Ethereum, secondo Consensys la SEC starebbe abbandonando le immagini
Consensys, il principale sviluppatore di Ethereum, ha annunciato nella giornata di ieri che la Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti sarebbe in procinto di abbandonare le sue indagini sulla criptovaluta.
Una chiusura la quale sarebbe del tutto indolore per la più importante delle Altcoin. In pratica, l’autorità di regolamentazione dei mercati finanziari a stelle e strisce avrebbe deciso non procedere in giudizio. Anche se resta da attendere la conferma ufficiale, per l’intera criptosfera sarebbe un ottimo segnale.
Ethereum: l’annuncio di Consensys genera euforia sul mercato
Questo l’annuncio che è stato pubblicato da Consensys, su X: “Oggi siamo lieti di annunciare un’importante vittoria per gli sviluppatori di Ethereum, i fornitori di tecnologia e gli operatori del settore: la divisione Enforcement della SEC ci ha notificato che sta chiudendo le sue indagini su Ethereum 2.0. Ciò significa che la SEC non accuserà che le vendite di ETH siano transazioni di titoli.”
A confermare quanto sta accadendo è poi stata l’avvocato di Consensys Laura Brookover. Proprio lei, infatti, ha pubblicato separatamente, sempre sull’ex Twitter, la lettera di notifica della SEC e la dichiarazione completa della società sulla mossa dell’agenzia.
Questa la sua dichiarazione: “Le cose sono cambiate molto velocemente da quando abbiamo intentato una causa contro la SEC alla fine di aprile, culminando nello sviluppo di oggi. Dopo più di un anno, l’indagine su Ethereum si è finalmente conclusa senza alcuna accusa contro nessuno.”
Il mercato crypto ha salutato l’annuncio di Consensys con grande entussiasmo, con il prezzo di Ethereum cresciuto di circa tre punti percentuali, nel corso delle ultime 24 ore.
Un piccolo giallo
Occorre però sottolineare un fatto non proprio di secondaria importanza. La corrispondenza della SEC, infatti, era stata compilata in un linguaggio standard in cui si escludeva che l’avviso di conclusione dell’indagine fosse in alcun modo da interpretare “come indicativo del fatto che la controparte sia stata scagionata o che nessuna azione possa in definitiva risultare dalle indagini del personale”.
In attesa che questo particolare sia chiarito, Consensys ha comunque voluto testimoniare ancora una volta il suo atteggiamento critico nei confronti dell’approccio dell’agenzia alla regolamentazione delle criptovalute.
Queste le parole emesse, al riguardo: “La chiusura dell’indagine su Ethereum è epocale, ma non è una panacea per i numerosi sviluppatori blockchain, fornitori di tecnologia e operatori del settore che hanno sofferto a causa del regime illegale e aggressivo di applicazione delle criptovalute da parte della SEC”.
Le tappe della vicenda
La querelle tra Consensys e la SEC è deflagrata nel passato mese di aprile. L’azienda, infatti, ha deciso di passare all’offensiva, intentando una causa contro la SEC fondata su un’accusa ben precisa: il regolatore stava cercando di “prendere il controllo sul futuro della criptovaluta”. Inoltre aveva l’intenzione di progettare la designazione di ETH alla stregua di sicurezza.
Nelle pieghe della causa era poi contenuto un particolare di grande importanza, la decisione da parte dell’agenzia di stabilire il nuovo status presa un anno prima. Accusa che avrebbe implicato un altro fatto di grande importanza, ovvero che Gary Gensler, numero uno della SEC avrebbe mentito al Congresso. Lo avrebbe fatto nel corso di un’audizione, non rispondendo a precisa domanda sul tema. Accusa che qualora confermata dai fatti, potrebbe generare una nuova querelle.
A portare le controparti sull’orlo della guerra è stato un avviso Wells, quello ricevuto da Consensys in relazione a MetaMask, il suo popolarissimo wallet. Su questa questione, però, la battaglia non è ancora chiusa. Consensys, infatti, ha chiarito che avrebbe continuato a portare avanti il suo caso contro la SEC.
La società ha infatti dichiarato: “Nella nostra causa, cerchiamo anche una dichiarazione secondo cui l’offerta del software di interfaccia utente MetaMask Swaps and Staking non viola le leggi sui titoli.” Per poi proseguire, affermando: “Non dovrebbe essere necessaria una causa legale per fornire la chiarezza normativa tanto necessaria per consentire a un settore che funge da spina dorsale di innumerevoli nuove tecnologie e innovazioni di prosperare”.