Commozione e rabbia, applausi e urla. Con questi sentimenti molteplici si è presentata la piazza di Latina davanti alla prefettura che ha accolto oggi, 22 giugno 2024, la manifestazione organizzata da Flai Cgil e Cgil dopo la morte del bracciante indiano Satnam Singh agli occhi della segretaria del Pd Elly Schlein.

Una piazza che si aspettava risposte che la Schlein ha provato a fornire, incontrando i cronisti a margine della protesta, tra cui l’inviato di TAG24 Michele Lilla, oltre a esprimere anche lei la rabbia e il dolore verso un sistema che produce schiavismo e morte.

Schlein alla manifestazione di Latina: “Satnam Singh vittima di un sistema strutturale di sfruttamento”

Un’ingiustizia dalla quale ne scaturiscono molte altre, una più indegna dell’altra. La morte di Satnam Singh è uno spartiacque in tema di disumanità. Perché il 31enne è morto dopo aver perso un braccio in un incidente mentre lavorava nei campi dell’agro pontino, scaricato davanti casa, senza nemmeno la minima dose di civiltà che avrebbe imposto il trasporto all’ospedale. Pochi giorni dopo, il 19 giugno, è sopraggiunta la morte e con essa, immediate, sono arrivate le lacrime e l’indignazione.

Indignazione intorno alla quale una comunità si è riunita oggi per una manifestazione davanti alla prefettura di Latina. Per chiedere giustizia per Singh, certo, ma anche per estirpare quella forma moderna di schiavitù che ne ha provocato la morte.

Tra loro c’era anche Elly Schlein, segretaria di un Partito democratico che prova faticosamente a riconquistare un ruolo di rappresentanza in quelle battaglie delle fasce più svantaggiate e oppresse della società che da tanto tempo lo vedevano distante. Schlein lo ha detto subito e chiaramente: nessuno si azzardi a giudicare quello di Singh un incidente perché lui è vittima dello sfruttamento e della disumanità di un intero sistema.

“Satnam Singh merita giustizia e la giustizia deve fare il suo corso ma non è un caso isolato: c’è un sistema strutturale di sfruttamento e di caporalato che va combattuto”.

La segretaria dem promette: “Proposta per abolire la Bossi-Fini”

La segretaria ha chiesto “uno scatto in avanti” di tutti, istituzioni e società, contro la piaga del caporalato, invocando più risorse per una legge che già esiste, la legge 199, ma che non viene pienamente attuata, soprattutto sul fronte della prevenzione.

Anche per impedire le illegalità mortali che la tragedia di Singh ha fatto emergere, come il fatto che su circa 7mila aziende agricole dell’agro pontino, solo 173 abbiano aderito ai protocolli di legalità delle White List della prefettura.

Sono queste le misure che la Schlein ha promesso di portare al più presto sui tavoli istituzionali, insieme alla madre di tutti i provvedimenti sull’immigrazione, che la segretaria del Pd e tutta la piazza di Latina hanno additato come la prima responsabile di quanto accaduto: la legge Bossi-Fini.

“Nei prossimi giorni presenteremo la nostra proposta per abolire la Bossi-Fini e riscriverla integralmente. Perché la Bossi-Fini è la legge che da 20 anni provoca irregolarità e l’irregolarità, come insegna questo omicidio, genera precarietà, sfruttamento e ricattabilità sulla pelle delle persone come Satnam Singh”.

Infine, rivendicando la sua presenza, sempre nell’agro pontino, nel 2018, per denunciare lo sfruttamento della comunità indiana Sikh, addirittura “costretta a prendere sostanze dopanti per lavorare di più“, Schlein ha assicurato che il Pd sarà presente “con un presidio permanente contro il caporalato nella zona. Una promessa che vuole essere anche garanzia di un nuovo corso che la segretaria intende far prendere al suo Partito democratico.