Skip to main content
Bitcoin

Bitcoin, sono le vendite dei minatori a causarne l’attuale deprezzamento? L’ipotesi è di CryptoQuant

Bitcoin (BTC) è calato del 4,5% nel corso degli ultimi sette giorni, toccando il minimo mensile intorno a quota 65mila dollari. Un deprezzamento il quale ha spinto molti osservatori a porsi una precisa domanda: cosa è che sta agendo in negativo sul prezzo di BTC?

Una possibile risposta in tal senso è arrivata da parte di CryptoQuant, i cui analisti adombrano la tesi che a provocare l’attuale dinamica del suo prezzo sarebbero le vendite messe in atto dai minatori. Una tesi contenuta all’interno dell’ultimo rapporto settimanale dell’azienda e fondata su un dato di fatto ben preciso: il numero di token fatti affluire negli exchange dalle aziende minerarie ha raggiunto il massimo da due mesi a questa parte. Il tutto in un contesto il quale vede un forte calo delle entrate derivanti dalle minori commissioni di transazione.

La tesi CryptoQuant: alla base del forte calo di Bitcoin ci sono le vendite da parte dei minatori

Il passato 9 giugno, il trasferimento orario di BTC, avvenuto principalmente ad opera del pool minerario btc.com, all’exchange di criptovalute Binance, ha raggiunto il massimo da due mesi a questa parte, attestandosi a più di 3mila token. Mentre il giorno successivo, i minatori hanno ceduto non meno di 1.200 BTC facendo leva sui desk OTC.

Per effetto di questi dati, pubblicati dalla società di analisi on-chain CryptoQuant, è stato conseguito il volume giornaliero più elevato dalla fine del mese di marzo. Un periodo in cui tale volume ammontava a circa 1.600 token. Un dato cui, peraltro, non sono estranee le grandi aziende minerarie.

Tra quelle che hanno aumentato la propria attività di vendita spicca Marathon Digital, società di stanza negli Stati Uniti. L’azienda ha infatti scaricato non meno di 1.400 Bitcoin nel corso del solo mese di giugno. Un dato tale da rappresentare l’8% delle sue partecipazioni, con un aumento considerevole rispetto ai 390 coin che sono stati venduti nel mese precedente.

Perché le aziende minerarie stanno vendendo?

L’aumento delle vendite da parte dei minatori Bitcoin è dovuto ad una circostanza precisa: i loro ricavi sono rimasti su un livello basso dopo il quarto halving. I guadagni giornalieri dei miner, infatti, sono crollati a circa 35 milioni di dollari, con una flessione pari al 55% rispetto ai 78 milioni di dollari che erano invece stati conseguiti nel corso del mese di marzo.

Per quanto concerne le commissioni giornaliere sulle transazioni Bitcoin, si aggirano al momento intorno a 65, un calo massiccio rispetto alle 117 che avvenivano prima del dimezzamento delle ricompense. Senza contare il fatto che la media delle commissioni di transazione è rimasta bassa, nonostante il numero record di operazioni che è stato registrato sulla rete nel corso delle ultime settimane.

E, ancora, occorre tenere in considerazione il dato relativo all’hashrate. Dall’halving di aprile, infatti, questa metrica è rimasta elevata, calando appena del 4%. I consumi sono quindi restati alti, in un periodo in cui le ricompense erano la metà di prima. Ne è derivata una pressione tale da spingere molte aziende minerarie a ricorrere alla vendita dei token estratti.

Al momento, l’hashrate di Bitcoin è pari a 599 EH/s, contro i 622 EH/s che era il dato prima dell dimezzamento. Ciò implica una competizione tra i minatori per ricompense che sono notevolmente inferiori. Una realtà cui soltanto le realtà più grandi sono in grado di reggere, senza subire eccessivi contraccolpi.

Una realtà la quale, del resto era ampiamente prevedibile, tanto da essere prefigurata da una serie di rapporti pubblicati a cavallo dell’evento di aprile. Resta ora da capire quante aziende minerarie saranno in grado di resistere, nel caso in cui la situazione del mercato dovesse proseguire su questa lunghezza d’onda.

Bitcoin


Avatar photo

Dario Marchetti

Sono laureato in Lettere e Filosofia con una tesi sul confine orientale d'Italia alla fine della Prima Guerra Mondiale. Scrivo per il web dal 2010, sui più svariati settori, tra cui tecnologia, criptovalute, motori ed economia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *