Oggi, 23 giugno, e domani, circa cento comuni italiani andranno al ballottaggio per scegliere il loro nuovo sindaco. Tra questi, non ci sarà San Luca, il paese di circa 3500 abitanti in provincia di Reggio Calabria diventato famoso per la violenza delle sue ‘ndrine. Il sindaco uscente, Bruno Bartolo, non ha voluto ricandidarsi. Ma per prenderne il testimone, non si è fatto avanti nessuno. Zero aspiranti sindaco. Nè il centrodestra, nè il centrosinistra nè tantomeno una lista civica hanno espresso il nome di un uomo o di una donna pronti a rappresentare lo Stato nel paese che, per anni, ha fatto da scenario anche a una delle faide più cruente della storia della criminalità italiana. San Luca, quindi, sarà governata da un commissario prefettizio. Non è la prima volta che si è costretti a ricorrere a questa soluzione. Sta di fatto che del caso se ne sta occupando a Roma anche la Commissione parlamentare Antimafia. ll senatore del Partito Democratico Walter Verini ha proposto che, al prossimo appuntamento elettorale, se non ci saranno ancora candidati, a scendere in campo dovranno essere proprio tutti i componenti di quella commissione. Ma Libera, l’associazione antimafia di don Luigi Ciotti, tramite il suo portavoce calabrese, Giuseppe Borrello, a Tag24.it, spiega che questa proposta rischia di essere solo un inutile palliativo. Per San Luca, suggerisce il referente dell’associazione, occorre un lungo e paziente lavoro di recupero sociale. Magari, sul modello di quello svolto fino a quasi dieci anni fa da Mimma Cacciatore, dal 2011 al 2015 preside dell’unica scuola aperta di San Luca.

San Luca, il paese ostaggio della ndrangheta senza candidati sindaco. Borrello (Libera): “Occorrono diritti e servizi, non strane ricette”

Non è la prima volta, ma il fatto che a San Luca, il paesino dell’Aspromonte diventato famoso, suo malgrado, per la violenza delle sue ‘ndrine, non ci sia stato nessuno che si è candidato a sindaco, fa, in ogni caso, discutere anche la Commissione Antimafia. ll senatore del Pd Walter Verini, in occasione di questa tornata elettorale, l’ha messa così:

“Se a San Luca non si riesce ad avere un sindaco perché nessuno si candida, dobbiamo essere noi ad impegnarci anche in prima persona perché succeda. Non è tollerabile che ci sia un pezzo del nostro Paese tagliato fuori dal processo democratico. Per questo, dico ai miei colleghi della commissione Antimafia: alle prossime elezioni amministrative di San Luca, candidiamoci noi. Mettiamoci noi la faccia. Accompagniamo chi vorrà far rinascere il paese. Senza che sia una manovra di facciata: chi verrà eletto, dovrà restare”

L’idea di Verini è quella di coinvolgere, nel caso, anche nomi di peso della cultura, dello spettacolo e dello sport. Ma, almeno per ora, non trova molto d’accordo Giuseppe Borrello, il coordinatore regionale di Libera, l’associazione antimafia di don Luigi Ciotti.

Borrello (Libera): “San Luca deve essere governata dai sanluchesi, con dietro uno Stato forte”

Interpellato da Tag24.it, il coordinatore regionale di Libera Giuseppe Borrello ha spiegato perché l’idea del senatore Verini di far candidare i componenti dell’Antimafia non lo convince fino in fondo: “Quello che prima di tutto deve fare lo Stato centrale è garantire diritti e servizi ai cittadini di San Luca. Finora, non è stato sempre così. E anche esperienze positive sono state lasciate sostanzialmente morire. Un esempio? Quello della scuola di San Luca. In paese, ha funzionato benissimo fino a quando è stata diretta da Mimma Cacciatore, una dirigente scolastica di Vibo Valentia che tutti i giorni si è dedicata anima e corpo ai ragazzi del paese raccogliendo risultati molto importanti. Per liberare San Luca dalla ndrangheta e riportarlo a una normale vita democratica occorre prima di tutto un impegno sociale: far sentire ai cittadini la presenza costante delle istituzioni. Per questo dico che San Luca deve essere governata dai saluchesi con dietro uno Stato forte. E non so fino a che punto possa servire la candidatura dall’alto dei parlamentari antimafia”.

Come dire, il rischio di una passerella magari solo un pò più prolungata è troppo elevato.

L’esperienza della preside Mimma Cacciatore: “Non occorrono eroi, ma istituzioni forti”

L’esempio virtuoso citato da Giuseppe Borrello di Libera per San Luca ha un nome e cognome ben precisi: Mimma Cacciatore, preside dal 2011 al 2015 dell’unica scuola del paesino dell’Aspromonte. Raggiunta da Tag24.it, la docente racconta la sua esperienza sanluchese così: “Per me, sono stati quattro anni fantastici, anche se ogni giorno dovevo sobbarcarmi un viaggio di due ore per arrivare a scuola. Quando arrivai, c’era una situazione disastrosa. Sia dal punto di vista strutturale dell’istituto, che della comunità che l’animava. Tra elementare e media, al primo anno, fui costretta a denunciare diciotto famiglie che non mandavano i bambini a scuola. Ma già al terzo anno, il problema dell’evasione scolastica riuscii ad eliminarlo. Questo, grazie a un lavoro quotidiano. Con la scuola, finalmente ristrutturata, aperta 365 giorni l’anno, un campetto polivalente per far fare un pò di sport ai ragazzi, ma anche il lavoro degli psicologi e delle assistenti pronte ad aiutare le famiglie con dei componenti in carcere o solo con cognomi ‘pesanti’. Bisogna fare in modo di includere anche loro. E i risultati non mancarono anche sul fronte del bullismo, che era una vera e propria piaga. All’inizio del mio mandato, capitava spesso che sedie e banchi volassero dalle finestre. Allora mi inventai il loro recupero facendole diventare oggetti d’arte. E per questo, nel 2014, come scuola, raccontammo la nostra esperienza anche a Papa Francesco”.

Tanto impegno e passione profusi in quattro anni diedero ottimi frutti. Ora, però, si fa notare alla professoressa Cacciatore, a San Luca tutto sembra tornato alla ‘solita normalità’, con nessuno che si fa avanti nemmeno per assumersi la responsabilità di fare il sindaco… “Bisogna in ogni caso aiutare San Luca, non solo additarlo come il paese della ndrangheta – risponde la dirigente scolastica – Occorre agire in sinergia, in maniera costante. Senza sperare in eroi o eroine. A San Luca non c’è nulla: non un centro giovanile, non un teatro, non un cinema, nè un centro di formazione professionale. Ai miei tempi, dicevo sempre che bisognava aumentare, prima ancora del Pil, il valore del ‘Pics’, del prodotto interno culturale e socializzante. Se i bambini, fuori dalla scuola, hanno solo la strada e il bar, è difficile credere in un futuro migliore, magari anche solo con un sindaco vero”.