Inside Out 2 è in uscita il prossimo 19 giugno nelle sale italiane, ma è già un successo planetario con il secondo miglior weekend di sempre d’esordio per un film animato. Un incasso record da quasi 300 milioni che dimostra come il pubblico abbia ancora voglia di emozionarsi e come un film semplice, ma al contempo complesso allo stesso tempo come Inside Out, è in grado di fare. Tag24 ha avuto modo di incontrare i filmaker Kelsey Mann e Mark Nielsen, che insieme alle voci italiane ci hanno raccontato le nuove emozioni di Riley.
Inside Out 2 in uscita, ma i filmaker guardano già al futuro: “Terzo film una possibilità”
La parola prende per primo Kelsey Mann, l’anello di congiunzione tra il primo e il secondo capitolo dato che con il creatore e direttore dei Pixar Animation Studios Peter Docter ha scelto il talentuoso Mark Nielsen per l’impresa del sequel:
“Volevamo raccontare una storia che valesse la pena inserire in un sequel. Pete voleva rivedere questo mondo al cinema, lui voleva fare altro ma le persone continuavano a citarlo e per questo voleva tornare a raccontarlo e ha scelto di farlo fare a Mark. Volevamo realizzare un film che ampliasse le emozioni, ma dovevamo scegliere quali e abbiamo parlato con un dottore di Berkeley che ha scritto molti libri e ci ha aiutato tantissimo. Volevamo essere sicuri di prendere la strada giusta”.
Mark Nielsen è al suo primo lungometraggio animato, un regista che sembra aver vinto il jackpot alle slot machine ed è la personificazione della gioia mentre parla di questo nuovo gioiellino di casa Pixar:
“È una grande opportunità veicolare questi messaggi, il primo film ha fatto tantissimo per il mondo soprattutto per i bambini. Sono stato davvero entusiasta di prendere quanto fatto nel primo film ed espanderlo verso nuove emozioni. Pensiamo che i bambini non siano in grado di seguire, pensiamo che non capiscano quando in realtà lo fanno anche meglio degli adulti. Avere una cotta, innamorarsi potevano essere opzioni, ma ho pensato a cosa volessi raccontare io. Qualcosa di diverso in cui però identificarmi, questo film parla dell’essere se stessi”.
Poi davanti all’ insistenza dei giornalisti su un possibile terzo capitolo non si sbilancia, ma la strada sembra tracciata dopo lo straordinario successo al box-Office:
“Mi piace giocare in questo mondo, ci sono tutta una serie di idee che ci sono venute. Idee che credo siano passaggi con emozioni ancora da esplorare. C’era un pezzo di terra vuoto nello script, una terra del procrastinare da costruire in futuro nella mente. Siamo così orgogliosi di avere Inside Out 2, intanto andate a vedere questo e poi faremo il terzo forse. Non lo sappiamo ancora, al momento non abbiamo piani. Una delle mie emozioni preferite e che avrei voluto utilizzare è la gelosia, l’invidia aveva questa gemella omozigote. Nessuno riusciva a distinguerla davvero, ma nella ricerca ci siamo resi conto che c’è una differenza. L’invidia è il sentimento che dice vorrei avere qualcosa che hanno gli altri, magari in futuro capiterà la gelosia”, a conferma che sembra tutto fuorché un capitolo chiuso quello di Inside Out.
Il video con le parole dei doppiatori delle nuove emozioni e di Riley
Non ce ne vogliano tutti gli altri, ma per prestazione ed esposizione nella trama di Inside Out 2 la vera stella tra le nuove emozioni è senza dubbio una strepitosa Pilar Fogliati, che regala un’ ansia indimenticabile:
“È molto interessante che si parli d’ansia in una ragazza di 13 anni, è un’opportunità per i ragazzi di oggi. Quando noi eravamo bambini avevamo diavoletti e angioletti, mentre quelli di oggi hanno le emozioni di Inside Out. Dare voce ad ansia è stato molto bello, è stato tostissimo ma anche un privilegio far parte di un progetto tanto importante. Nel film c’è una battuta “il mio lavoro è preoccuparmi dei problemi che non si vedono” e descrive bene l’ansia, che non è altro che troppo amore. Insegna che dobbiamo abbracciare ogni emozione. Ad esempio io non riesco mai a separare ansia e gioia”.
