La norma sull’autonomia differenziata 2024 è stata approvata definitivamente dalla Camera dei deputati nella giornata del 19 giugno 2024, ma ci vorrà ancora del tempo prima che le regioni ottengano i maggiori poteri e si mettano in moto i meccanismi che prevedono la trasferibilità delle materie e i livelli essenziali di prestazione (Lep). Il disegno di legge del ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli prevede l’attuazione del comma 3, dell’articolo 116 della Costituzione che consente di accordare alle regioni a statuto ordinario, “ulteriori forme e condizioni di autonomia”.
Infatti, l’approvazione arrivata alla Camera dei deputati dà attuazione proprio a quanto prevede la Costituzione in riferimento ai rapporti tra lo Stato e le regioni. Queste ultime possono fare richiesta di una maggiore autonomia in 23 materie oggetto di trasferimento.
Autonomia differenziata 2024, che cos’è e quali sono le 23 materie trasferibili alle regioni?
Pertanto, l’autonomia differenziata si concretizza nella possibilità dei governatori delle regioni a statuto ordinario di poter richiedere maggiori competenze sulle seguenti materie:
- istruzione;
- beni culturali;
- ambiente;
- giudici di pace;
- rapporti con l’Unione europea;
- sicurezza sul lavoro;
- commercio estero;
- ricerca scientifica;
- ordinamento sportivo;
- salute;
- porti e aeroporti;
- professioni;
- protezione civile;
- grandi reti di trasporto;
- previdenza complementare;
- energia;
- coordinamento della finanza pubblica;
- enti di credito fondiario e agrario;
- casse di risparmio.
Cosa sono i livelli essenziali di prestazione (Lep)?
Nell’ambito dell’autonomia differenziata delle regioni a statuto ordinario e delle materie sulle quali si potrà fare richiesta da parte dei governatori, si dovrà tener conto dei livelli essenziali delle prestazioni (Lep). Si tratta di livelli minimi di servizi da assicurare a tutti i cittadini e in modo uniforme su tutto il territorio italiano. Tuttavia, questi livelli essenziali delle prestazioni dovranno essere determinati, insieme ai costi e ai fabbisogni.
Per la definizione dei Lep, il governo ha tempo fino a 24 mesi dall’entrata in vigore del disegno di legge del ministro Roberto Calderoli. All’atto della richiesta da parte delle regioni di una maggiore autonomia nell’ambito di una o di più materie tra quelle elencate sopra, si dovrà tener conto della tenuta del bilancio regionale in merito alla disponibilità delle risorse necessarie. Per la domanda di maggiori margini di autonomia delle regioni, tuttavia, la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni (Lep) diventa fondamentale. Infatti, senza tale definizione il governo non potrà procedere con il trasferimento alle regioni della materie o delle materie richieste.
Discipline da rispettare nell’attuazione della autonomia differenziata 2024
Tuttavia, è bene precisare, che non su tutte le materie indicate sopra si potranno determinare i livelli essenziali di prestazione (Lep). Tali livelli essenziali dovranno essere definiti tenendo presente le seguenti discipline:
- tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali;
- valorizzazione dei beni culturali e ambienti;
- promozione e organizzazione delle attività culturali;
- norme generali relative all’istruzione;
- istruzione;
- tutela e sicurezza negli ambienti di lavoro;
- tutela della salute;
- ricerca scientifica e tecnologica;
- sostegno alle innovazioni dei settori produttivi;
- governo del territorio;
- aeroporti e porti civili;
- alimentaizne;
- ordinamento sportivo;
- ordinamento della comunicazione;
- grandi reti di trasporto e di navigazione;
- produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia.
Quando verrà attuata e clausola salva unità nazionale
Il trasferimento della maggiore autonomia alle regioni da parte del governo potrà arrivare a coprire un arco temporale di dieci anni, rinnovabili presentando un preavviso almeno un anno prima della scadenza. Inoltre, nella trattativa tra lo Stato e la Regione che abbia presentato istanza per la maggiore autonomia dovranno passare almeno cinque mesi.
Si prevede anche una clausola salva unità nazionale. Tale clausola esclude dall’autonomia differenziata le materie sulle quali le regioni non abbiano le risorse di bilancio a disposizione per effettuare il trasferimento e a garantire i livelli essenziali di prestazione (Lep). Tali livelli non dovranno essere garantiti solo all’interno della regione che abbia fatto richiesta di autonomia, ma anche in tutte le altre regioni.
Nel caso in cui, nel calcolo dei livelli essenziali di prestazioni dovessero sorgere nuovi e ulteriori costi a carico dello Stato, non si potrà procedere con la richiesta di autonomia differenziata della regione senza aver stanziato risorse a favore di tutte le regioni, non solo di quella che abbia presentato la domanda di autonomia. In tal modo, i livelli essenziali di prestazioni dovranno essere assicurati per tutte le regioni del territorio nazionali e non saranno ammissibili situazioni di disparità di trattamento.
Fondo di perequazione: che cos’è e a cosa serve
Infine, nel 2027 farà il suo debutto il fondo di perequazione che dovrà essere finanziato con una quota di compartecipazione Iva sufficiente ad assicurare il finanziamento integrale, per ciascuna regione, di materie fondamentali quali la sanità, l’assistenza, l’istruzione e il trasporto pubblico locale. Per determinare i livelli di spesa di tale fondo nel primo anno si dovrà far riferimento ai valori della spesa storica e dei costi standard. Dopo il primo anno, il calcolo dovrà tener conto essenzialmente dei costi standard.