A partire dal 1° luglio 2024, entreranno in vigore nuove regole sulle compensazioni con Modello F24. Le compensazioni dei debiti con crediti INPS e INAIL dovranno essere effettuate solo utilizzando i servizi telematici dell’Agenzia delle entrate.
Si tratta di un obbligo introdotto dalla Legge 213/2023, con l’obiettivo di migliorare il controllo e la tracciabilità delle operazioni fiscali.
Inoltre, entrerà in vigore il Decreto legge n. 39/2924, convertito in Legge n. 67/2024, che ha stabilito il divieto di compensare i debiti fiscali con il Modello F24 per i contribuenti che si trovano in determinate condizioni.
Vediamo come ambiano le compensazioni con il Modello F24 dal 1° luglio.
Modello F24: come cambiano le compensazioni dal 1° luglio
Al via, dal mese di luglio 2024, nuove regole per effettuare i versamenti delle somme dovute con il Modello di pagamento unificato F24, in presenza di compensazione orizzontale di debiti con crediti maturati a titolo di contributi dovuti all’INPS e di premi INAIL.
I contribuenti che hanno intenzione di compensare utilizzando il Modello F24 devono utilizzare, in via obbligatoria, i servizi telematici dell’Agenzia delle entrate.
Dal 1° luglio 2024, devono essere tramessi gli F24 che presentano crediti in compensazione aventi ad oggetto:
- Crediti IVA, imposte sui redditi e relative addizionali, imposte sostitutive delle imposte sul reddito, IRAP;
- Crediti maturati in qualità di sostituto d’imposta;
- Crediti d’imposta da indicare nel quadro RU della dichiarazione dei redditi;
- Crediti maturati a titolo di contributi INPS.
Quando scatta il divieto di compensazione con il Modello F24
A partire dal 1° luglio 2024, entra in vigore il divieto di compensazione per alcuni contribuenti. In particolare, scattano per i contribuenti che si trovano nelle seguenti situazioni:
- Presenza di debiti iscritti a ruolo per le imposte erariali e importi aggiuntivi;
- Presenza complessiva di importi superiori a 100.000 euro;
- Termini di pagamento scaduti.
Ai suddetti casi, ci sono alcune eccezioni. Qualora siano attivi provvedimenti di sospensione del pagamento, il blocco della compensazione può essere superato.
Inoltre, hanno la possibilità di continuare ad accedere alla compensazione anche i contribuenti i cui debiti rientrino nei piani di pagamento rateale, a condizione che non sia intervenuta la decadenza.
Ci sono alcuni debiti che non rientrano nel divieto di compensazione:
- Contributi previdenziali;
- Quote associative;
- Contributi assistenziali;
- Premi assicurativi contro gli infortuni sul lavoro e malattie professionali.
Come evitare le sanzioni
Sempre da luglio 2024, l’Agenzia delle entrate respingerà gli F24 quando sono presenti debiti iscritti a ruolo per importi superiori a 100.000 euro. Per sanare la propria posizione, il contribuente deve procedere ricorrendo all’istituto del ravvedimento operoso.
Quando è prevista la compensazione con gli F24, i contribuenti devono fare attenzione alla soglia di 1500 euro. Se il contribuente invia il modello con compensazione di debiti inferiori a 100.000 euro ma superiori a 1.500 euro, l’Agenzia delle Entrate accetta l’invio. Al contempo, però, applica la sanzione.
Le situazioni che potrebbero verificarsi sono le seguenti:
- Il contribuente ha debiti superiori a 100.000 euro per tributi gestiti direttamente dall’Agenzia delle Entrate. Invia un F24 con compensazione. Il pagamento viene respinto. È necessario inviare un nuovo modello, ma senza utilizzare crediti in compensazione, in modo da non incorrere in sanzioni;
- Il contribuente ha debiti compresi tra 1.500 e 100.000 euro per tributi amministrati direttamente dall’Agenzia delle Entrate. Quando invia un F24 con compensazione, il sistema accetta il pagamento, ma viene applicata una sanzione. Non è possibile fare un nuovo invio né ricorrere al ravvedimento operoso;
- Il contribuente invia un Modello F24 per compensare i tributi locali: anche quando sono state superate le soglie non subisce delle sanzioni o dei blocchi.
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