Jury Chechi è fiducioso del fatto che l’Italia possa fare bene a Parigi 2024: secondo “il signore degli anelli”, le nostre nazionali possono eguagliare, se non addirittura superare, il bottino di Tokyo 2020, dove gli azzurri hanno portato a casa 40 medaglie. In questi giorni, l’ex ginnasta, campione olimpico ad Atlanta 1996, è diviso tra le sue due passioni principali: da una parte continua a seguire la ginnastica, con un occhio sulla Coppa del Mondo di ginnastica ritmica che si sta tenendo a Milano.

Jury Chechi fiducioso per Parigi 2024

Dall’altra parte, Jury Chechi si dedica alla bici, non solo aspettando la grande partenza del Tour de France dall’Italia, ma anche pedalando, visto che a fine agosto sarà in Danimarca in quanto è riuscito a qualificarsi per partecipare al mondiale dei cicloamatori. Noi di tag24.it abbiamo avuto modo di parlare con Jury Chechi di questi e di altri argomenti.

Come sta trascorrendo queste giornate tra ciclismo e ginnastica?

“Sicuramente sono molto divertenti. Per quanto riguarda la bici, la pratico dal 2008, anno in cui ho rotto i legamenti del ginocchio e come riabilitazione ho fatto un po’ di bici. E’ uno sport che mi fa stare bene e da lì ho iniziato a praticarla sempre di più, ma la passione di fondo c’è sempre stata. Già lo scorso anno abbiamo portato avanti il percorso di qualificazione al mondiale dei cicloamatori, sono riuscito a raggiungere la qualificazione alla Granfondo Matildica e alla Granfondo di Dubai, dove sono anche caduto, ma almeno mi sono qualificato. Sarò davvero felice di rappresentare l’Italia e, insieme agli amici di Namedsport, di portare avanti un discorso relativo all’integrazione sportiva, come recentemente per il Giro d’Italia”.

Il Tour de France 2024 partirà dall’Italia e lei ha sempre espresso grande apprezzamento per Primoz Roglic. Come immagina la lotta alla maglia gialla?

“Non so se Roglic possa essere il terzo incomodo tra Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard. Al Giro d’Italia, Tadej ha dimostrato di essere in una condizione di forma eccezionale. Spero che Vingegaard si sia ripreso, perchè la sua presenza al top regalerà sicuramente grande spettacolo. Con un Pogacar così, però, credo proprio che sia molto difficile competere”.

Parlando di Parigi 2024, cosa ci possiamo aspettare dalle nazionali azzurre?

“Eguagliare le 40 medaglie di Tokyo secondo me sarà possibile e secondo me possiamo anche fare di più. Sono passati solo tre anni, non quattro: sembra poco, ma non lo è. Tanti atleti ci potranno riprovare e cercheranno un nuovo successo. Credo che nel mio sport, la ginnastica, possiamo toglierci delle grandi soddisfazioni, soprattutto nella ritmica. L’Italia sarà grande protagonista, sono molto fiducioso”.

Agli ultimi Europei, Manila Esposito ha fatto man bassa di medaglie: cosa possiamo aspettarci da lei?

“Nell’artistica, Manila Esposito ha fatto davvero molto bene, ma in generale credo che abbiamo assistito davvero a un grande exploit di tutta la nazionale italiana. Io credo che possiamo giocarci un podio con Stati Uniti e Brasile, che saranno le due nazionali da battere. Non sarà facile ma le possibilità ci sono, perchè le ragazze sono davvero molto brave”.

E cosa ci dice del talento di Yumin Abbadini? Molti già lo paragonano a lei…

“Per me fare paragoni è sempre poco bello, ma è un ginnasta molto completo. Lui lo è e si può giocare un piazzamento di alto livello. Sicuramente, il fatto che la Russia non ci sia, da un punto di vista sportivo può aprire delle porte importanti, ma ci sono comunque Cina e Giappone. Mi auguro che i ragazzi e le ragazze possano sfruttare questa opportunità che i Giochi Olimpici riescono a porre davanti”.

L’Italia ha perso Asia D’Amato per un brutto infortunio: vuole lanciarle un messaggio?

“Purtroppo Asia ha avuto un brutto infortunio agli Europei, E’ un momento molto difficile per lei e la capisco, a me è successo due volte prima delle Olimpiadi. E’ una delle ragazze più forti: mi dispiace molto, ma spesso dalle avversità si possono trovare delle opportunità. E’ giovane, può recuperare dall’infortunio e può tornare a competere su livelli molto alti”.