Rimborso modello 730: con la pubblicazione del provvedimento n. 267777 del 17 giugno 2024 da parte del Direttore dell’Agenzia delle Entrate, l’amministrazione finanziaria stessa ha comunicato quali sono i criteri che devono essere seguiti ai fini dell’individuazione degli elementi di incoerenza delle dichiarazioni dei redditi che vengono presentate attraverso l’utilizzo del modello 730/2024 per ciò che concerne i controlli preventivi che vengono effettuati prima di procedere con i rimborsi spettanti.

Il suddetto provvedimento dell’AdE, in particolare, fa riferimento alle seguenti disposizioni legislative:

  • il decreto legislativo n. 241 del 9 luglio 1997, recante “Norme di semplificazione degli adempimenti dei contribuenti in sede di dichiarazione dei redditi e dell’imposta sul valore aggiunto, nonché di modernizzazione del sistema di gestione delle dichiarazioni”, il quale è stato successivamente pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 174 del 28 luglio 1997;
  • il decreto del Presidente della Repubblica n. 322 del 22 luglio 1998, recante “Modalità per la presentazione delle dichiarazioni relative alle imposte sui redditi, all’imposta regionale sulle attività produttive e all’imposta sul valore aggiunto, ai sensi dell’articolo 3, comma 136, della legge 23 dicembre 1996, n. 662”, il quale è stato successivamente pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 208 del 7 settembre 1998;
  • il decreto ministeriale n. 164 del 31 maggio 1999, recante “Norme per l’assistenza fiscale resa dai Centri di assistenza fiscale per le imprese e per i dipendenti, dai sostituti d’imposta e dai professionisti ai sensi dell’articolo 40 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241”, il quale è stato redatto dal Ministero delle Finanze ed il quale è stato successivamente pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 135 dell’11 giugno 1999;
  • l’art. 5, comma 3 bis, del decreto legislativo n. 175 del 21 novembre 2014, recante “Semplificazione fiscale e dichiarazione dei redditi precompilata”, il quale è stato successivamente pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 277 del 28 novembre 2014;
  • l’art. 1, comma 949, della legge n. 208 del 28 dicembre 2015 (c.d. Legge di Bilancio 2016), recante “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016)”, la quale è stata successivamente pubblicata all’interno del Supplemento Ordinario n. 70 della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 302 del 30 dicembre 2015.

Rimborso modello 730: l’Agenzia delle Entrate individua gli elementi di incoerenza delle dichiarazioni precompilate modificate

Come abbiamo già accennato anche durante il corso del precedente paragrafo, in base a quanto viene disposto dalle normative sopra richiamate, l’Agenzia delle Entrate ha comunicato di aver individuato quelli che sono gli elementi di incoerenza delle dichiarazioni dei redditi con esito a rimborso che sono state presentate da parte dei contribuenti attraverso l’utilizzo del modello 730/2024 e andando a modificare i dati che sono contenuti all’interno delle dichiarazioni precompilate per l’anno in corso.

A tal proposito, in particolare, nel caso in cui le modifiche che vengono apportate alla dichiarazione precompilata vadano ad incidere sulla determinazione del reddito o dell’imposta relativa al contribuente interessato, allora si accende una spia durante i controlli preventivi che vengono effettuati dal Fisco.

Nello specifico, dunque, ecco qui di seguito quali sono gli elementi di incoerenza che bloccano il pagamento del rimborso al contribuente in seguito alla presentazione del modello 730/2024:

  • lo scostamento per importi significativi dei dati che vengono indicati all’interno della dichiarazione dei redditi rispetto alle informazioni che sono contenute all’interno della seguente documentazione:
    • i modelli di versamento;
    • le Certificazioni Uniche (CU);
    • le dichiarazioni che sono state presentate durante il corso dell’anno 2023;
  • l’incoerenza dei dati che vengono indicati all’interno della dichiarazione dei redditi rispetto alle informazioni che sono state inviate da parte di Enti esterni all’Agenzia delle Entrate;
  • l’incoerenza dei dati che vengono indicati all’interno della dichiarazione dei redditi rispetto alle informazioni che sono stati esposti all’interno della Certificazioni Uniche (CU) 2024;
  • la presenza di situazioni di rischio, le quali vengono individuate in base alle irregolarità che sono verificate durante il corso degli anni precedenti.