Changpeng Zhao, fondatore di Binance da poco estromesso dalla dirigenza dell’exchange, detiene addirittura il 64% dei token BNB al momento circolanti. A rivelare il dato, che è abbastanza clamoroso, è stata un’analisi forense condotta da Gray Wolf Analytics e svelata da Forbes.

Per effetto di questo imponente tesoro digitale custodito nel suo portafogli elettronico, CZ è il 24° uomo più ricco del globo. Una posizione tale da compensarlo ampiamente delle vicissitudini giudiziarie che hanno condotto alla sua forzata fuoriuscita dall’azienda da lui fondata.

Per quale motivo, Changpeng Zhao è in grado di controllare il 64% dei BNB circolanti?

Naturalmente, la domanda che sorge spontanea, di fronte alla rivelazione di Gray Wolf Analytics, non può che essere la seguente: per quale motivo Changpeng Zhao è in grado di controllare un quantitativo simile di BNB?

Occorre sottolineare che stiamo parlando del quarto token più importante in assoluto, in termini di capitalizzazione di mercato, dall’alto dei quasi 90 miliardi di valore alle quotazioni attuali. Un dato il quale fa ampiamente comprendere l’importanza di fare chiarezza su una questione di grande rilievo.

BNB è il token nativo dell’exchange di criptovalute Binance, all’interno del quale svolge una preziosa funzione di servizio. Chi lo detiene, infatti, è in grado di assicurarsi sconti sulle commissioni di scambio sulla piattaforma. La total supply (offerta massima) di BNB è stata fissata a quota 200 milioni, di cui 147 al momento già circolanti.

Come è stato ricostruito il tesoro digitale di Changpeng Zhao

CZ non ha mai rivelato pubblicamente le sue partecipazioni in BNB, ma l’analisi sulla questione è partita dal white paper emesso nel 2017, in concomitanza con l’Initial Coin Offering (ICO) del token. Il quale assegnava 80 milioni alla squadra dei fondatori. Di quegli 80 milioni, ben 46,2 sono finiti nelle capaci casse di Changpeng Zhao.

Inoltre, alla luce del fatto che questi conserva la proprietà del 90% dell’azienda, la sua quota si attesterebbe a 41,6 milioni di coin. Una quota la quale, però, è stata incrementata tramite altre operazioni. Stando alla ricostruzione di Forbes, in particolare, l’ICO ha visto la vendita di appena 10,8 milioni di BNB, a fronte dei 100 milioni che componevano l’offerta. Quelli che sono rimasti invenduti, sarebbero stati trasferiti al wallet del fondatore. Portando la sua disponibilità a quota 52 milioni di token.

Se tale ricostruzione fosse esatta, ne deriverebbe un dato tale da attestare CZ al 24° posto della classifica composta dagli uomini più ricchi, a livello planetario. A posizionarlo così in alto nella classifica redatta da Forbes i 61 miliardi di dollari derivanti dalle sue partecipazioni in BNB.

BNB: una sonora smentita al principio della decentralizzazione

La questione relativa al quantitativo di BNB detenuta da Changpeng Zhao non è assolutamente irrilevante. Com’è noto, uno dei principi cardine delle criptovalute è la decentralizzazione. Un principio che intende impedire il dominio di un determinato progetto da parte di una qualsivoglia entità.

Con il 64% del circolante detenuto dal solo CZ, si può tranquillamente affermare che nel caso di BNB tale principio sia al momento assolutamente saltato. Un dato di fatto che difficilmente può essere contestato, a meno che la ricostruzione di Gray Wolf Analytics non sia smentita dal diretto interessato.

Nel frattempo, Changpeng Zhao sta occupandosi di riorganizzare la propria vita, dopo l’estromissione concordata da Binance. Lo scambio di criptovalute da lui fondato è stato infatti affidato a Richard Teng, che nel corso della sua carriera ha ricoperto ruoli nella banca centrale di Singapore e nella zona di libero scambio internazionale di Abu Dhabi. 

Probabilmente spetterà proprio lui il compito di rassicurare i possessori di BNB che dovessero manifestare inquietudine di fronte alle rivelazioni pubblicate da Forbes.