Una battaglia per difendere i diritti dei lavoratori che sono stati demoliti negli ultimi 40 anni e per ridare al lavoro potere, dignità e retribuzione.
Deve essere questa, secondo lo storico leader di Rifondazione Comunista, Fausto Bertinotti, la battaglia di cui devono farsi carico, oggi in Italia, i partiti del centrosinistra per ricostruire quel legame con la vita concreta delle persone che è stato rescisso da anni di politiche contro i lavoratori ed il lavoro.
Un j’accuse quello dell’ex Presidente della Camera che, intervistato da Tag24.it, critica l’aggressione sistematica dei diritti e dei poteri dei lavoratori.
Fausto Bertinotti non vuole dare consigli alla segretaria del Pd Elly Schlein, perché in politica “i consigli non si danno e non si ascoltano”, ma sottolinea come la sfida della connessione tra il diritto sociale e il diritto della persona rappresenti – oggi – il “banco di prova della rinascita della sinistra“.
Bertinotti: “Giusto partecipare al Pride, ma adesso serve offensiva sui diritti sociali per ridare al lavoro potere, dignità e retribuzione”
D: Recentemente ha commentato, alla trasmissione “L’aria che tira” su LA7, la partecipazione della segretaria del Pd Elly Schlein al Pride, che si è svolto lo scorso sabato a Roma, e ha detto: “Non vedo ancora la connessione con la dinamica di classe”. Cosa intendeva?
R: Credo che la presenza al Pride sia giusta e necessaria, in linea con la parte migliore del comportamento della sinistra negli ultimi anni, che ha riconosciuto nella rivendicazione della diversità un fattore fondamentale della civiltà contemporanea, quindi Elly Schlein bene ha fatto ad andare al Pride e ad essere presente con questa rilevanza. Il problema che si pone per le sinistre, e in particolare per le sinistre post novecentesche, è quello di stabilire un rapporto nella vita concreta tra la politica e le persone, tra la rivendicazione sui diritti della persona – che è una battaglia indispensabile anche di fronte a una destra che tende a negarli – e i diritti sociali che, in questi ultimi 40 anni, sono stati sistematicamente demoliti.
D: E’ questa secondo lei la battaglia che deve portare avanti la sinistra in Italia?
R: La demolizione dei diritti sociali ha privato i lavoratori di una condizione di civiltà nel lavoro e ha ovviamente prodotto danni anche dal punto di vista delle culture politiche. Una parte della popolazione si sottrae alla politica perché la politica ha negato qualunque rapporto con il tema del lavoro e si sottrae alla politica anche non votandola: è quel 50% di popolazione che non va a votare. Questo è un tema grandissimo per la sinistra. Il tema della connessione tra i due diritti – diritto sociale e il diritto della persona – costituisce il banco di prova della rinascita della sinistra.
Bertinotti: “Assistiamo ad un’aggressione sistematica dei diritti e dei poteri dei lavoratori”
D: Cosa occorre fare?
R: La società, sotto la guida di politiche conservatrici, ha prodotto delle leggi contro il lavoro. A partire dalla soppressione dell’articolo 18, negli anni abbiamo avuto sistematicamente una produzione di leggi contro il lavoro. Si è cancellato il reddito di cittadinanza e non si è fatto il salario minimo garantito. In queste condizioni un’offensiva per ridare al lavoro potere, dignità, retribuzione è una rivendicazione fondamentale per ricostruire la sinistra. Vorrei ricordare che le retribuzioni italiane sono le uniche in Europa che si sono ridotte negli ultimi anni. E vorrei ricordare che le retribuzioni italiane, che nella seconda metà degli anni ’70 erano in linea con quelle europee, oggi hanno perso circa il 30% nel confronto con le retribuzioni con i lavoratori francesi e tedeschi, dunque siamo in una condizione di scandalo sociale in cui il lavoro è così deprivato che entra sulle cronache solo quando muoiono i lavoratori.
D: E’ solo colpa della politica? C’è anche una responsabilità dei sindacati in questa situazione?
R: Intanto è colpa della politica. Ci sono i governi, ci sono i parlamenti che fanno le leggi, quindi non è che si può trovare una qualche riduzione della loro responsabilità caricandola sugli altri. C’è una responsabilità gigantesca delle forze di governo. Cioè siamo di fronte ad una cosa che meriterebbe un ‘J’accuse’, una aggressione sistematica dei diritti e dei poteri dei lavoratori.
