Ishana Night Shyamalan, figlia del noto sceneggiatore e regista M. Night Shyamalan che ha diretto “Il Sesto Senso”, debutta al cinema come regista presentando il suo primo film intitolato “The Watchers”. Tratto dall’omonimo romanzo di A.M. Shine, troviamo Dakota Fanning nel ruolo della protagonista Mina.
“The Watchers”, recensione
Mina (Dakota Fanning) è una giovane donna di ventott’anni. È bella, ma dai tratti ordinari e dai colori tipici degli inglesi: ha i capelli biondo chiaro, la carnagione bianchissima e due grandi occhi azzurri a illuminarle il volto. È un’aspirante artista, ma per guadagnare qualche soldo lavora come commessa in un negozio di animali. Vive da sola, non ha amici e da tempo ha allontanato sua sorella. Hanno perso la madre quando erano piccole in modo estremamente tragico e quella morte prematura ha lasciato in Mina un’incapacità di aprirsi agli altri. È schiva, taciturna, asociale. È sostanzialmente una ragazza sola che ha reso i suoi silenzi il suo unico mezzo di salvezza.
Una mattina il suo capo le chiederà di portare uno dei pappagalli del negozio in uno zoo irlandese che lo aveva appena acquistato. Mina accetterà subito di buon grado; del resto si trattava di essere pagata per fare un solitario viaggio in macchina, di un giorno e mezzo per tratta, avendo la possibilità di allontanarsi e di fare la cosa che le piace di più: isolarsi. Ma mentre si troverà alla guida della sua auto, improvvisamente, si perderà finendo intrappolata in una desolata foresta dispersa da qualche parte in Irlanda.
Troverà riparo in una strana casa con una grande vetrata su uno dei lati dell’edificio, scoprendo che all’interno ci sono altre tre persone che sono rimaste chiuse li dentro da mesi. Molto presto scoprirà che quella parete a vetri serve a delle inquietanti creature del bosco per spiare i loro prigionieri. Ma Mina sarà disposta davvero, come gli altri, a rassegnarsi a quel misterioso e assurdo destino abbandonando ogni speranza di poter scappare? O sarà proprio lei, dal carattere individualista e ribelle, a trovare il modo di liberare tutti?
“The Watchers”, critica
Opera prima per Ishana Night Shyamalan che lo scorso 5 giugno ha presentato al cinema il suo nuovo film horror intitolato “The Watchers”. Figlia del grande sceneggiatore e regista M. Night Shyamalan, che ha diretto dei grandi classici come “Il Sesto Senso” “The Village” e “Split”, Ishana si lancia in un progetto ambizioso scegliendo come materiale d’ispirazione per il suo esordio un romanzo di A. M. Shine che porta il medesimo titolo di questa pellicola. Ha chiaramente tentato di seguire le orme del padre buttandosi su generi come il paranormale e l’orrore, ma facendo ahimè un grosso buco nell’acqua.
Oltre ad essere eccessivamente lento e particolarmente noioso, questo lungometraggio risulta francamente privo di ogni senso logico. Degli strani spiritelli dalle dimensioni considerevoli vivono braccati in un bosco osservando un piccolo gruppo di umani per imparare a copiarne sembianze e comportamenti, nella speranza di riuscire un giorno a mescolarsi in mezzo alle persone e vivere liberi prendendo il loro posto. Tutto risulta francamente ad un livello da fiaba per bambini, con questi mostri dall’aspetto mai realmente messo a fuoco fino in fondo: a guardarli ricordano esattamente dei disegni di un bimbo di cinque anni.
Durante la visione di questo dramma più volte mi sono chiesta dov’è che volesse andare a parare, non trovandoci alcun senso plausibile. Forse, tristemente, siamo davanti all’ennesimo caso di un figlio che vuole seguire la carriera di uno dei due genitori, ma sprovvisto del talento necessario per farlo. Non tutto di questo lavoro a livello di regia e fotografia è nettamente sbagliato, ma nel complesso ne potevamo francamente fare a meno. Anche perché negli ultimi anni di film come questo ne abbiamo visti a centinaia. Spero vada meglio col secondo tentativo, se mai ce ne sarà uno.
Mi spiace, ma una stella e mezzo su cinque.