Jump ha aggiunto altri 10 milioni di dollari al sempre più capace fondo di Fairshake. Il super PAC (Political Action Committee) escogitato dalle aziende del settore crypto per influenzare i risultati delle prossime elezioni di novembre negli Stati Uniti, può quindi ora contare su un totale di 169 milioni di dollari. Una massa finanziaria sempre più imponente, la quale inizia però a provocare rimostranze da parte del mondo politico. In particolare nel partito democratico, ove sono sempre più evidenti i malumori nei confronti della lobby legata all’innovazione finanziaria.
Ora i milioni a disposizione di Fairshake sono 109
È stato il portavoce di Fairshake, Josh Vlasto, ad affermare che coi 10 milioni di dollari provenienti da Jump, una società di investimento con sede a Chicago, Fairshake ha accumulato quasi 169 milioni di dollari.
Ancora Vlasto, ha poi affermato che le comunità crypto si sono unite per formare una coalizione bipartisan sostenibile e un’operazione che dovrà essere efficace a lungo termine. Lo ha fatto in una nota in cui ha aggiunto: “Continueremo a sostenere i candidati che si impegnano a portare a termine gli obiettivi e a collaborare con l’industria per approvare una regolamentazione responsabile che stimoli l’innovazione, crei posti di lavoro e sostenga la leadership globale dell’America”.
Per quanto concerne Jump, non sono per ora arrivati commenti alla donazione. Una donazione la quale fa seguito a quelle da 25 milioni di dollari condotte da Coinbase, Ripple Labs e Andreessen Horowitz.
Fairshake conduce la sua azione bipartisan tramite due PAC dedicati a repubblicani e democratici, Defend American Jobs e Protect Progress. La sua azione è espressamente riservata alle elezioni per formazione del nuovo Congresso, escludendo l’intervento nelle presidenziali. L’obiettivo è chiaramente l’individuazione di candidati cripto-friendly.
Il quadro è sempre più chiaro
Il compito di Fairshake è facilitato da quanto è avvenuto nel corso delle ultime settimane. Le votazioni su alcuni provvedimenti in tema di criptovalute, infatti, hanno costretto i membri del Congresso ad uscire allo scoperto, sul tema.
Nel mese di maggio, infatti, la Camera ha approvato il Financial Innovation and Technology for the 21st Century Act (FIT21) e lo Staff Accounting Bulletin No. 121 (SAB 121). Il primo provvedimento rappresenta in pratica la prima legislazione di ampia portata sulla supervisione delle criptovalute approvata a livello parlamentare. Il secondo si propone invece di dare vita a nuove linee guida in tema di innovazione finanziaria.
Nel corso delle votazioni, un numero variabile di rappresentanti democratici si è unito ai colleghi repubblicani. Una posizione che potrebbe essere stata consigliata dalla nascita di Stand With Crypto, associazione di difesa delle criptovalute.
Il gruppo ha di recente superato il milione di aderenti è la sua posizione è stata espressa da Sabrina Siddiqui, portavoce del gruppo, in una nota. Queste le parole utilizzate nell’occasione: “I voti recenti ci hanno aiutato a istruire i nostri sostenitori sulla posizione dei politici riguardo alle criptovalute.”
Il caso New York
L’invadenza di Fairshake, però, è venuta alla ribalta proprio nelle ultime ore. A scatenare le polemica è stato il vero e proprio attacco condotto contro il deputato democratico Jamaal Bowman, colpevole di essere criptoscettico.
Il super PAC crypto ha speso ben due milioni di dollari per attaccarlo e impedirne il successo nelle primarie democratiche del 16° distretto di New York. Un intervento a piedi uniti che ha provocato la durissima risposta di Alexandria Ocasio-Cortez.
La più giovane deputata di ogni epoca ha accusato Fairshake di favorire la corruzione e ha indicato il suo intervento come un vero e proprio attacco alla democrazia. Infine, ha invitato gli elettori democratici alla mobilitazione per difendere il processo elettorale dalle ingerenze dei gruppi di pressione. Ingerenze che potrebbero infine snaturare la politica a stelle e strisce.