Passano i giorni, ma in casa Lazio resta alta la tensione. La società ha deciso di dare fiducia a Marco Baroni, reduce da una miracolosa promozione con il Verona, ma dopo le dimissioni di Sarri prima, e Tudor poi, la tifoseria si aspettava un nome più altisonante. Il popolo biancoceleste lo vive come un ridimensionamento enorme, l’ennesimo in questi 20 anni di gestione Lotito. Il presidente però, così come il direttore Angelo Fabiani, sono certi della decisione presa e convinti di poter fare bene nella prossima stagione. Per commentare la contestazione e il mercato della Lazio, Federico Moccia, regista, scrittore e noto tifoso laziale, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Lazio, la contestazione e il mercato: Moccia a Tag24
La Lazio si è trovata costretta a cambiare allenatore ancora una volta e ha deciso di puntare su Baroni. Un nome che la tifoseria non ha accolto bene, tanto è vero che venerdì scorso ha contestato pacificamente, con un corteo che ha coinvolto oltre 15mila persone. Per tornare da subito competitivi servirà un mercato importante, fatto di giocatori utili e funzionali al progetto, piuttosto che di grandi nomi. Al momento però sul mercato si procede a rilento e, sulla falsa riga di quello che stanno facendo anche tutte le altre squadre, probabilmente in attesa della fine dell’Europeo, anche per i capitolini non è arrivata alcuna ufficialità in entrata. Per commentare la contestazione e il mercato della Lazio, Federico Moccia, regista, scrittore e noto tifoso laziale, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Partiamo dalla contestazione delle ultime settimane, da tifoso biancoceleste cosa ne pensi di tutto quello che sta succedendo in casa Lazio?
“In generale penso che sia sbagliato essere mossi dai preconcetti. A me piace molto dare modo alle persone di dimostrare qualcosa e la nostra società, troppo spesso, non concede tempo. Sono le persone che creano la giusta atmosfera e fanno sì che avvengano quelle particolari congiunzioni astrali, che rendono la normalità un gran successo. Solo così, come per magia, possono arrivare i risultati insperati. Venerdì non ho partecipato alla manifestazione e sono dell’idea che si dovrà dare tempo a Baroni di lavorare e dimostrare le sue capacità. Magari, a dispetto del pensiero comune, potrà sorprendere tutti con risultati ancora più grandi”.
Baroni arriva dopo le dimissioni di Tudor. Ti è dispiaciuto che il croato abbia deciso di andare via?
“Su Tudor non avevo assolutamente un pensiero positivo. Il mio scetticismo era dettato soprattutto dal suo atteggiamento poco elastico. Sinceramente non mi sembrava capace di saper ascoltare e di gestire al meglio le decisioni rispetto alla squadra. Mi sembrava un allenatore troppo rigido. Qualcuno mi potrebbe contestare che anche questo è un preconcetto, ma era il suo atteggiamento a farmi pensare questo. Chiaramente però non gli avrei vietato di provare a fare qualcosa di buono. L’ho vista all’opera e non mi è sembrato che i suoi risultati siano stati così sorprendenti, come qualcuno ce li voleva raccontare”.
Il successo o l’insuccesso della Lazio passerà anche dal mercato. Quali sono le tue aspettative in merito?
“La Lazio difficilmente prende nomi già affermato, e questa non è una cosa di oggi, ma ha sempre fatto così. Nello spirito di Baroni vedo la possibilità e la voglia di cercare ragazzi giovani, che siano però affamati. Vorrei semplicemente rivedere gli occhi della tigre, che fanno parte della voglia di arrivare, di risultare, di dimostrare. A me basterebbe vedere gente che prende la palla, con la voglia di far vedere ciò che è capace di fare. Credo che questo sia fondamentale e che invece troppa gente, in questa stagione, era annoiata. Ho sofferto nel vedere la Lazio, perché non vedevo rabbia. Questi ragazzi ci dovrebbero tenere più della loro vita. In campo ci deve andare solo gente determinata, e spero che questi giovani lo siano”.
Dopo Milinkovic-Savic è partito Felipe Anderson, ed è andato via anche Luis Alberto.Ti preoccupa la mancanza di qualità?
“Secondo me la vera grande mancanza che si è avvertita in maniera significativa è quella di Milinkovic-Savic. Su di lui era stato costruito il telaio della Lazio e lui era il binario principale di tutto il gioco, anche e soprattutto per le qualità di Ciro Immobile. Questo ha creato il grande difetto e la grande debolezza successiva della squadra ed evidentemente ne hanno risentito i risultati di Sarri. Per quel che riguarda invece Luis Alberto e Felipe Anderson invece, per come li vedevo in campo soprattutto nell’ultimo periodo, credo fosse ora di cambiare aria”.
Quindi mi sembra di poter dire che per il futuro sei piuttosto ottimista?
“Io sono ottimista perché vedo sempre il bicchiere mezzo pieno. Siamo alle soglie di una nuova era e adesso non possiamo far altro che vedere che cosa succederà. Dopo tre partite probabilmente, se facessimo la stessa intervista, ti direi cose completamente diverse. È come chi mi dice che non gli piacciono i miei libri, ma poi ammette di non averli mai letti e di parlare per sentito dire. Io non mi muovo mai con il gregge, non mio uniformo alle idee degli altri. Aspettiamo di vedere Baroni al lavoro, rispettiamo questa scelta. È chiaro che anche nel mio immaginario, per tutto quello che è successo, Allegri mi sarebbe piaciuto molto, ma non è stato possibile e alla fine speriamo che possa andare bene così”.