Non c’è pace per i familiari di Michelle Causo, la 17enne uccisa a Primavalle, a Roma, il 28 giugno dello scorso anno. Stando a quanto denunciato dai genitori Gianluca Causo e Daniela Bertoneri in un’intervista rilasciata all’Adnkronos, il ragazzo accusato del suo omicidio non solo avrebbe accesso ai social, ma li utilizzerebbe per seguire – dalla struttura minorile in cui è recluso, a Treviso – i profili dei conoscenti della ragazza, soprattutto delle sue amiche. L’avvocato che lo difende, Daniele Meles, ha dichiarato ai giornalisti della stessa agenzia di non poter “confermare né smentire” la notizia. “Se fosse confermata, sarebbe molto grave”, ha detto l’avvocata Claudia Di Brigida a Tag24.

Michelle Causo uccisa a Primavalle, l’assassino sui social? Le parole dell’avvocata Claudia Di Brigida

“Non spetta alle famiglie accertare i reati né comminare sanzioni, ma ovviamente solleciteremo l’accertamento di tutti i profili di responsabilità”, ha scritto in una nota inviata a Tag24 l’avvocata Di Brigida, che assiste legalmente la madre di Michelle Causo.

La ragazza aveva appena 17 anni quando, lo scorso 28 giugno, è stata uccisa da O.D.S., che credeva suo amico, all’interno dell’appartamento che quest’ultimo, di origini cingalesi, condivideva con la madre, che al momento dei fatti era assente.

Stando a quanto ricostruito finora, sarebbe stata attirata in una trappola e accoltellata dal suo assassino, che, lasciandola a terra agonizzante, sarebbe poi uscito di casa per procurarsi dei sacchi neri per l’immondizia e un carrello per disfarsi del suo corpo, abbandonato accanto a dei cassonetti del quartiere Primavalle.

A dare l’allarme, avvisando le forze dell’ordine, era stato un passante: quando i carabinieri avevano raggiunto il giovane – seguendo le tracce di sangue che aveva lasciato sul marciapiede – stava cercando di ripulire la scena del crimine.

Interrogato, ha detto di aver agito per paura, dopo che la vittima gli aveva puntato contro una pistola (che solo dopo avrebbe scoperto essere finta) per farsi ridare le poche decine di euro che le doveva per una compravendita di droga.

Gli inquirenti non gli hanno mai creduto: finito in carcere prima a Roma e poi a Treviso, il minorenne è attualmente a processo. E, dalla struttura in cui si trova attualmente, avrebbe, secondo i genitori di Michelle, che hanno ricevuto diverse segnalazioni dai suoi amici, accesso ai social.

“Se la vicenda fosse confermata, e quindi attendiamo tutti gli accertamenti del caso, sarebbe molto grave, tanto più che queste condotte nulla attengono rispetto alla frequenza di corsi o di altre attività (di cui potrebbe beneficiare, ndr): sono dei contatti assolutamente impropri”, ha aggiunto l’avvocata a Tag24.

Il presunto killer O.D.S. è a processo davanti al Tribunale per i Minori

Il ragazzo è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, vilipendio e occultamento di cadavere perché, secondo l’accusa, programmò nel dettaglio l’uccisione della coetanea, cercando su Internet “come accoltellare punti vitali” per poi darle appuntamento.

Il movente non è mai stato ricostruito con certezza. Soprattutto nelle prime fasi delle indagini si era pensato, però, che dietro la vicenda potessero nascondersi i presunti ricatti sessuali orchestrati dal ragazzo ai danni di alcune amiche di Michelle proprio attraverso i social.

Se si dovesse scoprire che, come i genitori della ragazza temono, abbia in uso un cellulare e lo utilizzi, regolarmente, per seguire i conoscenti della 17enne morta, sarebbe, per questo, ancor più grave. Di recente una perizia psichiatrica l’ha giudicato totalmente capace di intendere e di volere.