Febbre Oropouche, scatta l’allarme in Italia dopo la segnalazione del primo caso registrato in Veneto. Si tratta di una infezione, tra le più diffuse, che vengono trasmesse da insetti come zanzare e moscerini cosiddette arbovirosi.

Come hanno confermato gli esperti, questa sarà una delle emergenze sanitarie con le quali dovremo imparare a convivere, vista l’invasione di specie tropicali che sta avvenendo anche in Europa. Vediamo come riconoscere il virus, quali sono i sintomi, i rischi, le possibili cure, e cosa si può fare per la prevenzione.

Cos’è la febbre Oropouche?

Identificato in Veneto un paziente positivo alla febbre Oropouche. Si tratta del primo caso registrato in Europa, visto che questa malattia è prevalentemente presente ed endemica nelle regioni amazzoniche dell’America Meridionale. É stata diagnosticata, ad una donna sintomatica che recentemente aveva visitato una delle zone tropicali a rischio, dall’ospedale Sacro Cuore di Negrar, in provincia di Verona.

Ora il risultato è stato tramesso in segnalazione alle autorità sanitarie e verrà studiato in laboratorio per sviluppare specifici test di diagnosi e possibilmente per studiare eventuali terapie mirate. La febbre Oropouche è una infezione che viene trasmessa principalmente dalle punture di zanzare e moscerini portatori del virus Orov. Una tra le più diffuse arbovirosi in circolazione nel Centro e Sudamerica, che può provocare conseguenze anche gravi.

I sintomi

I sintomi della febbre Oropouche possono essere diversi, alcuni tra questi simili a quelli di altre malattie molto comuni come l’influenza intestinale, ma anche uguali a quelli degli altri pericolosi virus sempre trasmessi dalle zanzare. Come la Dengue, il virus Zika e Chikungunya.

I segni principali si manifestano solitamente dai tre agli otto giorni dalla puntura di insetto e possono coinvolgere più organi. Ecco come riconoscerli:

  • Febbre alta oltre 39 gradi
  • Malessere
  • Dolori muscolari
  • Mal di testa
  • Dolore retrorbitale
  • Fotofobia
  • Nausea
  • Vomito

Conseguenze e cura

La febbre Oropouche, causata dall’infezione del virus Orov, può comportare diversi rischi per i pazienti. La conseguenza peggior è infatti che venga interessato progressivamente anche il sistema nervoso centrale, causando encefaliti e meningiti. Inoltre, solitamente i sintomi possono ripresentarsi, a partire dai 10 giorni successivi alla prima fase acuta.

Questo avviene nel 60% dei casi, anche se solitamente in forma meno grave. Purtroppo al momento, come hanno dichiarato gli esperti di salute pubblica, non c’è a disposizione nè un vaccino nè una specifica cura. Quindi in caso di infezione da questo virus, l’unica azione che i medici possono intraprendere è quella di monitorare il paziente prescrivendo riposo e terapia per alleviare i sintomi.

Per questo motivo è molto importante la prevenzione ma anche la segnalazione tempestiva di qualsiasi segno sospetto in caso di rientro in Italia dalle zone considerate a rischio.

Prevenzione

Gli esperti del Centro Malattie infettive del Veneto che hanno isolato il virus della febbre Oropouche, hanno avvertito che questa è una tra le malattie con le quali in futuro in Italia bisognerà imparare a convivere. Come altre infezioni causate dalle punture di zanzare infatti, potrebbe presto estendersi anche nelle aree che prima non erano interessate.

Per prevenire problemi e rischi quindi tutti i cittadini dovranno impegnarsi per una prevenzione del contagio. Questo significa principalmente proteggersi dalle zanzare e dai moscerini con indumenti adeguati e usare spray repellenti.

Ma oltre alla protezione individuale occorre anche prevenire le condizioni ideali per la riproduzione e la diffusione di questi insetti. Quindi le due principali strategie da attuare, soprattutto nelle proprietà private e durante la stagione calda con più frequenza di piogge, sono quelle di evitare i ristagni di acqua e usare prodotti larvicidi. Come ha ricordato anche Luca Zaia, Presidente del Veneto, una delle regioni più colpite da questo tipo di virus, in un post su Instagram, nel quale ricorda le regole di base per combattere le arbovirosi.