Approvato il decreto legge che punta a rilanciare il settore minerario italiano: l’esecutivo mira a rilanciare il comparto attraverso un iter procedurale semplificato.

A che punto è la situazione delle miniere italiane? Quali sono gli obiettivi comunitari da raggiungere? L’approvazione del provvedimento da parte del governo Meloni ha la finalità di rilanciare il comparto minerario attraverso procedure snelle e semplificate. Il provvedimento è stato presentato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy in concerto con il Ministero dell’Ambiente. Tra i punti rilevanti su cui interviene il provvedimento, ci sono le tempistiche massime di autorizzazione per le miniere.

Approvato il decreto legge che punta a rilanciare il settore minerario italiano

L’esecutivo Meloni ha approvato il decreto legge che punta ad adeguare la regolamentazione sul comparto minerario agli standard previsti dal regolamento Critical Raw Materials Act. L’approvazione del provvedimento è avvenuta tenendo debitamente conto della transizione green. Con il decreto “Materie prime critiche” vengono implementate le procedure semplificate per il processo autorizzativo dei progetti strategici.

L’iter procedurale si sostanzia nell’incentivazione dell’offerta di commodities e in un sistema continuo di controllo della domanda. La verifica viene espletata dal Comitato tecnico permanente per le materie prime strategiche e critiche, i cui compiti sono ascrivibili ai seguenti:

  • monitoraggio del livello delle scorte disponibili per ciascuna materia prima strategica,
  • monitoraggio tecnico, strategico ed economico delle catene di approvvigionamento di materie prime strategiche e critiche.

Il Comitato deve stabilire un Piano nazionale delle commodities critiche e strategiche. Il Piano prevede la semplificazione delle procedure di autorizzazione, l’avvio del programma di esplorazione, l’elaborazione di sistemi di monitoraggio ed il rafforzamento del Fondo Nazionale del Made in Italy.

Settore minerario italiano: i punti fondamentali del decreto legge

Scopriamo quali sono i punti rilevanti del decreto legge approvato. Tra i punti chiave su cui interviene il provvedimento ci sono le tempistiche massime di autorizzazione per i siti minerari. Per le miniere nuove, i tempi di autorizzazione sono pari a 18 mensilità, per i siti di riciclaggio le tempistiche di autorizzazione sono pari a dieci mesi, mentre per il rinnovo della concessione i tempi di autorizzazione sono pari a 10 mesi. Il provvedimento introduce un sistema di royalties che saranno versate allo Stato e Regioni. Le royalties sono pari al 5/7 percento e sono destinate ad incentivare l’apertura delle miniere.

Miniere in Italia: la situazione a livello nazionale

Negli ultimi decenni le miniere attive sul territorio nazionale sono diminuite: dopo aver raggiunto il massimo di 1.400 siti negli anni Cinquanta del XX secolo, è iniziato il processo di decrescita. Nel 2020 le miniere attive erano pari a 76 siti. Tra le varie materie critiche, sul territorio italiano è possibile estrarre e processarne tre. Tra i giacimenti di materie critiche troviamo i siti di antimonio, barite, argento, cobalto, oro, manganese, magnesio, mercurio, zinco, uranio, rame, piombo, pirite, tungsteno, nickel, molibdeno.

Sul territorio italiano vengono estratte le seguenti materie critiche: fluorite, feldspati e antimoni. A livello globale l’Italia estrae il 7 percento dei feldspati, mentre estrae l’uno percento della fluorite e dell’antimonio a livello mondiale. I feldspati sono impiegati nell’industria ceramica, in quella del vetro, nel campo dell’archeologia, della geologia, nel settore delle plastiche, delle gomme e delle vernici. Il provvedimento approvato dall’esecutivo Meloni si inserisce in uno scenario di dipendenza dall’estero, specie dalla Cina, per determinati materiali critici. Dall’Oriente l’Italia viene importato il 45 percento del germanio, il 97 percento del magnesio, il 68 percento del cobalto, il 79 percento del litio, il 70% del gallio e il 98 percento delle terre rare.

Miniere in Italia: la data di riapertura

L’esecutivo Meloni si attende che i giacimenti minerari possano riaprire dal 2026 in poi, in coerenza con le tempistiche indicate dal provvedimento. Il Ministero delle Imprese deve compilare il Registro nazionale delle aziende e delle catene del valore strategiche per identificare le grandi aziende che operano sul territorio italiano e che utilizzano le materie prime strategiche. L’UE ha fissato determinati obiettivi che devono essere raggiunti in merito alle materie critiche.