Le pause bagno durante l’orario di lavoro rappresentano un diritto fondamentale per i lavoratori. Tuttavia, non sempre è chiaro quante volte sia possibile usufruire di questo diritto e quali siano le implicazioni legali per datori di lavoro e dipendenti. Un recente caso di cronaca ha sollevato legittimi dubbi e questioni al proposito: si può andare al bagno durante l’orario di lavoro? Vediamo cosa dice la normativa.
Si può andare al bagno durante l’orario di lavoro? Cosa fare quando il bisogno è frequente
La necessità di frequenti pause bagno può dipendere da vari fattori, tra cui un consumo eccessivo o insufficiente di liquidi, problemi di salute come ernia del disco, calcoli renali, problemi alla vescica o alla prostata, esposizione al freddo, diabete, o disturbi intestinali come il colon irritabile. Queste esigenze fisiologiche possono influenzare significativamente la vita lavorativa di un individuo. Ci sono però delle regole da rispettare quando si sta sul posto di lavoro.
Si può andare al bagno durante l’orario di lavoro? Come funziona la regolamentazione delle pause bagno
Non esiste una normativa specifica che stabilisca un numero massimo di volte in cui un lavoratore può andare in bagno durante l’orario di lavoro, probabilmente perché si fa appello al buon senso. Pertanto, per vedere cosa dice la legge sul caso particolare, bisogna andare a vedere la normativa sulle pause sul lavoro. La legge italiana prevede, in generale, una pausa di 10 minuti ogni sei ore consecutive di lavoro. Tuttavia, questa pausa sul lavoro può essere utilizzata per varie attività, tra cui, a mo’ di esempio, i pasti, la sigaretta o andare in bagno.
Per chi lavora al computer per almeno 20 ore settimanali, è prevista una pausa di 15 minuti ogni 2 ore di turno. Anche in questo caso, la pausa è generica e può essere utilizzata a discrezione del lavoratore.
Casi di riferimento e giurisprudenza
Diversi casi giudiziari hanno affrontato il tema delle pause bagno. Ad esempio, nel 2017, l’azienda Sevel di Atessa è stata condannata a risarcire un operaio al quale era stato impedito di utilizzare il bagno, costringendolo a lavorare con i pantaloni bagnati.
Un altro caso recente riguarda un supermercato di Pescara, dove una dirigente ha minacciato le dipendenti a causa di un assorbente usato trovato fuori dal cestino. Questo episodio ha suscitato l’intervento dei sindacati e ha riacceso il dibattito sui diritti dei lavoratori.
Il caso del supermercato di Brandizzo
Un recente episodio in un supermercato di Brandizzo, nel Torinese, ha sollevato la questione dei diritti dei lavoratori in merito alle pause sul lavoro e, più nel dettaglio, le pause per andare in bagno. La direttrice del punto vendita ha comunicato alle dipendenti, tramite un messaggio audio alle dipendenti, il divieto dell’utilizzo del bagno, affermando che le cassiere avrebbero dovuto “farsela addosso“. Questo caso ha portato alla protesta dei dipendenti e all’intervento del sindacato Uiltucs di Ivrea, che ha richiesto un incontro con la direzione del supermercato per discutere la situazione.
Diritti dei lavoratori secondo la legge
La legislazione italiana, in particolare il Decreto Legislativo 81/2008, stabilisce che i datori di lavoro devono garantire condizioni di lavoro sicure e dignitose, inclusi l’accesso ai servizi igienici. I datori di lavoro non possono impedire ai dipendenti di utilizzare i servizi igienici quando necessario, e farlo potrebbe comportare accuse di pregiudizio dell’integrità psicofisica.
Inoltre, non è consentito richiedere un’autorizzazione scritta per andare in bagno, in quanto rappresenterebbe una violazione della privacy. Tuttavia, il datore di lavoro può richiedere al dipendente di timbrare il cartellino, previa autorizzazione dei sindacati o dell’Ispettorato del lavoro.
Implicazioni legali per i datori di lavoro
I datori di lavoro devono bilanciare le esigenze produttive dell’azienda con il rispetto dei diritti dei lavoratori. Vietare l’uso del bagno, umiliare i dipendenti o costringerli a lavorare in condizioni imbarazzanti e dolorose va contro la dignità umana e non può essere tollerato. In caso di abuso, i lavoratori possono segnalare il comportamento alle autorità competenti o ai sindacati.
Cosa fare in caso di abuso
Se un datore di lavoro vieta o limita ingiustificatamente le pause bagno, questo può essere considerato un abuso dei diritti dei lavoratori. In tali casi, i lavoratori hanno il diritto di segnalare il comportamento alle autorità competenti o ai sindacati.