Nessun passo indietro né, tantomeno, le scuse. Giorgia Meloni dalla conferenza stampa conclusiva del G7 commenta la rissa scoppiata alla Camera dei deputati dando la colpa alle “provocazioni” dell’opposizione. Immediata la replica di alcuni esponenti, in particolare di Movimento 5 Stelle e Pd, che considerano vergognose le parole della presidente del Consiglio.

Rissa alla Camera, Conte contro le parole di Meloni al G7: “Bandiera italiana non è mai una provocazione”

Ha cambiato espressione e tono di voce la presidente del Consiglio alla conferenza di chiusura del G7 quando le è stato chiesto un commento sulla bagarre alla Camera dei deputati, che ha visto un deputato M5S, Leonardo Donno, colpito da alcuni esponenti della maggioranza.

Del resto, dev’essere stato un brusco risveglio dopo il sole, le prelibatezze gastronomiche pugliesi e i temi ‘alti’ del vertice di Borgo Egnazia. Riprecipitata nelle controversie della politica interna, Meloni è passata all’attacco, accusando i deputati di opposizione di “mancare di rispetto all’Italia con le loro provocazioni, in concomitanza con un appuntamento internazionale così importante.

Parole che, inevitabilmente, hanno scatenato la protesta durissima dei partiti di opposizione, a cominciare dal Movimento 5 Stelle, con Giuseppe Conte che ha affidato a Facebook il suo commento all’uscita della premier:

Mi sarei aspettato delle scuse da parte di chi guida una maggioranza che aggredisce con violenza inaudita, con calci e pugni, un parlamentare del M5s in piena Aula. Questo non avrebbe rimediato alla gravità dell’accaduto, alla figuraccia internazionale, ma almeno sarebbe stata una ‘toppa’ dovuta. Invece abbiamo un presidente del Consiglio che non condanna neppure la violenza“.

Conte attacca, poi, sulle presunte “provocazioni“, contestando a Meloni quello che per il leader Cinquestelle sarebbe un patriottismo di facciata:

“Abbiamo scoperto che per la presidente del Consiglio Meloni mostrare una bandiera italiana in Aula e consegnarla a un ministro per dire no all’Autonomia che spacca il Paese è una ‘provocazione’. La bandiera italiana non è mai una provocazione. È il nostro simbolo che ci ricorda di essere uniti”.

Il deputato colpito Donno: “Meloni complice della violenza”. Silvestri (M5S): “Offende la democrazia”

Una posizione condivisa dallo stesso Donno, il deputato pentastellato colpito da un pugno durante la rissa, che definisce la Meloni “complice di quanto accaduto e ne denuncia l’inadeguatezza al suo incarico istituzionale.

“Una presidente del Consiglio che non condanna la violenza usata dai suoi deputati è e si dimostra non all’altezza del ruolo che ricopre. La mancanza di rispetto per l’Italia arriva da lei, che utilizza il suo ruolo solo per fare eco alle parole e all’aggressione squadrista dei suoi“.

Anche Francesco Silvestri, capogruppo M5s alla Camera, non ci va leggero e insiste nella complicità alla violenza esercitata dai parlamentari della sua maggioranza di governo.

“Parlando di ‘provocazioni delle opposizioni’ e della loro ‘mancanza di rispetto per le istituzioni’ Meloni dimostra una complicità che, questa sì, svilisce le nostre istituzioni e offende la democrazia“.

Per il Pd Meloni non è “un presidente del Consiglio ma un capobanda”

Toni altrettanto accesi vengono usati da esponenti di punta del Partito democratico che, sui social, sfogano il proprio malcontento e la propria rabbia per le parole della premier.

Particolarmente severo il commento di Arturo Scotto, uno degli esponenti sanzionati dall’Ufficio di Presidenza della Camera, che accusa la Meloni di essere “un capobanda.

Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera, e il deputato Andrea Orlando contestano, sempre su Twitter, come si possa definire una “provocazione” il mostrare il tricolore in un’Aula parlamentare.

Braga va oltre e cita i gesti riferiti alla ‘Decima Mas’ di alcuni deputati di maggioranza per parlare di offese alle “istituzioni sotto gli occhi del mondo“.

Infine, Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, insiste nel rimarcare chi siano stati i veri provocatori e aggressori durante lo scontro nell’aula di Montecitorio.

“Abbiamo doverosamente protestato contro l’esibizione ripetuta del simbolo nazifascista della ‘Decima Mas’ e denunciato le violenze squadristiche scatenate contro un deputato che porgeva in aula il tricolore ad un ministro. Non è dileggio, cara presidente Meloni, è resistenza e difesa delle nostre istituzioni democratiche e antifasciste“.