Poi, si può discutere anche dell’inadeguatezza dei sindacati a fronteggiare una situazione tanto difficile. Vedo degli sforzi per uscire da questa condizione come, ad esempio, nel contratto dei metalmeccanici che però è stato accolto con ‘fin de non recevoir’ da parte di Confindustria e Federmeccanica. Così come vedo i tentativi generosi della Cgil di Maurizio Landini per uscire da questa condizione di impotenza dei sindacati, ma ancora inadeguati a rispondere alla sfida presente. Quella sfida che un grande sociologo italiano aveva definito perfettamente 40 anni fa, cioè Luciano Gallino quando aveva parlato di un rovesciamento del conflitto di classe. Allora disse: “Fin qui la lotta di classe l’avevano fatta i lavoratori contro i padroni, adesso la fanno i padroni contro i lavoratori”.
D: C’è un partito che secondo lei riesce a parlare agli operai e ai ceti più bassi?
R: Non devo dirlo io, lo deve dire la partecipazione popolare, l’andamento del voto. Se la metà della popolazione non vota mi pare che la critica non possa che essere radicale. Non vedo come ci si possa sottrarre, anzi trovo quasi incredibile che politica metta la testa sotto la sabbia di fronte al fatto che metà della popolazione non li riconosce come soggetti politici influenti.
“Premierato? Non so se potrò essere in piazza, ma ci sarò sentimentalmente. Serve opposizione radicale”
D: Oggi parteciperà manifestazione indetta dalle opposizioni in Piazza Santi Apostoli a Roma contro il Governo e contro le riforme?
R: Non so se potrò partecipare, ma certamente ci sarò sentimentalmente e con tutta la mia partecipazione possibile.
D: Cosa pensa della riforma del Premierato oggi al voto al Senato?
R: Quello penso è quello che hanno scritto i 180 costituzionalisti con questo appello inusuale di radicale apposizione a queste controriforme. Siamo di fronte ad un’idea di controriforma contro cui ci si deve opporre con tutte le più radicali idee, proposte e mobilitazione.
L’ex presidente della Camera: “L’ora è venuta. Occorre ricominciare dalla contesa sociale”
D: Ha qualche consiglio da dare ad Elly Schlein per costruire l’alternativa al centrodestra in Italia?
R: Ho imparato, da lunghissimi anni di militanza politica, che i consigli non vanno dati e non vanno ascoltati. La politica è un processo di costruzione degli orientamenti attraverso la partecipazione democratica.
D: Nessun consiglio allora. Lei però cosa farebbe se fosse al suo posto?
R: Proverei a radicare il partito nel nuovo conflitto di classe che si sta producendo nel mondo, in Europa e in Italia. Basterebbe ricordare lo sciopero ad oltranza proclamato dai sindacati dell’automobile a Detroit contro i tre grandi produttori di automobili con la rivendicazione di un aumento delle retribuzioni del 40%. Questo per dire che l’ora è venuta. Io penso che per un partito che oggi vuole opporsi all’ordine delle cose esistenti, che vuole cimentarsi con questa impresa, il punto è ricominciare dalla contesa sociale. La rinascita della politica nasce dal conflitto, questa è la mia semplice proposizione.
“Profanazione tomba Berlinguer atto politico disgustoso alimentato da una destra populista, estremista, avversa ai diritti delle persone e ferocemente anticomunista”
D: Ha visto che è stata profanata la tomba del segretario del Pci Enrico Berlinguer, è d’accordo con la famiglia che si sia trattato di un atto politico?
R: Mi pare indubitabile. E’ evidente che si tratti di un atto politico. Un atto politico disgustoso, ma purtroppo alimentato da un’onda che circola in Italia e in Europa, che mette in campo un armamentario della destra che, più che nel passato, va ricercato in questo presente, in cui una destra populista, estremista, avversa ai diritti delle persone, ferocemente anticomunista – anche quando il comunismo non è presente sulla scena della politica – produce guasti rilevanti che, poi, possono manifestarsi anche con forme oscene come quelle dell’oltraggio alla tomba di Enrico Berlinguer.