Con il generale Roberto Vannacci si può parlare di tutto, persino di Ilaria Salis, ma non nominategli il Gay Pride. Il neo eletto deputato europeo, tra le fila della Lega, sembra provare un’avversione profonda nei confronti della manifestazione dei diritti degli omosessuali e delle persone appartenenti alla comunità Lgbtqia+, che considera “esibizionista“, e lo ha ribadito intervenendo su Rete 4 nel programma ‘Zona Bianca’.
Vannacci sul Gay Pride: “Sono contrario ai diritti differenziati”
Proprio nei giorni in cui la parata del Pride celebra il suo trentesimo anniversario, il generale Vannacci si pronuncia apertamente contro di essa.
Intervistato sul tema a Zona Bianca, su Rete 4, Vannacci spiega di non avercela con “chi ha orientamenti diversi dall’eterosessualità“, ma di non accettare una manifestazione così “esibizionista“.
“Sembra di essere al carnevale di Viareggio. C’è bisogno di una esibizione di questo tipo? Secondo me, no. Mi domando quale sia la necessità di sfilare mezzi nudi. Cosa devono dimostrare?”
Non è la prima volta che il generale pronuncia simili affermazioni. Era anche arrivato a metterle nero su bianco nel suo libro “Il mondo al contrario“, dimostrando, perlomeno, una certa coerenza. Che trova un’ulteriore conferma quando gli viene chiesto cosa pensi dei diritti reclamati dalla comunità Lgbtqia+: il generale, semplicemente, non li riconosce.
“Sono contrario ai diritti differenziati. I diritti sono per tutti, non vedo perché dobbiamo avere diritti diversi per chi la pensa in un modo“.
Il generale sulla Salis: “Posizioni diverse ma non avrò problemi a interfacciarmi con lei”
La sua candidatura alle Elezioni europee con la Lega è spesso stata contrapposta a quella di Ilaria Salis con Alleanza Verdi e Sinistra. L’esito elettorale ha visto il generale ottenere un risultato che lui stesso definisce “sbalorditivo“, che lo porterà a confrontarsi a Bruxelles con la maestra di Monza, recentemente tornata in Italia dopo la scarcerazione in Ungheria.
Alla Salis, Vannacci non risparmia una battuta proprio sui suoi trascorsi nelle carceri ungheresi:
“Abbiamo posizioni diverse, sicuramente non abbiamo in comune la fedina penale“.
Tuttavia, il generale dichiara che collaborerà “con tutti gli europarlamentari” compresa, dunque, la Salis:
“La signora Salis siederà sugli scranni e porterà avanti le sue istanze e non avrò alcun problema a parlarle e interfacciarmi con lei se ce ne fosse la necessità”.
Quando, infine, gli chiedono quale sia stata la ragione che lo ha spinto a candidarsi, il generale si appella alla famiglia, rispondendo che la ragione principale sia stata quella di impegnarsi per il futuro delle sue figlie:
“[Ho] combattuto con un fucile in mano per 37 anni della mia vita cercando di dare loro un futuro migliore. Adesso lo potrò fare dagli scranni di Bruxelles, per un’Europa più sovrana, più libera e più sicura. Questo forse è il campo di battaglia migliore che mi si propone e sono convinto di riuscire a far valere i miei principi e le mie idee”.