Modello 730, canoni di affitto non percepiti: come recuperare le tasse? I canoni di locazione non percepiti dal proprietario comportano il versamento delle tasse. Come è possibile ottenere un credito nel modello 730? Scopriamolo.
I canoni di affitto consentono al proprietario di un bene immobiliare dato in locazione di concorrere a formare il reddito. A disciplinarlo è l’articolo 26 del Tuir: il soggetto contribuente è tenuto a versare le tasse, a prescindere dal fatto che i canoni di locazione siano stati percepiti o non. La normativa vigente consente ai titolari degli immobili concessi in locazione di non inserire i canoni di affitto non percepiti nel modello 730. Per fare ciò è necessario che il proprietario dell’immobile dato in affitto abbia provveduto a notificare un’ingiunzione di pagamento o un’intimazione di sfratto entro la scadenza fissata per provvedere alla presentazione della dichiarazione dei redditi.
Modello 730, canoni di affitto non percepiti: come recuperare le tasse?
Può capitare che un proprietario di una casa data in affitto non riesca ad incassare i canoni di locazione dall’inquilino moroso. Cosa fare dato che i canoni di locazione non percepiti devono essere inseriti nel Modello 730? L’attuale normativa prevede che i canoni di affitto, anche se non percepiti effettivamente dal proprietario dell’immobile, debbano essere inseriti nel modello 730. Quindi, i canoni devono essere tassati in quanto il Legislatore ha previsto la tassazione secondo il principio di competenza e non di cassa.
La normativa consente al proprietario della casa data in locazione di non inserire all’interno del Modello 730 i canoni di affitto che non sono stati riscossi. È fondamentale che il proprietario abbia fatto scattare l’intimazione di sfratto o l’ingiunzione di pagamento. L’articolo 26 del Tuir fornisce interessanti indicazioni sulla gestione dei canoni di locazione non percepiti che dovrebbero essere inseriti nel modello 730. Il proprietario/contribuente ha la possibilità di non far tassare i canoni di locazione non percepiti nel caso in cui dovesse presentare l’ingiunzione di pagamento o l’intimazione di sfratto entro il termine previsto per presentare la dichiarazione dei redditi. In precedenza, la normativa prevedeva che fosse necessario aspettare la fine della procedura di sfratto dell’inquilino moroso.
Il proprietario può recuperare la maggiore imposta che è stata versata all’Agenzia delle Entrate per i canoni di affitto non riscossi effettivamente. Tali previsioni normativa concernono i contratti di affitto che sono stati sottoscritti precedentemente al primo gennaio 2020. L’attuale normativa concerne solo gli immobili dati in affitto ed utilizzati ad uso residenziale. Per gli immobili commerciali dati in affitto vale la regola che i canoni di locazione siano tassati fino alla risoluzione contrattuale.
Canoni di affitto nel Modello 730: cosa succede nel caso di non riscossione?
I canoni di affitto non riscossi devono essere inseriti in sede di dichiarazione dei redditi: l’ammontare da indicare nel 730 è quello che è riportato sul contratto di locazione. In realtà si possono verificare due casistiche: il provvedimento di intimazione di sfratto può giungere prima della presentazione della dichiarazione dei redditi oppure il provvedimento giunge successivamente alla scadenza entro la quale si deve provvedere alla presentazione del 730 o del modello Redditi PF.
Nel primo caso i canoni di affitto non incassati dal proprietario della casa non possono essere inseriti nella dichiarazione dei redditi: in questo caso il contribuente deve provvedere alla compilazione del quadro relativo ai redditi fondiari. Nel caso in cui il provvedimento giudiziale venga notificato dopo la scadenza fissata per presentare la dichiarazione dei redditi, i canoni di affitto sono soggetti al pagamento dell’Irpef o alla cedolare secca, a seconda della scelta del contribuente. Il contribuente avrà diritto ad un credito di imposta corrispondente all’ammontare dei canoni di affitto indicati nel 730 o nel Modello Redditi Persone Fisiche.