Tre indizi fanno decisamente una prova. Oggi, 17 giugno 2024, per la terza volta nel giro di appena due mesi, la tomba di Enrico Berlinguer al cimitero Flaminio di Roma viene profanata da ignoti. Un gesto non più riconducibile, secondo la famiglia, all’iniziativa casuale di qualche “squilibrato“, ma mosso da un chiaro intento politico.

Proprio per questo, il Partito democratico chiede l’intervento del ministro dell’Interno Piantedosi, mentre si si susseguono gli attestati di vicinanza e condanna bipartisan per l’accaduto.

Berlinguer, per la terza volta profanata la tomba al cimitero Flaminio di Roma, Boccia (Pd): “Interrogazione al governo”

A denunciare l’oltraggio alla tomba dello storico leader del Partito Comunista Italiano è stata nuovamente sua figlia Bianca. Sui social, la giornalista ha dato voce alla rabbia e al dolore di tutta la sua famiglia, sottolineando come l’oltraggio sia avvenuto a pochi giorni dall’anniversario della sua morte, indice di un’esplicita valenza politica della vicenda.

Questo il post su Facebook firmato da Bianca, Maria, Marco e Laura Berlinguer:

Non “l’atto di uno squilibrato“, dunque, ma “un gesto dal contenuto chiaramente politico” nei confronti del quale la famiglia Berlinguer si augura vengano presi al più presto i necessari provvedimenti.

Una richiesta alla quale si unisce anche il Partito democratico, attraverso le dichiarazioni dei suoi capigruppo al Senato e alla Camera. Francesco Boccia, anzitutto, che guida il gruppo dem di Palazzo Madama, concorda con la famiglia definendo l’accaduto “un vigliacco atto politico” e annunciando la richiesta ufficiale di provvedimenti da parte dell’esecutivo:

“Non è più tollerabile che questo oltraggio si ripeta senza che i colpevoli vengano individuati e puniti. Un’offesa alla storia e alla memoria del nostro Paese. Come Pd depositeremo a Palazzo Madama, a mia prima firma, una interrogazione al governo“.

Analogamente, Chiara Braga, capogruppo alla Camera del Pd, chiede su X (ex Twitter) l’immediato intervento del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

Decisamente più dure le parole di Stefano Vaccari, segretario di presidenza della Camera, che vede un legame tra le violenze “squadriste” avvenute alla Camera dei deputati nei giorni scorsi e gli atti di vandalismo contro la tomba di Berlinguer:

“Nulla avviene per caso anche l’ennesima profanazione della tomba di Enrico Berlinguer. I vandali si sentono coperti da chi fa fatica a dirsi antifascista e da chi utilizza metodi squadristi anche in Parlamento. È il momento di parole chiare e non ambigue da parte di tutte le forze politiche”.

La solidarietà bipartisan alla famiglia del leader Pci

Vicinanza e indignazione sono i sentimenti prevalenti nelle dichiarazioni rivolte alla famiglia Berlinguer da parte di vari esponenti di maggioranza e opposizione.

Da Italia viva, esprime solidarietà il presidente dei deputati Davide Faraone, che punta il dito contro “un clima politico violento e arrogante” all’origine di simili comportamenti.

Anche Giovanni Caudo, capogruppo di Roma Futura al Consiglio comunale di Roma, accompagna alla vicinanza rivolta alla famiglia Berlinguer l’indignazione per quella che definisce una chiara matrice politica per questi atti di vandalismo, augurandosi che i colpevoli vengano presto trovati.

Da parte del centrodestra e della maggioranza di governo, è da segnalare l’intervento di Federico Mollicone di Fratelli d’Italia, concorde nell’indicare il “clima di odio e di violenza politica” serpeggiante come causa di simili fatti.

Alla condanna del “gesto vile” si unisce anche Maurizio Lupi, presidente di Noi moderati, che chiede un intervento risolutore che ponga fine all’offesa della memoria “di un grande statista:

“Mi unisco all’appello della famiglia: si adottino misure che impediscano ulteriori oltraggi, non è più tollerabile che prosegua questo scempio”.