Dopo un tour de force durato tutta la notte scorsa, nella mattinata di oggi, 19 giugno 2024, l’autonomia differenziata è diventata legge ma questo non significa che la battaglia dell’opposizione contro il ddl Calderoli sia finita.

Proseguono, infatti, le critiche al testo votato dalla maggioranza, accusato di creare nuove disuguaglianze e di acuire quelle già esistenti, soprattutto tra Nord e Sud del Paese.

L’autonomia differenziata è legge, la protesta dell’opposizione, Baldino (M5S): “Lo sviluppo del Nord grazie ai lavoratori del Sud”

172 voti favorevoli, 99 contrari e un solo astenuto. È il risultato della votazione con cui, questa mattina, l’aula di Montecitorio ha votato a favore della riforma dell’autonomia differenziata, divenuta legge essendo già stata approvata in Senato. Uno dei tasselli fondamentali dell’azione di governo è stato, quindi, messo al suo posto, con la maggioranza che esulta per il risultato conseguito.

Dal lato delle opposizioni, però, continuano le critiche e le denunce delle contraddizioni di un testo che viene visto come un obiettivo dichiarato della Lega per spaccare il Paese a vantaggio delle regioni del Nord.

Una posizione espressa perfettamente da Vittoria Baldino, deputata del Movimento 5 Stelle che, intercettata dall’inviato di TAG24 Michele Lilla, torna alla carica parlando di una riforma “di cui questo Paese non aveva bisogno. Il motivo? Le iniquità che già caratterizzano l’Italia e che il ddl Calderoli non farà che aumentare.

“L’Italia è frastagliata da disuguaglianze e disparità che il governo centrale dovrebbe colmare e non acuire ancora di più. Invece la legge sull’autonomia differenziata fa esattamente questo, introducendo la possibilità delle regioni di fare da sé laddove possono e dove non possono si arrangiano”.

Sotto accusa della deputata Cinquestelle finisce il cosiddetto ‘residuo fiscale’, e cioè la differenza tra le tasse versate dai contribuenti di una data regione e quanto viene ricevuto in termini di spesa pubblica. Un elemento centrale della riforma che finirà col creare, secondo Baldino, cittadini di serie A, B e C, andando a favorire le regioni più ricche.

Su questo elemento, infine, la deputata sottolinea un elemento spesso dimenticato, ovvero il ruolo giocato dal Sud nelle fortune economiche del Nord, attraverso i flussi migratori che, nella storia d’Italia, hanno visto milioni di lavoratori trasferirsi nelle regioni del Settentrione per trovare lavoro e contribuire, con tale lavoro, all’arricchimento di quelle regioni.

“Queste decine di milioni di cittadini del Sud hanno creato sviluppo e produttività, quindi residuo fiscale nelle regioni del nord. È stato il Meridione a contribuire allo sviluppo del Settentrione“.

Un altro segnale inequivocabile dell’ingiustizia e della disuguaglianza alimentate dalla riforma.

Per Donno (M5S) si tratta di un “disegno chiaro e pericoloso”

Sulla stessa linea della sua collega di partito è Leonardo Donno, il parlamentare vittima dell’aggressione subita alla Camera lo scorso 12 giugno, proprio mentre si discuteva dell’autonomia differenziata.

Anche per lui il testo aumenterà le disuguaglianze e denuncia quello che, a suo dire, è un piano ben preciso orchestrato dall’esecutivo e messo in atto con le tre riforme che il governo Meloni sta attualmente portando avanti.

“Il disegno è chiaro. Tra l’autonomia differenziata, il premierato e la riforma della giustizia, cui si aggiunge la repressione del dissenso e dell’opposizione, addirittura con la violenza che abbiamo visto in Parlamento. Un disegno pericoloso”.

Donno tocca, poi, un tasto dolente segnalato da più parti tra gli oppositori del ddl Calderoli, ovvero l’assenza di risorse per finanziare i cosiddetti ‘lep’, i ‘livelli essenziali delle prestazioni’. L’assenza di finanziamenti per quei servizi fondamentali di ogni società – come la sanità e la scuola – rappresenta un altro elemento che sarà pagato dai cittadini.

Autonomia differenziata, Rosato (Azione): “Si schianteranno contro il referendum, anche sul premierato”

Anche Ettore Rosato, deputato di Azione, giudica nel suo insieme il piano delle riforme intavolate dall’esecutivo, non riservandogli buone parole:

“Non c’è nulla di riformista in quello che stanno facendo. È un collage di norme in cui c’è un pezzo che condividiamo, ma solo a parole, perché per il momento sulla riforma della giustizia abbiamo sentito solo parole. Vedremo quando arriverà in Aula”.

Quando gli viene chiesto dell’assenza di Azione e Italia viva dalla manifestazione di ieri, 18 giugno, in piazza Santi Apostoli organizzata dalle forze di opposizione, Rosato conferma la linea del suo partito e replica che non ha senso fare una cosa in piazza perché l’importante è manifestare la propria opposizione alle riforme in Parlamento.

Cosa diversa, aggiunge il deputato, quando si tratterà di raccogliere le firme del referendum sull’autonomia. Un appuntamento che vedrà Azione impegnata in prima fila, così come sul referendum costituzionale sul premierato. In entrambi i casi, Rosato prevede la sconfitta del governo, che “si schianterà” contro la volontà dei cittadini.