Sono trascorsi oltre due anni dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e oggi, 16 giugno 2024, si è concluso il vertice per la pace che si è tenuto in Svizzera. Per due giorni i leader e gli alti funzionari di oltre 90 Paesi si sono confrontati per cercare una risoluzione al più grande conflitto europeo dalla Seconda Guerra Mondiale.

Non tutti, però, hanno firmato il documento finale in cui si legge:

Crediamo che il raggiungimento della pace richieda il coinvolgimento e il dialogo tra tutte le parti.

Il summit è stato snobbato dalla Russia e dal suo alleato cinese e si è svolto in un periodo in cui l’Ucraina sta lottando in inferiorità numerica e di armi.

Vertice sulla pace in Ucraina, sul documento finale si legge: “Rispettare l’integrità di Kiev”. Dodici Paesi non firmano

Decine di Paesi che si sono riuniti presso il resort di Burgenstock, in Svizzera, sono d’accordo. Kiev dovrebbe avviare un dialogo con Mosca per porre fine alla guerra, sostenendo l’indipendenza e l’integrità dell’Ucraina.

La dichiarazione sollecita anche lo scambio dei prigionieri di guerra, nonché il ritorno dei bambini che sono stati deportati.

Ma non tutti i partecipanti hanno firmato il documento finale: in particolare, 12 Paesi hanno deciso di non farlo. Tra questi India, Indonesia, Arabia saudita, Messico, Libia, Emirati Arabi e Sud Africa. A cui vanno aggiunti anche Brasile e Vaticano, che però erano in veste di “osservatori”.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha definito il vertice “un grande successo”, spiegando di aver apprezzato che tutti coloro che, approvando il documento finale, hanno riaffermato “l’integrità territoriale” dell’Ucraina.

Non c’è pace senza l’integrità territoriale. Ci sono Paesi che hanno mostrato interesse a ospitare un secondo vertice

ha poi sottolineato, rimarcando che dovranno passare “mesi, non anni”. 

I colloqui e i temi del summit di pace in Svizzera

I colloqui di Burgenstock si sono svolti su punti in comune tra il piano di pace in 10 punti di Zelensky, che è stato presentato alla fine del 2022, e le risoluzioni delle Nazioni Unite sulla guerra, approvate con un ampio sostegno.

Oggi i diversi Paesi si sono divisi in tre gruppi di lavoro, focalizzandosi su diversi temi: sicurezza nucleare, questioni umanitarie, sicurezza alimentare e libertà di navigazione nel Mar Nero. E’ stata anche affrontata la questione legata al rimpatrio dei bambini portati in Russia dal territorio ucraino occupato.

Per ciò che riguarda la sicurezza alimentare, è stato preso in esame il crollo della produzione agricola e delle esportazioni, che ha avuto ripercussioni in tutto il mondo. Gli attacchi di artiglieria alle navi nel Mar Nero hanno poi fatto aumentare i costi del trasporto marittimo.

Il gruppo sulla sicurezza ha verificato le condizioni delle centrali nucleari ucraine, in particolar modo Zaporizhzhia, dove tutti i reattori sono stati spenti da metà aprile. I colloqui hanno ovviamente puntato alla riduzione del rischio di incidenti.

Quando arriverà una pace giusta e sostenibile, saremo tutti presenti per aiutare l’Ucraina a ricostruire. Le persone che hanno perso la vita, le famiglie distrutte, non saranno in grado di riportarle indietro. Questa è la conseguenza più dolorosa della guerra: la sofferenza umana. Questa guerra illegale da parte della Russia deve finire

ha dichiarato il Primo Ministro canadese Justin Trudeau nel discorso finale.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni- ringraziata pubblicamente dal presidente ucraino in occasione del G7 in Puglia– durante il summit ha confermato:

Caro Volodymyr, sono qui per dirti che puoi continuare a contare su di noi, per tutto il tempo necessario. a pace non significa resa – come sembra suggerire il Presidente Putin con le sue ultime dichiarazioni. Non è così. Confondere la pace con la sottomissione costituirebbe un pericoloso precedente per tutti.

La richiesta di Putin e la risposta dei leader

Alla vigilia del summit il presidente russo Vladimir Putin ha chiesto la resa effettiva di Kiev come base per i colloqui di pace. Una proposta fermamente respinta dal vertice.

Nessun Paese “accetterebbe mai i termini oltraggiosi di Putin”, ha sottolineato la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen.

Ma il Cremlino ha insistito oggi sostenendo che l‘Ucraina dovrebbe “riflettere” sulle richieste di Putin, facendo riferimento alla situazione militare sul campo.

L’attuale dinamica della situazione al fronte ci mostra chiaramente che continua a peggiorare per gli ucraini. È probabile che un politico che mette gli interessi del suo Paese al di sopra dei propri e di quelli dei suoi padroni rifletta su una simile proposta

ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.

La presidente svizzera Viola Amherd ha dichiarato, nelle sue osservazioni conclusive:

Rimane una domanda chiave: come e quando la Russia può essere inclusa nel processo? Lo abbiamo sentito in molte delle vostre dichiarazioni: una soluzione duratura deve coinvolgere entrambe le parti.