Niente da fare per Giovanni Toti, costretto a restare agli arresti domiciliari dopo che il gip di Genova ha respinto la sua istanza di revoca della misura cautelare. Il presidente della Regione Liguria dovrà, quindi, continuare a soggiornare nella sua villetta di Ameglia, in provincia di La Spezia, in attea dei prossimi capitoli dell’inchiesta che lo vede accusato di corruzione e falso.
Nel prendere la sua decisione, il gip di Genova l’ha motivata con il rischio che Toti possa reiterare le condotte di cui è accusato.
Toti, gip respinge la richiesta di revoca ai domiciliari: “Rischio reiterazione per le Elezioni regionali 2025”
La decisione presa dal gip di Genova Paola Faggioni è stata depositata nella mattinata di oggi, 14 giugno 2024, dopo che anche i pubblici ministeri Federico Manotti e Luca Monteverde avevano dato parere negativo alla richiesta dei legali del governatore.
A pesare sulla scelta del giudice è l’approssimarsi delle Elezioni regionali 2025 in Liguria, per le quali lo stesso Toti aveva già iniziato la raccolta fondi. Come si legge nel testo dell’ordinanza, il gip ritiene, infatti, che il presidente della Liguria possa reiterare i reati di cui è accusato proprio in vista della tornata elettorale.
“È evidente, anche alla luce dei recenti sviluppi investigativi, la permanenza del pericolo che l’indagato possa reiterare analoghe condotte, peraltro ritenute pienamente legittime e corrette dal predetto, in vista delle prossime competizioni elettorali regionali del 2025 (o di ulteriori eventuali competizioni elettorali), per le quali aveva, peraltro, già iniziato la relativa raccolta di fondi“.
Per il gip pesano le mancate dimissioni dopo l’arresto
Toti resterà, dunque, nella sua abitazione di di Ameglia, in provincia di La Spezia. Misura scattata fin dal momento del suo arresto, avvenuto lo scorso 7 maggio.
Stando all’ordinanza del gip, anche la decisione di Toti di non rassegnare le dimissioni, mantenendo attivo il proprio ruolo politico, avrebbe pesato nella decisione:
“Tale pericolo si configura vieppiù concreto ove si consideri che il predetto continua tuttora a rivestire le medesime funzioni e le cariche pubblicistiche, con conseguente possibilità che le stesse vengano nuovamente messe al servizio di interessi privati in cambio di finanziamento“.
Se, dunque, il futuro giuridico di Giovanni Toti sembra stabilito, almeno per il momento, quello politico resta un’incognita. Perché la presa di posizione di non rassegnare le dimissioni potrebbe vacillare di fronte a eventuali rischi per l’esito del procedimento giudiziario.