Poi regala un momento molto divertente:
“Ho come un narratore nella mia testa che mi sminuisce i problemi, così magari li ridimensiono e vado avanti. Ma sto bene, tutto apposto”, tra le risate generali e proseguendo citando anche la doppiatrice originale star di Stranger Things “Penso che io e Maya Hawk, io non sto vivendo l’adolescente ma credo che l’ansia per i millennial sia sempre presente. La ricerca che faccio su di me è la stessa che ho provato a portare nel personaggio. L’ansia si trasforma ma parte sempre da lì”.
Italiana al 100%, ma con un accento francese che la contraddistingue è sicuramente Deva Cassel che non può non citare anche Monica Bellucci:
“Mia madre mi ha insegnato che è molto importante annoiarsi. Ti permette di prendere il tempo per riflettere, aprire la mente, tutti ci annoiamo. Non capivo a cosa potesse servire, invece crescendo si prende coscienza delle cose intorno a noi. Questo è importante”.
Poi sul fatto di vivere l’ansia delle aspettative nella sua famiglia sottolinea:
“Io sono cresciuta in una famiglia dove tante persone hanno avuto tante aspettative su di me, ma i miei genitori mi hanno anche insegnato che la cosa importante è essere vera con te stessa. Mi dicevano che potevo fare qualunque cosa volessi, non ho mai avuto quindi aspettative precise su cosa diventare. Il percorso della vita alla nostra età cambia continuamente, provo ad essere sempre vera con me stessa rispettando i miei bisogni e desideri”.
Sara Ciocca è la voce di Riley, la protagonista che vive un periodo di crescita in cui si rispecchia pienamente:
“Sto attraversando lo stesso periodo di crescita di Riley, ecco perché doppiarla è stata un’esplorazione interiore. C’è una strana vivacità che non si riesce a controllare. In questo periodo dell’adolescenza i cambi umorali sono così repentini. Ed è per questo che si viene scaraventati in questa giostra di disagio mentale. Questo sfocia nell’imbarazzo che porta una moltitudine di silenzi. Capita spessissimo anche a me. Per questo dover dire che l’emozione preponderante dentro di me è l’ ansia, ma alla fine è gioia. Ho riconosciuto Inside out in me, forse quando riuscirò a liberare tutte le emozioni dalle gabbie sarò arrivata alla fine della mia adolescenza”.
Marta Filippi è una divertentissima invidia:
“Invidia è stata una sorpresa perché la immaginiamo cattiva, mi sono stupita perché sin dagli occhi è piena di ammirazione per gli altri. L’hanno disegnata più piccola rispetto agli altri perché lei guarda tutti dal basso verso l’altro, si sente inferiore e la Marta adolescente si è ritrovata in questo tipo di invidia. Il suo desiderio di cercare un modello di ispirarsi, lei prende come riferimenti le ragazze più cool. Mi ritrovo tanto in invidia professionalmente perché sto lavorando con dei mostri. Manca un pizzico di gratitudine e se esistesse oggi sarei lei”.
Imbarazzo ha invece la vide Federico Cesari, che nonostante le poche battute si è goduto pienamente quest’avventura e si ritrova molto nella sua emozione:
“Direi che il nostro lavoro è fondato spesso sull’imbarazzo, ma poi è anche il bello di farlo. Questo ti riporta e fa confrontare con la tua vera essenza, mettendola in rapporto con chi aspiri ad essere. L’imbarazzo ti riporta ad essere bambino, alla tua vera essenza ed è quello che fai quando vai incontro ad un personaggio. Prendi le distanze da te e abbracci con imbarazzo qualcuno che non conosci”.
Inside Out 2 arriva nei cinema italiani dal 19 giugno.