal contribuente. La metodologia proposta dall’Agenzia delle Entrate tiene debitamente conto del trend dei mercati, delle redditività del comparto in cui si opera, dei vincoli normativi e dei dati presenti in Anagrafe Tributaria. Partendo dal reddito dichiarato dal contribuente si provvede a misurare i singoli ratio di affidabilità, a valutare i risultati economici nella gestione operativa, a comparare i valori settoriali, a formulare la base Irap e a provvedere alla rivalutazione con le previsioni macroeconomiche per gli esercizi 2024 e 2025.

Il Fisco italiano punta a valutare l’affidabilità fiscale del contribuente e tiene debitamente conto del livello massimo dei ricavi associati al voto più elevato. la proposta di reddito definitiva è influenzata da ulteriori rivalutazioni. Tale proposta può essere accettata o rifiutata dal contribuente. Ai lavoratori/contribuenti con i redditi più bassi verrà proposto un livello di reddito molto più elevato rispetto a quanto dichiarato per lo scorso anno 2023. L’accordo preventivo punta a ridurre il contenzioso fiscale: Fisco e contribuenti possono evitare onerose controversie legali e possono avviare una collaborazione più pacifica e proattiva, evitando liti tributarie.