Fare lampade abbronzanti, soprattutto nel periodo di inizio estate e prima delle vacanze al mare, è una abitudine molto diffusa. Da una parte per mostrare un minimo di abbronzatura già a partire dal primo giorno in spiaggia, e dall’altra perchè molte persone credono che questa pratica possa preparare la pelle per l’esposizione prolungata al sole, minimizzando la probabilità di scottature e aumentando la produzione di melanina. Quanto c’è di vero? Vediamo quali sono i pro e contro di questa pratica, perchè viene sconsigliata dai medici e quali sono i rischi.
Le lampade abbronzanti fanno male?
L’uso delle lampade abbronzanti aumenta sempre in concomitanza dell’arrivo dei primi caldi e della stagione estiva. Quando molte persone, poco prima di andare in vacanza al mare e quindi di affrontare lunghe giornate di esposizione al sole, decidono di affidarsi ad una prima abbronzatura artificiale per ottenere un maggiore effetto estetico di omogeneità del colorito, ma anche perchè si crede che in questo modo si possa preparare la pelle ai raggi ultravioletti. In realtà le proprietà protettive della lampada sulla pelle sono tra i principali miti da sfatare.
Perchè, come hanno dimostrato molti studi scientifici, questo strumento non ha alcun effetto benefico, ma anzi in molti casi può creare danni provocando conseguenze e rischi maggiori di sviluppare melanomi. Quindi questa pratica dovrebbe essere fatta prendendo tutte le possibili precauzioni e rispettando tempi e frequenza di esposizione. Anche perchè per alcuni soggetti è fortemente sconsigliata. Quindi è bene ricordare qual è l’uso corretto per evitare possibili abusi e aumentare i problemi connessi.
Uso corretto e tempi di esposizione
Nonostante le raccomandazioni dei medici e gli studi scientifici che hanno ampiamente dimostrato che l’esposizione alle lampade solari può avere conseguenze dannose sulla pelle, sono comunque moltissime le persone che si sottopongono all’abbronzatura artificiale. Sia prima che dopo le vacanze estive per prolungare il colorito da spiaggia.
Per minimizzare gli effetti collaterali occorre preparasi al meglio seguendo qualche consiglio. Soprattutto rispettando i tempi e la frequenza delle esposizioni. Innanzitutto bisogna conoscere al meglio quale è la caratteristica della propria pelle.
Perchè in base al fototipo possono cambiare drasticamente le indicazioni. Quindi i principali accorgimenti per una buona preparazione, per chi ha un fototipo di tipo 3 o 4, una carnagione naturalmente più scura e quindi corre meno rischi, sono:
- Utilizzare sempre una protezione con filtri UvA+UvB e fattore alto
- Indossare gli occhiali protettivi
- Proteggere tatuaggi e cicatrici
- Aspettare almeno 48 ore tra una seduta e l’altra
- Non esporsi subito al sole dopo
- Idratare bene la pelle a fine trattamento
Se si tratta della prima volta inoltre, meglio dimezzare i tempi di esposizione in modo da osservare le eventuali reazioni della pelle.
A chi sono sconsigliate
Le lampade abbronzanti, sono sconsigliate a tutte quelle persone che hanno un fototipo di pelle molto chiara, quindi 1 o 2 perchè il rischio di scottature sarà molto più elevato. Inoltre è controindicato per le donne in gravidanza, per chi ha meno di 18 anni o più di 60, per chi ha molti nei e per coloro che sono in cura con farmaci fotosensibilizzanti come alcuni tipi di antibiotici. L’abbronzatura artificiale deve essere evitata anche da chi ha già avuto melanomi o è geneticamente predisposto per casi già diagnosticati in famiglia.
Rischi per la pelle dell’abbronzatura artificiale
Con l’uso delle lampade abbronzanti aumentano anche molti rischi per la salute della pelle. Il più importante è quello della probabilità di sviluppare un tumore. Secondo l’Istituto per la ricerca contro il cancro infatti, è tre volte maggiore.
Oltre a queste conseguenze gravi, possono esserci danni causati dall’uso della lampada e dall’effetto delle radiazioni ultraviolette. Tra questi i principali, che aumentano a seconda della frequenza di esposizione, sono:
- Scottature e ustioni
- Eritemi
- Dermatiti
- Danni agli occhi
- Invecchiamento cutaneo precoce.