Una piccola, piccolissima speranza in una tragedia immane. La moglie di Satnam Singh ha ottenuto il permesso di soggiorno per motivi di giustizia. Questo ha deciso e fatto lo Stato italiano nei confronti di Sony, 24 anni, di nazionalità indiana anche lei, moglie e ormai vedova di Satnam Singh, il 31enne indiano bracciante agricolo morto dopo le gravi ferite riportate al braccio mentre lavorava in un campo in provincia di Latina.

Morte bracciante indiano, la vedova Sony resterà in Italia con tutti i documenti in regola

A convocarla è stata la Questura di Latina presentandole la possibilità di ottenere il documento e con l’aiuto e la mediazione della Cgil, si è avviato l’iter in tempi record. La procedura legale e burocratica per consentire a Sony di poter prendere il permesso speciale è durata circa un’ora.

Negli uffici della Questura del comune pontino è stata accompagnata da una sua amica, ma anche dalla sindacalista della Cgil Hardeep Kaur che, in questi giorni, non ha mai abbandonato Sony un sol istante. L’ha protetta, l’ha aiutata e sostenuta, cosa che non hanno fatto gli uomini dell’azienda per la quale lavorava in nero e, in maniera drammatica e ignobile, hanno consentito che il povero Satnam peggiorasse le sue condizioni davanti all’abitazione.

Sono giorni che la povera Sony, la vedova del bracciante indiano, viene assistita e accompagnata ovunque, soprattutto dalle sue amiche e dalla sindacalista che non l’ha mai lasciata sola da quando ha dovuto convivere con la morte del marito e affrontare i momenti della terribile vicenda.

La procedura per ottenere il permesso di soggiorno è durata un’ora circa e una volta terminata la documentazione, le tre donne hanno lasciato gli uffici della Questura da un’uscita posteriore degli uffici, quasi scortate e protette dalle forze dell’ordine.