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Drake, le scommesse sportive su blockchain non vanno molto bene

Le scommesse, sportive o di altro genere, su blockchain rappresentano una nuova tendenza, per coloro che amano l’azzardo. Chi le conduce, però, dovrebbe ricordarsi di utilizzare quel minimo di prudenza dettato dal buon senso, come per ogni attività di questo genere.

Un accorgimento il quale non sembra essere nelle corde di Drake. Il cantante canadese infatti, è sul punto di perdere ben un milione di dollari in criptovalute, dopo aver piazzato due scommesse individuali da mezzo milione sui Dallas Mavericks (NBA) e sugli Edmonton Oilers (NHL).

Drake, le scommesse su blockchain non sembrano il suo forte

Accanito scommettitore, il cantante canadese Drake non sembra però molto accorto nelle sue scelte. A dimostrarlo l’avvicinarsi a grandi passi della perdita di un milione di dollari, riversati in una duplice scommessa sulle finali dei tornei di basket e hockey su ghiaccio in svolgimento negli Stati Uniti.

Per ora, almeno nel basket la perdita è stata rimandata. Nel corso della notte, infatti, i Mavericks di Luka Doncic hanno battuto i Boston Celtics, evitando un imbarazzante cappotto da parte della squadra del Massachusetts. Ora, però, dovranno recarsi in casa degli avversari, dove l’atmosfera infuocata è di norma, rendendo difficile a chiunque venirne a capo.

Gli Oilers, al contrario, giovedì hanno perso la terza partita consecutiva contro i Florida Panthers nel campionato di hockey. Occorre sottolineare come uscire vittoriosi in una serie al meglio delle sette partite partendo da una tripla sconfitta sia un evento più unico che raro, nello sport professionistico, ad ogni latitudine.

La scommessa di Drake su Stake

È stato lo stesso Drake, il passato 6 giugno, a dichiarare di aver piazzato le scommesse sul crypto casinò Stake utilizzando Bitcoin. Nel farlo ha pubblicato le schedine su Instagram, accompagnate da un messaggio eloquente: “Dallas perché sono texano. I petrolieri si spiegano da soli. Le scelte sono @palo.”

Considerato come Drake vanti collaborazioni con il crypto casinò, nel passato, qualcuno ha pensato che tale pubblicazione potrebbe essere stata incentivata da un punto di vista monetario. In particolare si ricorda quella avviata nel 2022, descritta come inevitabile dall’artista, culminata in entrate per 2,6 miliardi di dollari nell’arco dell’anno.

Nel caso in cui Mavericks e Oilers riuscissero a ribaltare le rispettive serie, Drake intascherebbe rispettivamente 1,375 e 1,025 milioni di dollari. Al momento, però, sembra una vera e propria chimera. Occorre del resto sottolineare come il 37enne cantante canadese abbia ormai una certa abitudine a perdere Bitcoin nelle sue scommesse su blockchain. Nel passato mese di marzo, infatti, ha scommesso 615 mila dollari in un incontro di boxe tra Francis Ngannou e Anthony Joshua. Il primo, su cui aveva indirizzato la sua puntata, è finito al tappeto dopo appena due round.

La fortuna dei crypto casinò è in ascesa

Le scommesse di Drake sono state ampiamente discusse sui media, tramutandosi in una vera e propria campagna promozionale per i casinò su blockchain. Stake è uno di quelli che stanno calamitando grande attenzione da parte degli amanti del gambling e lo sta facendo per effetto di alcune caratteristiche molto gradite.

Tra le quali spicca proprio la possibilità di giocare utilizzando asset digitali. In tal modo, infatti, le procedure necessarie per l’iscrizione sono compresse al massimo. Una volta forniti i dati personali, è possibile iniziare a giocare a stretto giro di posta. Non sono necessarie verifiche KYC (Know Your Customer), invise a molti, in quanto basta collegare il proprio wallet alla piattaforma.

Molti di questi siti, inoltre, possono essere fruiti su Telegram, tramite utilizzo di un semplice bot. Presentando peraltro bonus di benvenuto nell’ordine delle migliaia di dollari. Un livello neanche lontanamente paragonabile a quello evidenziato dalle piattaforme online dotate di licenze spesso restrittive in tal senso.

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Dario Marchetti

Sono laureato in Lettere e Filosofia con una tesi sul confine orientale d'Italia alla fine della Prima Guerra Mondiale. Scrivo per il web dal 2010, sui più svariati settori, tra cui tecnologia, criptovalute, motori ed economia.

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