E’ di Platone la versione di greco che migliaia di studenti dovranno tradurre per la seconda prova scritta della Maturità 2024. Un testo breve che però tratta di argomenti importanti come la moralità dei legislatori e la giustizia alla base delle leggi da loro promulgate.

In quest’articolo vediamo la traduzione, il significato ed un riassunto del brano elaborato dal filosofo ateniese.

Testo, riassunto e significato di “Minosse o della Legge” di Platone: è la versione di greco per la seconda prova della Maturità 2024

Come accaduto ieri 19 giugno 2024, anche oggi 20 giugno migliaia di studenti affronteranno la seconda prova scritta per la Maturità 2024. E’ stata scelta una versione in greco, tratta dall’opera “Minosse o della Legge” del filosofo ateniese Platone.

Un breve dialogo che cerca di spiegare il valore delle leggi e quanto possa esser importante anche la moralità e la giustizia di chi le promulga. Platone immagina che un anonimo interlocutore parli con Minosse, nella mitologia greca il giudice dei morti.

Se l’interlocutore crede che ogni legge sia giusta in quanto diretta emanazione dell’autorità, Minosse (cioè Platone stesso) ritiene che nessuna violenza o imposizione della forza può rendere giusta una legge. Soltanto un filosofo-re può esser capace di plasmare le leggi in modo che riflettano gli ideali eterni della giustizia e della rettitudine.

Da qui Platone è convinto che uno stato senza la guida dei saggi e dei più giusti non abbia alcuna possibilità di sostenersi e di prosperare.

Questo il testo della versione di greco:

Ἔστιν οὖν τοῦτο Ὁμήρου ἐγκώμιον εἰς Μίνων διὰ βραχέων εἰρημένον, οἷον οὐδ ̓ εἰς ἕνα τῶν ἡρώων ἐποίησεν Ὅμηρος. Ὅτι μὲν γὰρ ὁ Ζεὺς σοφιστής ἐστιν καὶ ἡ τέχνη αὕτη παγκάλη ἐστί, πολλαχοῦ καὶ ἄλλοθι δηλοῖ, ἀτὰρ καὶ ἐνταῦθα. Λέγει γὰρ τὸν Μίνων συγγίγνεσθαι ἐνάτῳ ἔτει τῷ Διὶ ἐν λόγοις καὶ φοιτᾶν παιδευθησόμενον ὡς ὑπὸ σοφιστοῦ ὄντος τοῦ Διός. Ὅτι οὖν τοῦτο τὸ γέρας οὐκ ἔστιν ὅτῳ ἀπένειμεν Ὅμηρος τῶν ἡρώων, ὑπὸ Διὸς πεπαιδεύσθαι, ἄλλῳ ἢ Μίνῳ, τοῦτ’ ἔστιν ἔπαινος θαυμαστός. Καὶ Ὀδυσσείας ἐν Νεκυίᾳ δικάζοντα χρυσοῦν σκήπτρον ἔχοντα πεποίηκε τὸν Μίνων, οὐ τὸν Ραδάμανθυν· Ραδάμανθυν δὲ οὔτ ̓ ἐνταῦθα δικάζοντα πεποίηκεν οὔτε συγγιγνόμενον τῷ Διὶ οὐδαμοῦ. Διὰ ταῦτά φημ ̓ ἐγὼ Μίνων ἁπάντων μάλιστα ὑπὸ Ὁμήρου ἐγκεκωμιάσθαι. Τὸ γὰρ Διὸς ὄντα παῖδα μόνον ὑπὸ Διὸς πεπαιδεῦσθαι οὐκ ἔχει ὑπερβολὴν ἐπαίνου.

La traduzione della versione di Platone

Nonostante sia passato poco tempo dall’inizio della seconda prova scritta, è già possibile leggere la traduzione di questo brano del filosofo ateniese. Ecco di seguito la versione tradotta in italiano:

Questo è dunque un elogio di Omero per Minosse, espresso in poche parole, come Omero non ha fatto per nessuno degli eroi. Infatti, che Zeus sia un sapiente e che quest’arte sia la più bella, lo dimostra in molti luoghi e anche qui. Dice infatti che Minosse si intrattiene ogni nove anni con Zeus nei discorsi e che va a ricevere istruzione come da un maestro, che è Zeus. Poiché questo onore, di essere istruito da Zeus, Omero non l’ha conferito a nessun altro eroe se non a Minosse, ciò è un elogio straordinario. E nell’Odissea, nell’episodio della Nekyia, Omero ha rappresentato Minosse che giudica tenendo uno scettro d’oro, non Radamanto; e Radamanto non l’ha rappresentato né qui come giudice né da nessuna parte come compagno di Zeus. Per questi motivi io sostengo che Minosse è stato lodato più di tutti da Omero. Infatti, essere l’unico figlio di Zeus ad essere istruito da Zeus non ammette paragone in lode.