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Raffaella Carrà secondo la scrittrice Roberta Maresci: vizi e vezzi della donna che sognava il cinema, ma divenne regina della tv.

Raffaella Carrà secondo la scrittrice Roberta Maresci: “Le si perdonava tutto. Sognava di diventare coreografa e mamma”

Raffaella Carrà nell’universo collettivo assume diversi significati: femme fatale, inarrivabile e iconica, “regina del così – così” secondo Maurizio Costanzo. Ognuno l’associa ad un periodo, una trasmissione, una canzone, un abito. Gli italiani sono così: “Popolo di santi, navigatori, e grandi nostalgici, disposti a tanto ‘Rumore’ per dirla con un suo brano storico – ha sottolineato Maresci – la madame della tv, con un ombelico alla bolognese ha rivoluzionato il costume.

Raffaella Carrà era unica perché…

“Prima di altri ha avviato la stagione dei miniquiz televisivi, all’ora di pranzo, diventata la signora dei fagioli, ideatrice del termine ‘aiutino’, iconica grazie al caschetto d’oro creato da Vergottini: rese lisci i suoi ricci, e biondi i suoi capelli castani. Nonostante il suo sogno fosse diventare coreografa, come Maurice Bejart, e avere figli – ha spiegato Roberta Maresci, in un’intervista esclusiva, per il portale TAG24.IT – quando il desiderio di un bimbo è arrivato il corpo non ce l’ha fatta.”

Il direttore di Rai2 Gianpaolo Sodano presenta il palinsesto della rete alla stampa
Nella foto Gianpaolo Sodano e Raffaella Carrà. Roma, 10 ottobre 1989 ARCHIVIO ANSA R 20867

Premiata dagli ascolti

“Le si è perdonava tutto, anche tre amori senza mai sposarsi. Gianni Boncompagni era separato, e perfino le cifre da capogiro per abiti straripanti di strass in piena crisi economica non facevano discutere. Santa Raffa protettrice dell’Europride 2011, con “Carramba! Che sorpresa”, ha fatto versare, nel 1996, ben 625.416 litri di lacrime, ossia 17 cisterne di emozioni da parenti e amici che si incontravano dopo anni. Ma lei, come la definì Maurizio Costanzo, era la “regina del così-cosi'”. Spigliata lo è sempre stata – ha fatto notare la scrittrice – snella pure. Cantante ballerina anche. Gli ascolti le davano ragione, sempre, qualsiasi programma conducesse.”

Una foto della scrittrice Roberta Maresci

L’ombelico portafortuna apprezzato da Alberto Sordi

L’indimenticabile ombelico in vista, “negli anni ’70, mostrarlo era da svergognate, o al più da svagate figlie dei fiori, ma quando la Rai di Bernabei fece largo al ballo interpretato da due satanassi dalla faccia d’angelo come Alberto Sordi e Raffaella Carrà, gli italiani la applaudirono: chi non ricorda? Albertone nazionale toccò proprio lì, in mezzo al pancino dove la madre di tutte le soubrette aveva avuto l’ardire di mettersi a nudo – ha dichiarato Roberta – i retroscena delle esibizioni li ha rivelati lei stessa, dicendo: ‘Pensai, sicuro, stavolta mi cacciano dalla Rai, ma Sordi era un uomo di parola, mi disse che gli era piaciuto il Tuca-Tuca, e che di lì a breve avrebbe partecipato a Canzonissima.’ Fu tutta fortuna, invece, liberò le donne dalla sindrome del bottoncino.”

Amava giocare a carte

Ha mosso i primi passi nel mondo del cinema, ma è diventata icona della tv. Raffaella Carrà l’ho conosciuta quando ero proprio agli albori della carriera giornalistica in RAI. Avevo vent’anni e davvero un giorno mi sono trovata addirittura a casa sua a giocare a carte, perché lei effettivamente era una grande fanatica di gioco delle carte (poker, burraco e scopa). Memorabili le sue sfide con gli amici Renato Zero e Antonello Venditti. C’è da dire che Raffaella Maria Roberta Pelloni (come risulta all’anagrafe) metteva tutti d’accordo e tutti a proprio agio. Ipermoderna, capace di vedere molto più in là del suo naso – si è congedata Roberta Maresci – se fosse stata ancora tra noi avrebbe avuto un bel rapporto con i followers, visto che amava coltivare i suoi ammiratori.”


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Annalisa Colavito

Curiosa della vita, della gente, di tutto quello che accade intorno, perché, come dice Gialal al-Din Rumi, “Solo gli occhi aperti possono scoprire che l'universo è il libro della più alta Verità.” Mi piace raccontare quello che mi circonda, ho adorato fin da subito il mio lavoro di conduttrice radiofonica e di giornalista. Cerco di circondarmi sempre di persone oneste e sincere. Credo negli amici e con loro coltivo la passione per la musica, il ballo, i viaggi, il burraco, la moda. In solitudine, invece, leggo, leggo, leggo. Perché «Ogni lettore, quando legge, legge se stesso.» (M.Proust)

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