Lo scorso 8 giugno, era toccato a Paolo Grimoldi il compito di comunicare la notizia della decisione di Umberto Bossi, di non votare – per la prima volta nella sua vita – la Lega alle Elezioni Europee 2024, bensì l’ex leghista Marco Reguzzoni, candidato indipendente con Forza Italia.
Ex deputato del Carroccio, leghista della prima ora, promotore del Comitato del Nord e fedelissimo del Senatùr, Grimoldi ha raccontato di aver chiesto conferma per tre volte prima di diffondere il messaggio di Bossi, consapevole della bomba che sarebbe esplosa all’interno nel partito nato per essere il ‘sindacato del nord’ e che mai fino ad oggi aveva attraversato una fase tanto delicata.
Una fase che forse è iniziata già qualche anno fa con la ‘svolta nazionale’ impressa alla Lega dall’attuale segretario e vicepremier, Matteo Salvini, il quale nei giorni scorsi ha duramente criticato la decisione dell’anziano leader di non votare per il partito da lui fondato, richiamando quanto scritto nel regolamento della Lega per chi “manca di rispetto” al partito.
Ad essere stata tradita, invece, sarebbe stata la Lega, secondo Umberto Bossi da qui il messaggio inviato proprio nei giorni in cui in Italia si votava per il rinnovo del Parlamento Europeo.
Le Elezioni Europee alla fine Salvini non le ha perse, ma, non le ha neanche vinte. In compenso ha perso voti e, alle Elezioni comunali, anche un altro simbolo della storia della Lega, Pontida, la città del raduno annuale che quest’anno, dopo 20 anni, non ha eletto un sindaco leghista.
Una cosa è certa, quanto accaduto in questi ultimi giorni potrebbe aprire scenari imprevedibili al Congresso Nazionale previsto in autunno, tra cui -non ultimo – quello di una possibile scissione del partito a seguito dello scontro tra bossiani e salviniani.
Per saperlo bisognerà attendere, come sottolinea in esclusiva a Tag24.it Paolo Grimoldi, a cui abbiamo chiesto un commento sul risultato conseguito dalla Lega nell’ultima tornata elettorale.
Lega, Grimoldi: “Europee? Vannacci, Cesa, Patriciello: si è preferito il cartello elettorale, ma abbiamo perso comunque 400mila voti”
D: Come commenta il risultato ottenuto dalla Lega alle Elezioni Europee?
R: Diciamo che quello che ha fatto più rumore è stata la candidatura del generale Roberto Vannacci che ha portato i voti di quelli molto più a destra della Meloni. Hanno fatto meno rumore, ma ci sono stati, anche i voti dell’Udc di Lorenzo Cesa che hanno permesso in Calabria un consenso abbastanza elevato e i voti dell’onorevole Aldo Patriciello, europarlamentare uscente, che per cinque anni ha sostenuto Ursula von der Leyen e che ha fatto sì che la provincia d’Italia dove, in termini percentuali, la lista Salvini Premier prendesse più voti è diventata Isernia, in Molise. Eppure, nonostante tutti questi innesti, si sono presi 400mila voti assoluti in meno delle Elezioni Politiche, mentre il Pd – per fare un esempio – è cresciuto sia in termini percentuali sia assoluti. Se, invece, si fa il raffronto con le Europee del 2019. il confronto è impietoso. Ma lo è anche se anche si fa il raffronto con le Europee del 2009, cioè le ultime elezioni europee nelle quali era segretario Umberto Bossi, quando abbiamo preso di più sia in termini percentuali, 10,2%, che in termini assoluti, circa 3 milioni di preferenze.
D: Quindi lei pensa siano state fatte delle scelte strategiche sbagliate?
R: Politicamente si è scelta la strada del cartello elettorale, anziché quella del progetto politico. Qual è il progetto? Siamo come Patriciello che ha votato per cinque anni con Ursula von der Leyen? Siamo come il generale Vannacci che scateneremo lo tsunami? Stiamo con gli autonomisti in Europa? Non è stato specificato niente.
D: La scelta del cartello elettorale non ha premiato, quindi?
R: Quello che stupisce è che, nonostante un cartello elettorale molto ampio, i voti non siano stati soddisfacenti.
“Bossi? Senza di lui tutto questo non esisterebbe. La Lega non è più il partito dei problemi reali”
D: Molto ha fatto discutere la decisione di Umberto Bossi di votare Marco Reguzzoni che non era un candidato della Lega ma, seppur indipendente di Forza Italia. Secondo lei, perché Bossi ha voluto rendere nota questa sua decisione?
R: Questo bisognerebbe chiederlo a Umberto Bossi. Io posso solo fare una supposizione, la mia supposizione è che la Lega, da partito politico che aveva come stella polare i problemi concreti e reali dell’economia, del lavoro, delle pensioni, della meritocrazia, è diventata qualcos’altro, evidentemente Bossi questa cosa non l’ha gradita.
D: Cosa pensa delle dichiarazioni fatte a riguardo dal segretario Matteo Salvini
R: Ho guardato sui canali Mediaset lo speciale per l’anniversario della scomparsa di Silvio Berlusconi e quello che mi ha colpito è che tanti gli riconoscono il fatto che ha cambiato la loro vita, la stessa cosa vale all’interno della Lega: se non ci fosse stato Umberto Bossi non esisterebbe nulla. Quindi prima di inventarsi provvedimenti sul fondatore, bisogna avere riconoscenza eterna e quando fa delle cose che non si comprendono, o, non si condividono, quanto meno bisogna interrogarsi sul perché. Qualsiasi provvedimento contro Bossi mi sembra assolutamente impraticabile.
Grimoldi: “Il congresso? Non sono certo si faccia, i segretari ormai si decidono a Roma”
D: Cosa succederà al Congresso nazionale della Lega previsto in autunno? E’ prevedibile una scissione?
R: Il problema vero è: ci sarà il congresso in autunno? E’ la quinta tornata elettorale che sento che ci sarà un congresso e poi non si fa. Non si è fatto ancora neanche il congresso in Lombardia. Sa da quanti anni non si fa il congresso in Lombardia? Nove.
D: Mi sta dicendo che c’è un’occupazione del partito?
R: L’ha detto lei. Dopodiché un partito sedicente autonomista che vieta ai propri tesserati della Lombardia di scegliere il proprio segretario perché questo viene imposto, scelto e nominato a Roma… Ma non vale solo per la Lombardia, vale per la Calabria, per la Campania, per la Puglia, è un problema diffuso. Io spero che il congresso si faccia, dopodiché è un po’ tardi. Il congresso andava fatto prima delle elezioni. I congressi non servono solo a scegliere il segretario, ma, soprattutto a decidere una linea politica. Oggi mi sembra un po’ tardi per decidere una linea politica.
Grimoldi: “Non c’è la volontà di tornare ad essere un partito democratico e meritocratico”
D: Se dovesse individuare dei responsabili per la situazione attuale della Lega, chi sarebbero?
R: I responsabili sono quelli che hanno la possibilità di fare delle scelte. La responsabilità è la non volontà di tornare ad essere un normale partito democratico e meritocratico.
D: Ha visto la rissa scoppiata alla Camera dei Deputati mercoledì sera durante la discussione sull‘Autonomia Differenziata. Cosa pensa di quelle scene?
R: Purtroppo sono diseducative soprattutto riguardo ai nostri giovani, ed è molto triste vedere proprio in quell’aula quelle scene. Cosa può pensare un giovane della politica vedendo quelle scene?