Davide De Marinis ha abituato il suo pubblico a tormentoni e ritornelli molto orecchiabili come il suo “Troppo Bella” che quest’anno compie 25 anni, portati benissimo: siamo infatti di fronte a una vera evergreen. Anche questa volta il cantautore milanese non si è smentito e ha lanciato il suo nuovo frizzante singolo “Andiamo al mare” in collaborazione con Vito Diomede e Asia.

Davide De Marinis, dal nuovo singolo “Andiamo al mare” a “Troppo Bella” passando per il ricordo emozionante di Toto Cutugno

Tag24 ha intervistato Davide De Marinis sul nuovo brano, la carriera e le esperienze tra il Festival di Sanremo e Tale e Quale Show senza dimenticare un ricordo speciale per Toto Cutugno.

D. Com’è nato il nuovo singolo Andiamo al mare?

R. Il brano è nato in una giornata d’inverno a Milano con un sole pazzesco. Io ho cominciato a canticchiare “andiamo al mare, andiamo dove ci pare, andiamo a fare l’amore”. Avevo in mente questa frase, l’ho registrata e ho scritto la canzone. Nel brano canto insieme a Vito Diomede, un presentatore pugliese e alla giovane cantante Asia Santacroce in arte Asia, che fanno parte di questo progetto al 100%. La canzone è nata perché con Vito Diomede ci siamo trovati a un bar di Milano, lui ha ascoltato la canzone e abbiamo deciso di farla insieme, prendendo come voce femminile Asia.

D. In Piove a dirotto, uscita un anno fa, hai collaborato invece con il rapper Endi, unire il pop con il rap è un’esperienza che rifaresti?

R. Sì io rifarei tutto nella mia vita anche più volte, è come fare l’amore: se ti viene bene lo vuoi rifare. L’importante che il risultato sia bello.

D. La canzone Troppo bella, che ha 25 anni, è ancora un brano attuale, secondo te come mai?

R. Perché è una di quelle canzoni uscite nel momento giusto quando si sono verificate tutte le congiunzioni astrali e “Troppo bella” è un successo meritato che ancora oggi mi porta tante soddisfazioni. Non so quanti messaggi ho registrato perché mi chiedono di dedicarla alle loro fidanzate o mogli, mi dicono: “cantamene un pezzetto” e io non mi rifiuto.

D. Nel 2008 hai scritto Un falco chiuso in gabbia insieme a Toto Cutugno, eseguita anche in duetto con Annalisa Minetti. Qual è il tuo ricordo dell’artista scomparso l’anno scorso?

R. Sono andato al suo funerale perché ero molto legato a Toto. Io non vado mai ai funerali degli artisti che ho conosciuto però per lui ho voluto esserci. Toto era un signore. Lui mi chiamò nel 2008 per scrivere insieme “Un falco chiuso in gabbia” e provai subito l’impressione di avere accanto un grande artista, un grande uomo che aveva stima artistica nei miei confronti. Poi l’ho vissuto anche alla trasmissione “Ora o mai” più con Amadeus perché, anche se non era il mio coach (perché il mio coach era Fausto Leali,) mi dava sempre 10.

Tra Tale e Quale Show e il Festival di Sanremo

D. A proposito di tv: com’è stata l’esperienza di “Tale e Quale Show”?

R. Bellissima. Io dico sempre che scendere le scale di Sanremo è un’emozione enorme che metto al primo posto: ti vengono la tremarella, hai la salivazione azzerata effetto zerbino e le gambe che non sai se ti porteranno alla fine delle scale. Ma anche salire con l’ascensore di “Tale e Quale Show” tra la musica e le luci mentre sali e poi arrivi, scendi e hai tutte le persone che ti guardano ed è in diretta. È stata un’esperienza unica. Al secondo posto quindi c’è “Tale e Quale”. Oltre a entrare nella parte del personaggio che devi imitare, devi essere credibile. Quando ho vinto imitando Vasco Rossi è stata un’emozione fortissima.

D. Com’è Carlo Conti?

R. Intanto è dei pesci come me. Veniva a salutarci in sala trucco il giovedì quando si faceva la prova generale e il venerdì prima di andare in onda. Era molto carino: ci incoraggiava molto, aveva una parola e una pacca sulla spalla per ognuno di noi.

D. A proposito del conduttore come pensi che sarà il suo Sanremo?

R. Da quello che sento ci dovrebbe essere il Dopofestival: una cosa che mi piace. Se lo conducono personaggi simpatici e ironici, secondo me, viene bene. Sanremo è così: puoi cambiare l’ordine degli addendi ma il risultato non cambia. Sarà un bel Sanremo: certo Amadeus e Fiorello sono forti ma anche Carlo Conti lo è.

D. Dovrebbe esserci anche la distinzione tra big e giovani…

R. Secondo me è giusto per entrambe le categorie. Se vinci Sanremo è giusto che tu lo vinca nella tua categoria.

D. Qual è il tuo sogno professionale più grande?

R. Io farei la categoria “non vinci niente” oppure “fuori concorso” a Sanremo… Tornare al Festival sarebbe il mio sogno più grande. Poi ne ho tanti: ho sogni nel cassetto, nell’armadietto, sotto al letto…