Una delle tematiche più importanti che propone il Tour de France 2024 sarà la possibilità della doppietta con il Giro d’Italia per Tadej Pogacar. Nella storia del ciclismo, il bis di vittorie in entrambe le corse a tappe manca dal 1998, anno in cui Marco Pantani riuscì a vincere entrambe le corse. Da lì in avanti, molti corridori hanno provato a mettere a segno la doppietta, ma nessuno ci è più riuscito. Quest’anno ci proverà Tadej Pogacar: dopo aver dominato il Giro d’Italia, il corridore sloveno della UAE Team Emirates si presenterà al via della Grande Boucle con una squadra molto forte e con l’obiettivo dichiarato di ambire a vestire di nuovo la maglia gialla, già conquistata nel 2020 e nel 2021.
Tadej Pogacar e la doppietta Giro-Tour
L’ex corridore Michele Bartoli è convinto che Tadej Pogacar possa riuscire a mettere a segno la doppietta Giro-Tour. Noi di tag24.it abbiamo avuto modo di parlare con il vincitore di due Liegi, un Giro delle Fiandre, due Giri di Lombardia e un’Amstel Gold Race, per capire quale può essere la chiave di lettura del prossimo Tour de France che partirà il 29 giugno da Firenze.
Quanto è difficile realizzare la doppietta Giro d’Italia – Tour de France?
“Realizzare la doppietta viene considerata un’impresa quasi estrema, ma in realtà bisogna partire da un presupposto. Vincere è difficile, come succede sempre nel mondo del ciclismo. Fare un buon Giro d’Italia e un buon Tour de France nella stessa stagione, secondo me, non è eccessivamente complicato. Abbiamo avuto molti esempi di corridori, anche nel recente passato, che magari non hanno vinto, ma si sono ben comportati in entrambe le grandi corse a tappe. Nel 2018, ad esempio, gerani Thomas ha vinto il Tour de France, e alle sue spalle sono saliti sul podio Tom Dumoulin e Chris Froome, che venivano entrambi dal Giro d’Italia. Sicuramente è difficile vincere, ma è possibile affrontare entrambe le corse a tappe correndo ad alto livello”.
La fatica accumulata durante il Giro d’Italia si farà sentire nelle gambe di Pogacar?
“Credo che Tadej possa fare un ottimo Tour de France, anzi credo sia proprio il favorito numero uno. Al Giro d’Italia è stato devastante, ha vinto dominando la corsa fin dall’inizio. Credo che per il suo modo di correre e per la sua personalità, lo vedremo all’attacco fin dalle prime tappe. In fondo, l’avvio del tour prevede molte possibilità per gli uomini come lui”.
A proposito, il Tour de France 2024 parte dalla “sua” Toscana e il giorno seguente si arriva a Bologna, sul San Luca: come immagina questo avvio di corsa?
“E’ un inizio Tour molto diverso rispetto a quando correvo io. All’epoca la corsa era molto più schematica: nei primi nove giorni c’erano solo tappe per velocisti, poi si affrontavano cronometro e tappe di montagna. Per un uomo da classiche era difficile mettersi in evidenza alla Grande Boucle, adesso invece ci sono tappe simili a delle grandi classiche. I Giri disegnati così sono molto belli perchè offrono opportunità a tutti. La prima tappa secondo me è molto dura, la salita di San Marino permetterà di fare la differenza, mentre domenica sul San Luca sarà un’altra giornata molto impegnativa. Credo che vedremo grande battaglia per la classifica generale fin da queste prime giornate. La prima tappa per velocisti puri sarà quella di Torino, quindi mi aspetto una bella lotta fin dalle prime due frazioni. Credo che Pogacar non aspetterà per attaccare, così come è stato al giro d’Italia, dove lo abbiamo visto davanti fin dalla prima tappa. Al di là degli aspetti tecnici, sono felice e orgoglioso che il Tour parta dall’Italia”.
Ieri Jonas Vingegaard ha annunciato che sarà al via del Tour: quali conseguenze può portare una caduta come quella che ha avuto?
“Le conseguenze di una caduta simile non vanno valutate solo dal punto di vista fisico, ma anche e soprattutto da quello mentale. Sono cadute che rimangono perchè obiettivamente Jonas ha rischiato la vita, quindi quando vai in bici ci pensi. Un conto è allenarsi, un conto è affrontare una gara difficile come il Tour de France. Sicuramente la sua presenza a Firenze è una bella notizia per tutti, poi vedremo quale sarà il responso sulla strada. Essere presente dopo ciò che ha vissuto, però, è già una vittoria”.